In quegli anni difficili per via della guerra, la possibilità di eventi nefasti era sempre dietro l’angolo e, infatti, si materializzerà purtroppo il 31 dicembre 1943. Il circo si trovava ad Ortona e fu spostato incautamente a Chieti dove subì un bombardamento devastante. Berta e cinque dei suoi figli purtroppo morirono e si salvarono fortuitamente solo Marcello, Adriana e Oscar. Il circo ovviamente non esisteva più. Alberto si risposò con Latina di Iorio e nacquero Berta, Loris, Franca, Giovanna, Rudy e Arnaldo.
Il circo Royal è una delle realtà più interessanti del panorama circense italiano. I progressi negli ultimi anni sono stati diversi, grazie alla cura certosina per i particolari e a un nutrito gruppo di famiglia che garantisce buoni numeri fatti in casa. L’apertura in stile charivari dà il via allo show. Il giocoliere con racchette Arnaldo Sibilla con discreto ritmo ed esecuzione prova a scaldare il pubblico. Si prosegue con andamento deciso grazie ai cavalli dal pelo splendente di Ronny Dell’Acqua. A fugare ogni dubbio sull’impronta classica dello spettacolo ci pensa la giovane e graziosa contorsionista Sandy Giannuzzi seguita dalle scale libere di Elder Dell’Acqua a tempo di breakdance.
Si rivede in pista Arnaldo con l’equilibrismo ai monocicli di varie misure. Dimostra anche in questo caso abilità e versatilità.
Si presenta al pubblico a questo punto in versione clown Elder Dell’Acqua. Dalla classica entrata dei pop corn agli sgabelli fino ad arrivare alla gettonatissima orchestra. La mimica e la comicità sembrerebbero ispirate alle gesta di David Larible.
Dopo la consueta pausa destinata al ristoro e alla visita allo zoo si riprende con i leoni di Denny Montico. Fresco di onori e consensi al Festival Internazionale del Circo di Latina dove insieme al fratello Redy è riuscito a portare in gabbia eccezionalmente per l’occasione ben diciassette belve feroci fra leoni e tigri, dimostra padronanza della scena, anche grazie sicuramente agli insegnamenti di papà Gaetano.
Il rola rola di Terence Giannuzzi prepara tutti al gran finale con i Royal Brothers. Mano a mano rodato e farcito di tecnica e abilità. Premiato a Monte Carlo con un bronzo nel 2011 e al Festival Cinese di Wuqiao. Apprezzabili anche per il coraggio di aver preferito l’Italia rispetto a platee internazionali sicuramente più stimolanti e remunerative. Il piacevole finale, sostenuto da un ottimo impianto luci e audio, riporta in pista tutti gli artisti, compreso il poeta circense Gianni Giannuzzi alias “scarabocchio”.
Il gradimento da parte del pubblico è una iniezione di fiducia importante per un circo che, con l’ingaggio magari di una valente troupe a garantire coralità, finirebbe direttamente nell’olimpo dei grandi.
Michele Casale
L’articolo compare sulla rivista Circo gennaio 2014.