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Fus, 7° Commissione Senato: ridicola la risoluzione approvata a maggioranza, fedele alla realtà quella presentata dall’area del centro destra

Dall’alto a sinistra, il senatore Barbaro e, sotto, il senatore Iannone, a destra il senatore Moles

Questa mattina la 7° Commissione permanente del Senato ha approvato a maggioranza la risoluzione per l’affare assegnato in materia di “Dismissione dell’utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti, con riferimento ai criteri di riparto del FUS”, relatrice in Commissione la Sen. Montevecchi (qui il resoconto della seduta odierna sul sito del Senato).
La risoluzione contiene alcune mostruosità concettuali e vere e proprie falsità scientifiche, sconcertanti se si considera la sede Istituzionale dalle quali escono. Anzitutto la risoluzione sposa la posizione espressa da una esigua minoranza dei soggetti auditi o che hanno fatto pervenire i loro contributi pur non essendo stati auditi, sette realtà in tutto (Ente Nazionale Circhi, Lav, Fnovi, Federazione europea detentori animali esotici, Club Amici del Circo, Armando Alò, Sivelp-Sindacato italiano veterinari liberi professionisti) delle quali solo due (Lav e Fnovi) hanno ribadito la loro ben nota contrarietà alla presenza degli animali nei circhi (contro cinque favorevoli).
Fra le diverse perle, la risoluzione regala assurdità come questa: “per imparare gli esercizi dello spettacolo gli animali subiscono addestramenti generalmente basati su coercizioni fisiche e psichiche”, affermazione che può essere definita solo come espressione di profonda ignoranza e malafede in quanto smentita dalla letteratura scientifica e dai competenti medici veterinari che ogni giorno si occupano del benessere degli animali nei circhi. Il sindacato dei veterinari Sivelp ha evidenziato alla 7° Commissione che “…da più di dieci anni ormai i veterinari ufficiali del Servizio Sanitario nazionale effettuano regolarmente controlli sulle condizioni di detenzione, e quindi di benessere, degli animali nei circhi. La stragrande maggioranza di tali controlli non evidenzia irregolarità”. Alla sen. Montevecchi sono giunti al riguardo anche numerosi contributi di medici veterinari, insieme a quello di uno dei maggiori studiosi mondiali di animali nei circhi, il prof. Ted Friend, pubblicato di recente sulla rivista scientifica americana Journal of the Elephant Managers Association, il quale sostiene fra l’altro che “gli animali beneficiano degli stimoli che ricevono nei circhi”.
L’Ente Nazionale Circhi rileva con desolazione come, anche alla luce della copiosa ed illuminante documentazione presentata, che non lascia dubbi in merito alla carenza radicale di presupposti scientifici, e meno che mai etici – a meno di non voler immaginare un’etica di Stato/Regime – in ordine alla presenza degli animali negli spettacoli e nell’ambiente circense, la maggioranza dei componenti la Commissione abbia espresso il proprio parere sulla base di puri pregiudizi di carattere ideologico, quando non anche in ossequio a direttive dei partiti di appartenenza e alla soggezione psicologica ed elettorale nei confronti delle lobby animaliste. Ma, ovviamente, i voleri delle lobby non si conciliano con quelli del popolo, che continua ad amare e a frequentare in gran numero il circo classico con animali.
Il dispositivo finale della risoluzione impegna il governo “a valutare, nell’ambito di un processo di revisione dei criteri di assegnazione dei contributi del FUS,…l’opportunità di disincentivare i circhi che utilizzano animali nelle attività circensi”. Si tratta di una evidente forzatura tenuto conto che il Parlamento dovrà affrontare in maniera organica e dal punto di vista normativo il futuro del circo nel nostro Paese.
L’Ente Nazionale Circhi sottolinea invece con entusiasmo e gratitudine come i partiti dell’area di centro destra non solo abbiano negato il loro consenso alla risoluzione votata a maggioranza, ma abbiano elaborato un testo alternativo (che si può leggere qui sotto), poggiante su un principio di grande modernità: procedere ad una rigorosa regolamentazione della presenza degli animali presso i complessi circensi e non ad una acritica, antistorica e ideologica eliminazione, peraltro più che paradossale se si considera che i circhi impiegano in tutto circa 1500 animali, oltre la metà dei quali equini, mentre sono milioni le specie che vengono utilizzate nei più vari e diversi settori (agricoltura, trasporti, sport, cinema, sicurezza, ecc.).
L’Ente Nazionale Circhi esprime in particolare apprezzamento e gratitudine per quanto profuso e prodotto dai senatori Claudio Barbaro, Giuseppe Moles, Antonio Iannone, Andrea Cangini, Maria Saponara, Francesca Alderisi, Francesco Maria Giro, Lucia Borgonzoni, Simona Pergreffi.

