Il circo è un mondo tanto affascinante quanto opaco, difficile da racchiudere in una definizione. Esistono pochissimi strumenti per orientarsi al suo interno. Forse qualcuno ricorda la famosa Guida galattica per autostoppisti, diventata anche un film, una sorta di via di fuga nella distruzione della galassia. Ecco, provate a pensare ad una guida utile a delimitare l’essenziale all’interno del patrimonio secolare di conoscenza, arte e cultura legate al circo, e l’immagine che ne avrete è molto vicina al progetto che sta per prendere forma.
Prendete il vocabolario Treccani della lingua italiana e cercate “circo”. Troverete una definizione stringata di questa natura: sostantivo maschile, dal latino circus «circonferenza, orbita; circo”. Plurale: circhi. E poi il rimando al circo romano (“edificio a pianta allungata, con uno dei lati brevi semicircolare e l’altro rettilineo, destinato, nel mondo romano, alle corse dei carri, alle lotte dei gladiatori e, in genere, a spettacoli di massa; era costituito da una parte centrale (arena) circondata da gradinate riservate agli spettatori”), mentre sul circo equestre, dovrete accontentarvi di queste righe: “Complesso mobile costituito da una serie di attrezzature smontabili, nel quale, oltre a spettacoli equestri, si fanno esibizioni di acrobati, di pagliacci, di animali ammaestrati, di bestie feroci, ecc.; anche la compagnia stessa che dà tali rappresentazioni: il direttore del c.; è arrivato il c. in città; il c. ha levato le tende; era fuggito uno dei leoni appartenenti al circo”.
Il circo, quantomeno quello che nasce in epoca moderna ed arriva fino ai giorni nostri, è adeguatamente descritto? Evidentemente no e la Federazione Mondiale del Circo ha deciso di mettere a segno un altro dei suoi “colpi” migliori. Verrà infatti presentato ad aprile il Dizionario internazionale del circo, cento vocaboli che in maniera sintetica spiegano l’abc dell’arte della pista attraverso una terminologia che permette di comprendere l’anima, e non solo la forma, del circo. E’ stato redatto da esperti di ogni parte del mondo e per l’Italia curato dal Cedac, nella persona di Antonio Giarola e Alessandro Serena.
Il curatore, Rodney Huey, spiega che l’opera risponde all’esigenza di uscire dalle riduzioni appiccicate addosso al circo, che non è una semplice compagnia itinerante che si muove di città in città per proporre giocolieri, acrobati, numeri di animali e poco di più, ma un’arte universale che prende forma grazie ad artisti di elevata professionalità e formazione, attraverso numerose discipline. Il circo è anche una comunità di gente che si tramanda una cultura, costumi, riti, tradizioni e che ha saputo unire persone diverse per etnia e religione.
E’ dunque una forma di alfabetizzazione sul circo quella che meritoriamente la Federazione Mondiale del Circo ha deciso di realizzare, con l’obiettivo di mettere i frequentatori di questo spettacolo, che raccoglie milioni di amanti e fruitori in tutto il pianeta, in condizione di apprezzare e godere appieno di quello che a ragione è stato definito “il più grande spettacolo del mondo”.
Ogni termine è tradotto in inglese, francese, tedesco, russo, italiano, olandese, spagnolo, portoghese e finlandese. Eccone alcuni: chapiteau, pista, foyer, numero, antenna, piazza, tenda d’ingresso, zoo, volteggio cosacco, alta scuola, jockey, porteur, sostenuto aereo, trapezio volante, trapezino, cinghie aeree, trapezio washington, palo cinese, ruota cyr, icariani, mano a mano, barra russa, bascula, battuta, filferrista, rola rola, globo, antipodista e tanti altri.
Un viaggio attraverso i termini più importanti che equivale alla scoperta di un mondo, che anche in termini di business non ha nulla da invidiare alle principali forme di intrattenimento. E che presenta un’offerta assai variegata, che parte dal circo tradizionale ed arriva al cosiddetto nouveau cirque, passando per il circo sociale.
La Federazione Mondiale del circo, nata nel 2008 sotto il patrocinio della principessa Stephanie di Monaco, non nasconde anche un’altra finalità di questo lessico del circo, e non è solo quella di aiutare il pubblico a familiarizzare meglio con l’arte circense, ma anche a migliorare la capacità degli organi di informazione di scrivere e recensire il circo.
Claudio Monti