Carrara, 19 novembre 2012 – PER GLI UNI sono parte della famiglia, trattati con rispetto, amore e devozione. Gli altri invece sono convinti che vengano sfruttati e maltrattati per mero motivo di guadagno. Si è riaperta ieri di fronte al tendone a strisce della Fossa Maestra la diatriba fra circensi e animalisti. Mentre le sessanta persone del circo Royal, di Loris Dell’Acqua, stavano preparando il consueto spettacolo domenicale con la fila di bambini che aspettavano di entrare per vedere leoni, giraffe, ippopotami, lama, cammelli e cavalli, il gruppo di animalisti contestava la rappresentazione con cartelli e un pacifico sit-in di protesta.
Così l’addestratore dei 35 animali del circo Royal, Dennis Montico, che fa questo mestiere dalla nascita e che appartiene a una famiglia che lo fa da non si sa quante generazioni, con il presidente di Federfauna Maximilian Figel e il rappresentante Pier Lio Baratta, ha voluto aprire recinti e steccati per dimostrare come gli animali vengono trattati dalla famiglia di circensi.
«NON NE possiamo più — ha spiegato l’addestratore — di continui attacchi da parte di chi fa di tutta l’erba un fascio e non conosce nemmeno l’abc del nostro mestiere. I nostri animali vengono trattati bene, senza alcun ausilio di strumenti esterni, droghe o altro. I miei leoni, che io adoro come tutti coloro che amano il proprio cane o il proprio gatto, nascono tutti in cattività. Li vedo crescere e dopo due anni in cui l’addestramento avviene solamente come un gioco, arriva il momento della preparazione. Un animale se non viene trattato bene non può obbedire. Gli animalisti dovrebbero sapere che usiamo metodi psicologici, basati sulla fiducia e il rispetto reciproco con la bestia. Io sono il capo branco e loro imparano a ubbidire e a fidarsi di me. Senza torture e maltrattatamenti, ma con amore e passione. Altrimenti questo mestiere non sarebbe possibile. Questi animali se adesso venissero liberati morirebbero. Nemmeno se li riportassimo nel loro habitat sopravviverebbero, ma verrebbero predati. Vivono con noi e hanno spazio e cibo a sufficienza. L’ambiente, come potete vedere è più che dignitoso e pulito. Altrimenti non avremo i permessi dell’Asl e degli enti preposti. Tuttavia queste persone ci vogliono impedire di lavorare. Abbiamo appena denunciato alla polizia ignoti che ci hanno strappato i tagliandi dell’assicurazione e poi hanno chiamato le forze dell’ordine. Per fortuna avevamo le polizze e non abbiamo avuto problemi. Se sono così convinti — prosegue lo sfogo dell’addestratore — che qualcuno li maltratti, perché non fanno i nomi invece di denunciare sempre tutto così genericamente? Si parla di leggende metropolitane. Invece continuano a pubblicare fotografie di circhi cinesi dove gli animali vengono maltrattati. Siamo noi i primi ad aver abolito il salto nel fuoco, gli orsi ballerini, le foto con i cuccioli e qualsiasi attività che ridicolizzi l’animale. Perché non vengono a vedere come lavoriamo? Le nostre porte sono sempre aperte».
«Vogliamo anche difendere — sostengono Figel e Baratta di Federfauna — l’importanza del lavoro. Questo circo significa occupazione per 60 persone che operano in maniera corretta».
DI TUTT’ALTRO avviso i manifestanti, coordinati da Martina Fenestrelli e Marco Picchi che chiedono spettacoli senza animali e che il Comune impedisca l’entrata di circhi equestri. «Contestiamo i maltrattamenti, non crediamo a quello che ci vogliono far credere e siamo convinti che gli animali vadano lasciati nelle loro terre. Conosciamo bene i metodi usati per addestrare gli animali: pungoli elettrici, catene corte, tappeti urticanti per fare in modo che le povere bestie ubbidiscano meglio. E’ una cosa incivile».
La Nazione Massa Carrara