Antonio Buccioni, Presidente Ente Nazionale Circhi

Questo il testo della risoluzione approvata a maggioranza su proposta della relatrice sen. Montevecchi:

La 7a Commissione permanente del Senato,

premesso che:

la Commissione ha svolto un’ampia attività conoscitiva finalizzata ad approfondire le diverse istanze di revisione dei parametri e criteri che regolano il funzionamento del Fondo unico dello spettacolo (FUS), nonché le criticità e le eventuali proposte di modifica dei criteri di riparto del medesimo Fondo, attraverso il confronto con le diverse realtà operanti nel settore: dalla musica, al teatro, alla danza, alle attività circensi;

preso atto che:

con riferimento al Documento conclusivo della richiamata indagine conclusiva – Doc. XVII, n. 1, qualsiasi intervento di riforma del funzionamento del FUS deve muovere dal riconoscimento del valore e della portata delle attività inerenti il mondo dello spettacolo in termini di diffusione e trasmissione culturale, aggregazione sociale e valorizzazione del territorio;

valutato che:

appare necessario, oltreché opportuno, garantire la massima trasparenza in tutte le fasi che riguardano detto funzionamento (ammissione delle istanze, attribuzione dei punteggi, erogazione dei contributi), anche mediante l’introduzione di una forma di monitoraggio costante sulle realtà finanziate e sui requisiti, in modo da evitare rendite di posizione e garantire un’adeguata qualità delle attività finanziate;

considerato che:

da tempo gli spettacoli circensi tradizionali hanno abbandonato lo spazio «circolare» e i codici che ne avevano decretato la fortuna in epoca moderna, dal diciottesimo secolo in avanti, quando le antichissime discipline acrobatiche insieme con le arti comiche ed equestri si fusero in un’unica rappresentazione;

il circo continua a essere apprezzato per i suoi noti contenuti artistici anche se rispetto all’uso degli animali si è levata, con consapevolezza e sensibilità crescenti, la protesta dei cittadini e la disaffezione del pubblico;

per imparare gli esercizi dello spettacolo gli animali subiscono addestramenti generalmente basati su coercizioni fisiche e psichiche;

le loro esibizioni sono il risultato di una serie di azioni di coercizione continuate la cui conseguenza ultima è una distorsione del rapporto uomo-animale;

importanti sentenze della Corte di cassazione hanno sancito la continuità giurisprudenziale con le precedenti pronunce sulle disposizioni, ora riformate, in materia di maltrattamento di animali, di cui alle fattispecie penalmente sanzionate dalla legge 20 luglio 2004, n. 189, e dal novellato articolo 727 del Codice penale sul maltrattamento di animali;

le stesse amministrazioni comunali, in attesa di una legge che ne bandisca l’utilizzo, si sono provviste di precise ordinanze tese a regolamentare la presenza di circhi con animali sul territorio di competenza; a tal proposito si evidenzia come in alcuni casi tali ordinanze abbiano dato luogo a contenziosi dinnanzi al TAR che, nei casi segnalati dall’Ente Nazionale Circhi, si sono risolti con sentenze avverse; l’esistenza di tali contenziosi dimostra comunque la tendenza di alcune amministrazioni comunali a interpretare in senso restrittivo le norme esistenti che consentono lo stabilimento dei circhi;

il decreto ministeriale 27 luglio 2017, con il quale sono stabiliti i criteri e le modalità per l’erogazione, l’anticipazione e la liquidazione dei contributi allo spettacolo dal vivo a valere sul Fondo unico per lo spettacolo, prefigura l’ipotesi di circo senza animali e richiede espressamente, a pena di inammissibilità, che la domanda di contributo presentata dalle imprese di produzione di circo e di circo contemporaneo sia corredata dalla dichiarazione di non aver riportato condanne definitive per i delitti in materia di protezione, detenzione e utilizzo degli animali;

