|

Gli animali da appartamento sono di gran lunga più “umanizzati” di quelli dei circhi

don Luciano Cantini*

Cosa c'è di più umanizzato di questo cane?

Assurdità e contraddizioni. La Camera ha approvato – per passare al Senato – una norma che va a integrare l’articolo 1138 del Codice Civile stabilendo che «le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici».
La notizia è stata salutata con soddisfazione dall’On. Brambilla, sempre in prima linea nelle questioni animaliste e che abbiamo visto manifestare davanti ai cancelli del Circo di Aldo Martini. Il direttore del Tg5 Clemente J. Mimun, che ha ideato anche il «Tg Bau&Miao» proprio per dare voce ai quattro zampe, racconta in proposito di non aver avuto problemi con il suo Collie che è stato addestrato “come un principino”.
La prima contraddizione che salta agli occhi è che questa disposizione, che certamente sarà approvata, è tutta nell’interesse dei proprietari degli animali e non certo delle bestiole e dei loro presunti diritti. Forse ancor più nell’interesse del business delle multinazionali dei prodotti per animali.
Prevede forse la norma (come invece è prevista per gli umani extracomunitari) la misura dell’appartamento in base al numero e alla qualità degli animali che dovrebbero essere ospitati? È prevista la vicinanza di un parco attrezzato dove gli animali possano sgambettare e “divertirsi” liberi da guinzagli e nella incolumità dei vicini? E per lo smaltimento dei rifiuti organici conseguenti cosa è previsto?

Oppure di questi?

Tutte cose, invece, a cui i circhi sono tenuti. In certe ispezioni siamo arrivati a vedere gli ispettori con la rotella metrica a misurare gabbie e recinti, a controllare se il blocco di sale gira sul perno ad ogni leccata … noncuranti se le carovane per gli umani erano una contro l’altra impedite anche di aprire bene le porte.
Quello che mi preoccupa è l’eccessiva umanizzazione degli animali cosiddetti domestici (andate a vedere su questo sito), per cui la pubblicità presenta il pasto su piatto d’argento e con il ciuffo di prezzemolo per decorazione. Il coinvolgimento psicologico del proprietario è oltremodo evidente. L’animale così detto di compagnia, nella sua iper-gratificazione, si lascia torturare (pardon … addestrare, solo nel circo si torturano) per non sporcare in casa e trattenere le proprie necessità a comodo del padrone, si lascia tosare, lavare, disinfettare, profumare, agghindare …
L’alterazione della loro vita naturale di animali non conta perché dietro c’è un commercio ed un giro di interessi. Questo è il punto. Gli animali nel circo sognano la savana, i cani e i gatti in un bilocale al sesto piano cosa sognano?
L’altra cosa che mi preoccupa è l’atteggiamento intransigente e esaltato degli animalisti che, lontano dall’avere uno sguardo obiettivo su tutto il mondo animale e del rapporto con l’uomo, hanno preso di mira il Circo come capro espiatorio, luogo di visibilità grazie anche a molti mass media. Si vede sfogare la loro rabbia con gesti impuniti di violenza verbale e fisica, atti di vandalismo o, come ho sentito dire, di rivendicazione animalista. Credo che si sia superato più volte il limite della lecita manifestazione … non è che un giorno o l’altro ci troviamo di fronte a qualche kamikaze?

* Don Luciano Cantini (www.lucianocantini.it), che di recente ha pubblicato Pompelmo, il circo e don Luciano (Edb, pp. 192, euro 16,90), è stato a lungo all’Ufficio Pastorale Nazionale Fieranti e Circensi ed attualmente si trova presso l’Opera Apostolato del mare di Livorno.

Short URL: https://www.circo.it/?p=23346

Comments are closed

Archives

Comments recenti