Qui continua, aprite l’occhio,
l’avventura di Pinocchio
che – per forza – è diventato
un somaro ammaestrato.
Questa sera dà spettacolo
il ciuchino del miracolo
ed il circo è zeppo già
di persone d’ogni età.
Sulla scena egli s’avanza
con sussiego ed eleganza
e sull’una e l’altra gamba
danza il valzer e la samba.
Ad un colpo di pistola
più non balla, più non vola:
finge d’esser moribondo…
Bravo! Applausi! Un finimondo.
Or Pinocchio ha da mostrare
che nei cerchi sa saltare
ma il pignone, sempre al trotto,
preferisce passar sotto.
Al gran salto l’indolente
si decide finalmente:
sbaglia il passo, casca giù
e non può rialzarsi più.
Vuol schiattare dal furore
del gran circo il direttore:
“Di uno zoppo che ne fo?
Forse venderlo potrò…”.
Per due soldi l’ex artista,
esiliato dalla pista,
passa a un tal dal cuore duro
che vuol farsene… un tamburo.
Gianni Rodari, La filastrocca di Pinocchio
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
Ecco tutta la scena:
stava in mezzo all’arena
il bambino degli acrobati
in vetta ai suoi fratelli,
piramide sorridente,
e lassù lo reggevano
gli applausi e i lucciconi
della povera gente.
Gianni Rodari, L’arena