la legge 22 novembre 2017, n. 175, “Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia”, all’articolo 2, comma 4, lettera h prevede la revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse;

valutato infine che:

i citati criteri di erogazione dei contributi a valere sul Fondo unico per lo spettacolo posti a tutela degli animali, di cui all’articolo 30 del decreto ministeriale 27 luglio 2017, costituiscono uno strumento positivo che occorre tuttavia integrare valorizzando maggiormente le ipotesi di dismissione dell’utilizzo degli animali;

autorevoli soggetti auditi dalla 7ª Commissione hanno sottolineato le ragioni che sottostanno alla generale crisi del settore circense e a una crescente precarietà, vieppiù aggravata dalle accuse di maltrattamento agli animali mosse da aree sempre più vaste dell’opinione pubblica;

riepilogate sinteticamente le posizioni espresse dai soggetti auditi, quali:

l’Ente nazionale circhi, il quale dopo aver ribadito il ruolo e l’importanza culturale, artistica e imprenditoriale dello spettacolo circense, e richiamata l’attenzione su una serie di problematiche generali, da tempo inerenti le attività circensi, si è dichiarato a favore di una rigorosa regolamentazione della presenza degli animali nei circhi non condizionata da una ideologizzata eliminazione della loro presenza. Sul tema dell’utilizzo degli animali l’Ente ha informato la Commissione di aver già spontaneamente prodotto un regolamento per l’educazione e l’esibizione degli animali nei circhi finalizzato a dare uno strumento utile per certificare gli standard relativi al benessere degli animali nell’impiego degli stessi; allo stesso tempo ha rammentato che il processo spontaneo di graduale riduzione e razionalizzazione della presenza degli animali nei circhi è già in atto;

la LAV Onlus, la quale ha affermato con chiarezza la sua posizione ormai consolidata da anni: vietare l’utilizzo degli animali nei circhi e favorire invece la riconversione degli spettacoli e il sostegno alle attività artistiche umane. A supporto di tale posizione si è più volte richiamato l’orientamento normativo in tal senso di molti Paesi, anche membri UE e la linea politica del precedente Governo che anche con riferimento al disegno di legge “Deleghe al Governo per il riordino della disciplina in materia di spettacolo e per la modifica del codice dei beni culturali e del paesaggio”esprimeva la volontà del superamento dell’utilizzo degli animali nelle attività circensi; volontà confermata, da ultimo, anche dall’attuale Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Ai fini dunque del superamento dell’utilizzo degli animali nei circhi e nell’ottica di una ridefinizione dei criteri e parametri per l’attribuzione dei fondi del FUS, la LAV Onlus ha chiesto che non sia più finanziato l’utilizzo degli stessi ma anzi si sostenga la riconversione dei numeri e delle attività circensi, con l’auspicio che tale riconversione avvenga al più presto anche in conseguenza della crisi economica, finanziaria, occupazionale e di pubblico del settore circense che rende necessario un rinnovamento orientato verso forme di circo contemporaneo che non prevedano appunto l’utilizzo di animali;

la Federazione nazionale ordini veterinari italiani (FNOVI), la quale ha ribadito, come già nell’audizione svolta nel 2017, che è necessario garantire la salute e il benessere degli animali, nonché la salute pubblica, e ha sottolineato di volere adottare in tal senso un approccio scientifico mettendo a disposizione le conoscenze scientifiche acquisite in materia di rapporto uomo – animale tipico delle attività circensi tradizionali che oltre ad essere anacronistiche propongono una visione distorta del suddetto rapporto, senza tenere in considerazione il rispetto delle esigenze etologiche degli animali. La FNOVI ha richiamato inoltre l’attenzione su tutti quei fattori “stressogeni” tipici degli spettacoli circensi che influiscono notevolmente sul benessere animale e si dichiara dunque contraria alla detenzione degli animali per scopi ludici dell’uomo;

esaminati i contributi scritti pervenuti da altri soggetti non auditi direttamente in 7a Commissione, quali:

la Federazione europea detentori animali esotici (FEDEA), la quale si è dichiarata a favore del mantenimento dell’utilizzo degli animali nei circhi attraverso una corretta regolamentazione e dando agli operatori del settore la possibilità di gestire i Centri di recupero degli animali dismessi e/o anziani. In linea generale FEDEA ha chiesto una regolamentazione del settore circense attraverso una collaborazione costruttiva con gli imprenditori del settore;

Club amici del circo, che si è espresso a favore di unpercorso di crescita e progresso in materia di animali nei circhi basato su criteri scientifici e oggettivi e finalizzato “a regolamentare senza vietare individuando i modi adeguati per lavorare con gli animali in funzione del loro benessere, rifiutando il pregiudizio “addestramento=maltrattamento”;

il signor Armando Alò, membro di CADEC e socio FEDEA, ha espresso la sua totale contrarietà alla dismissione degli animali nei circhi per l’impatto negativo che tale dismissione avrebbe sul settore;

il Sindacato italiano veterinari liberi professionisti (SIVELP), che ha posto l’attenzione sulla necessità di valutare il benessere degli animali presenti nei circhi sulla base di parametri metabolici e sull’osservazione oggettiva e in tempi giusti. Tale valutazione dev’essere libera da condizionamenti ideologici e convinzioni personali e tenere conto del legame affettivo che viene a crearsi tra uomo e animale nonché delle conseguenze, in termini di benessere fisico e psicologico, generate dalla separazione;
SIVELP ha rilevato anche che da più di dieci anni i veterinari ufficiali del Servizio Sanitario nazionale effettuano regolarmente controlli sulle condizioni di detenzione, e quindi di benessere, degli animali nei circhi e ha affermato – senza che sia disponibile al momento documentazione al riguardo – che la maggioranza di tali controlli non evidenzia irregolarità;

ritenuto dunque che occorrano interventi espressamente mirati alla promozione di uno spettacolo che, pur nel rispetto della tradizione, sappia contaminare le diverse arti, adeguandosi ai tempi e recepire quei valori che costituiscono ormai uno standard di civiltà, tra cui, in primis, il diritto alla libertà per gli animali, siano essi nati in cattività o prelevati in natura;

ricordato che il circo senza animali è già diffuso e gode da tempo di grande prestigio: basti pensare al tanto conosciuto quanto celebratoCirque du soleil;

impegna il Governo:

a valutare, nell’ambito di un processo di revisione dei criteri di assegnazione dei contributi del FUS, tenendo conto di quanto già previsto dal decreto ministeriale 27 luglio 2017 e dalla legge 22 novembre 2017, n. 175, “Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia” e nelle more dell’approvazione di provvedimenti normativi che prevedano il superamento dell’utilizzo degli animali nelle attività circensi, l’opportunità di disincentivare i circhi che utilizzano animali e che non si impegnino a non acquisirne di nuovi, garantendo un adeguato monitoraggio di tali processi di dismissione.

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Questo il testo della risoluzione alternativa presentata da diversi senatori di area centro destra

La 7a Commissione permanente del Senato,

premesso che:
la Commissione ha svolto un’ampia attività conoscitiva finalizzata ad approfondire le diverse istanze di revisione dei parametri e criteri che regolano il funzionamento del Fondo unico per lo spettacolo (FUS), nonché le criticità e le eventuali proposte di modifica dei criteri di riparto del medesimo Fondo, attraverso il confronto con le diverse realtà operanti nel settore: dalla musica, al teatro, alla danza, alle attività circensi;

preso atto che:
con riferimento al Documento conclusivo della richiamata indagine conclusiva – Doc. XVII, n. 1, qualsiasi intervento di riforma del funzionamento del FUS deve muovere dal riconoscimento del valore e della portata delle attività inerenti il mondo dello spettacolo in termini di diffusione e trasmissione culturale, aggregazione sociale e valorizzazione del territorio;

valutato che:
appare necessario, oltreché opportuno, garantire la massima trasparenza in tutte le fasi che riguardano detto funzionamento (ammissione delle istanze, attribuzione dei punteggi, erogazione dei contributi), anche mediante l’introduzione di una forma di monitoraggio costante sulle realtà finanziate e sui requisiti, in modo da evitare rendite di posizione e garantire un’adeguata qualità delle attività finanziate;

considerato che:
l’arte circense rappresenta un patrimonio storico, artistico, educativo e culturale di autentica e radicata tradizione, espressione di valori interculturali, aggregativi, multietnici e sociali, nonché di un intrattenimento di qualità, diffusamente popolare e intergenerazionale, fondato su canoni alternativi a quelli della imperante omologazione;
uno dei tratti distintivi del circo è quello di saper generare una invidiabile attitudine al rinnovamento, che è opportuno assecondare e non ingabbiare né condizionare, perché l’arte è libera (art. 33 Costituzione), lasciando pertanto agli artisti – e quindi al pubblico che fruisce di tali spettacoli – la facoltà di optare per il circo classico, contemporaneo o ogni altro genere espressivo;
se da un lato l’ampio dibattito sviluppatosi nella società italiana sulla presenza degli animali nei circhi appare lungi dal potersi considerare concluso e sicuramente risulta al momento privo di evidenze condivise, soprattutto di tipo scientifico; dall’altro i Paesi Europei di maggiore tradizione circense hanno fino ad oggi ritenuto di dover preferire la regolamentazione, anziché il divieto, della presenza degli animali nei circhi;
i circhi italiani nella quasi totalità dei casi dispongono di animali al seguito che vengono attualmente autorizzati ad allestire temporaneamente i loro spettacoli solo dopo rigorosi controlli da parte del servizio pubblico veterinario;
a partire dalle istanze di contributo per l’anno 2008 a valere sul FUS è stata opportunamente prevista l’attestazione che: “Il soggetto non ha riportato condanne per i delitti di cui al titolo IX bis del Libro II del Codice Penale e non ha commesso ogni altra violazione di disposizioni normative statali e dell’Unione Europea in materia di protezione degli animali”, e che il decreto ministeriale 27 luglio 2017, confermando la predetta impostazione, richiede espressamente, a pena di inammissibilità, che la domanda di contributo presentata dalle imprese di produzione di circo e di circo contemporaneo sia corredata dalla dichiarazione di non aver riportato condanne definitive per i delitti in materia di protezione, detenzione e utilizzo degli animali;

valutato infine che:
sussistono adeguate garanzie poste a tutela degli animali nella erogazione dei contributi a valere sul Fondo unico per lo spettacolo;
i soggetti auditi dalla 7ª Commissione o che si sono espressi attraverso contributi scritti, in prevalenza non ritengono di dover optare per la dismissione dell’utilizzo degli animali nei circhi, fatta eccezione per LAV – Lega Anti Vivisezione e FNOVI – Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani;

riepilogate sinteticamente le posizioni espresse dai soggetti auditi, quali:

la LAV Onlus, la quale ha affermato con chiarezza la sua posizione ormai consolidata da anni: vietare l’utilizzo degli animali nei circhi e favorire invece la riconversione degli spettacoli e il sostegno alle attività artistiche umane. A supporto di tale posizione si è più volte richiamato l’orientamento normativo in tal senso di molti Paesi, anche membri UE e la linea politica del precedente Governo che anche con riferimento al disegno di legge “Deleghe al Governo per il riordino della disciplina in materia di spettacolo e per la modifica del codice dei beni culturali e del paesaggio”esprimeva la volontà del superamento dell’utilizzo degli animali nelle attività circensi; volontà confermata, da ultimo, anche dall’attuale Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. Ai fini dunque del superamento dell’utilizzo degli animali nei circhi e nell’ottica di una ridefinizione dei criteri e parametri per l’attribuzione dei fondi del FUS, la LAV Onlus ha chiesto che non sia più finanziato l’utilizzo degli stessi ma anzi si sostenga la riconversione dei numeri e delle attività circensi, con l’auspicio che tale riconversione avvenga al più presto anche in conseguenza della crisi economica, finanziaria, occupazionale e di pubblico del settore circense che rende necessario un rinnovamento orientato verso forme di circo contemporaneo che non prevedano appunto l’utilizzo di animali;
la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI), la quale ha ribadito, come già nell’audizione svolta nel 2017, che è necessario garantire la salute e il benessere degli animali, nonché la salute pubblica, e ha sottolineato di volere adottare in tal senso un approccio scientifico mettendo a disposizione le conoscenze scientifiche acquisite in materia di rapporto uomo – animale tipico delle attività circensi tradizionali che oltre ad essere anacronistiche propongono una visione distorta del suddetto rapporto, senza tenere in considerazione il rispetto delle esigenze etologiche degli animali. La FNOVI ha richiamato inoltre l’attenzione su tutti quei fattori “stressogeni” tipici degli spettacoli circensi che influiscono notevolmente sul benessere animale e si dichiara dunque contraria alla detenzione degli animali per scopi ludici dell’uomo;
l’Ente Nazionale Circhi ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme richiamando l’attenzione sulla principale emergenza con la quale le imprese del settore sono chiamate a fare i conti ogni giorno: la mancanza di aree pubbliche sulle quali i circhi, con o senza animali, devono poter allestire le loro strutture, in palese violazione di una legge approvata dal Parlamento nel 1968. Ha poi evidenziato il carattere “punitivo” che assumerebbe la dismissione degli animali dai circhi, in quanto avrebbe la conseguenza di privarli anche di tutte le specie domestiche che invece potranno continuare ad essere impiegate in ogni altro contesto di spettacolo, sport, palii, esposizioni, ecc., aggiungendo che le conseguenze su un settore che impiega migliaia di addetti (fra diretti e indotto) sarebbero esiziali anche dal punto di vista economico e occupazionale, per concludere che non spetta allo Stato imporre per decreto l’offerta artistica che i circhi debbono presentare al pubblico, in quanto sarebbe una forma aberrante di “proibizionismo”, inconciliabile non solo con la libertà di impresa e di espressione artistica costituzionalmente garantite, ma anche con la cultura democratica che permea di sé ogni ogni ambito della vita del nostro Paese;

esaminati i contributi scritti pervenuti da altri soggetti non auditi direttamente dalla 7a Commissione, quali:

la Federazione Europea Detentori Animali Esotici (FEDEA), la quale si è dichiarata a favore del mantenimento dell’utilizzo degli animali nei circhi attraverso una corretta regolamentazione e dando agli operatori del settore la possibilità di gestire i Centri di recupero degli animali dismessi e/o anziani. In linea generale FEDEA ha chiesto una regolamentazione del settore circense attraverso una collaborazione costruttiva con gli imprenditori del settore;
Club Amici del Circo (CAdEC), che si è espresso a favore di un percorso di crescita e progresso in materia di animali nei circhi basato su criteri scientifici e oggettivi e finalizzato “a regolamentare senza vietare individuando i modi adeguati per lavorare con gli animali in funzione del loro benessere, rifiutando il pregiudizio “addestramento=maltrattamento”;
il Sindacato Italiano Veterinari Liberi Professionisti (SIVELP), che ha posto l’attenzione sulla necessità di valutare il benessere degli animali presenti nei circhi sulla base di parametri metabolici e sull’osservazione oggettiva e in tempi giusti; una valutazione libera da condizionamenti ideologici e convinzioni personali che deve tenere conto del legame affettivo che viene a crearsi tra uomo e animale nonché delle conseguenze, in termini di benessere fisico e psicologico, generate dalla separazione. SIVELP, invitando a non confondere il benessere animale con la reazione psicologica che alcuni spettatori possono avere di fronte allo spettacolo che impiega animali, ha messo in luce come sia del tutto evidente che se gli animali nei circhi fossero in uno stato di stress cronico e quindi di malessere, avrebbero come conseguenza una ridotta durata della vita;

ritenuto dunque che occorra incentivare il circo in tutte le sue espressioni e declinazioni, ma che siano particolarmente urgenti interventi mirati a garantire condizioni dignitose di attendamento per i complessi – con e senza animali – e lo spettacolo viaggiante, necessitando di spazi idonei e attrezzati;

ricordato che in Europa le esperienze più avanzate di promozione e sviluppo del circo non hanno la pretesa di indirizzare la tipologia di spettacolo (con o senza animali) ma di assicurare standard di qualità e professionalità, e che anche il caso più emblematico di circo contemporaneo, il Cirque du Solei, ha più volte ribadito che la decisione di non utilizzare gli animali non ha altre motivazioni se non quelle artistiche;

impegna il Governo:

in attesa di provvedimenti normativi che, dopo la mancata approvazione dei decreti legislativi che avrebbero dovuto essere adottati entro dodici mesi dalla entrata in vigore della Legge 22/11/2017 n° 175, affrontino in maniera organica il futuro del circo in Italia, a valutare, nell’ambito di un processo di revisione dei criteri di assegnazione dei contributi del FUS, l’opportunità di favorire misure finalizzate ad incentivare il benessere degli animali regolarmente presenti nei circhi italiani attraverso la predisposizione di aree attrezzate in applicazione della L. 337/68.

MOLES, BARBARO, IANNONE, CANGINI, SAPONARA, ALDERISI, GIRO, BORGONZONI

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