Skip to content Skip to footer

Funambolika 2018: a Pescara la struttura classica del circo diventa un Cult estivo

di Dario Duranti

Il Festival Funambolika di Pescara si conferma un ottimo osservatorio per analizzare il panorama dell’arte circense, sia essa declinata secondo i canoni della tradizione, o latrice di innovazione aprendosi a contributi e apporti provenienti da percorsi circensi meno convenzionali. La dodicesima edizione della manifestazione organizzata dall’Ente Manifestazioni Pescaresi con la Direzione Artistica di Raffaele De Ritis, che l’ha ideata e fondata, ha mantenuto il tris di appuntamenti che ha caratterizzato la struttura negli anni precedenti, in altrettanti luoghi caratteristici della città: i clown belgi Okidok con lo spettacolo Slip Inside presso l’Arena Porto Turistico; il Gran Galà du Cirque al Teatro D’Annunzio e la prima assoluta del nuovo spettacolo di Kai Leclerc, “Cirque Fantastique – Upside Down” sotto l’innovativa struttura pneumatica Kaidome all’interno del Parco De Riseis.

Foto Roberto Sala
Gli Okidok, vantano un luminoso percorso artistico, impreziosito dalla vittoria nel 2003 al Festival Mondial du Cirque de Demain. Dopo aver calcato piste e palcoscenici di tutto il mondo, vestendo nasi rossi e personaggi dalla foggia molto clownesca, compiono un salto davvero mortale per spogliarsi dei loro costumi e presentarsi in scena in mutande bianche e occhialoni. La loro comicità non è intaccata da questo cambio di look, ma anzi viene esaltata e riportata all’essenziale.

Foto Roberto Sala

Il momento più atteso di Funambolika è senza dubbio il Gran Galà du Cirque evento realizzato in esclusiva per Funambolika e curato da Alessandro Serena e Raffaele De Ritis. Dopo dieci edizioni non è facile soddisfare le aspettative di un pubblico abituato ad assistere ad esibizioni laureate nei festival più importanti del mondo e continuare a riscuotere curiosità e interesse. Ma il sold out al botteghino e la coda di pubblico all’esterno in cerca degli ultimi posti in piedi un’ora prima dello spettacolo testimonia la qualità del lavoro fatto in questi anni e l’affetto degli spettatori.

Foto Stefano Celiberti

Per chi capita per la prima volta a Funambolika, l’emozione più forte è vedere una platea di 2300 spettatori esaurita: un colpo d’occhio eccezionale. Si tratta forse della più vasta platea circense in Italia, accarezzata da una piacevole brezza a poche decine di metri dal mare. Un palcoscenico ampio e senza fronzoli, ma ben illuminato e che lascia intravedere una bella pineta come scenario naturale è la cornice di questo vero e proprio evento che porta in Italia un cast internazionale per lo più inedito nel nostro paese, e l’unico in campo circense organizzato da un ente culturale.

Le sorelle Azzario a Monte Carlo

L’apertura del ricco show è stata affidata a Katlin Vassileva, discendente della celebre troupe acrobatica Petrov, neodiplomata all’Accademia del Circo di Verona nel giugno scorso. Katlin si è prodotta prima in un grazioso numero di hoola hop e successivamente in una elegante performance al “tessuto unico”, disciplina innovativa portata al successo da Anastasia Makeeva. Il giovanissimo e talentuoso Tim Krieger, Medaglia d’Argento al Festival di Parigi, ha letteralmente impressionato con le sue evoluzioni (tra cui una spettacolare spaccata) alle cinghie aeree. Helena Polachova è un concentrato di energia, sensualità, precisione e temperamento: la sua grinta in scena fa passare in secondo piano qualsiasi eventuale sbavatura. Il suo charme e l’innata comunicativa rendono il suo numero di giocoleria con i palloni un momento di grande spettacolo. Non da meno è Quincy Azzario che avevamo lasciato qualche anno fa al Festival di Monte Carlo in coppia con la sorella protagoniste di un raro testa a testa al femminile disegnato dall’indimenticato Eugenio Larible. La ritroviamo in vesti di verticalista solista, con un look radicalmente modificato (ma altrettanto efficace): la precisione e la tecnica impeccabile sono inalterate così come il magnetismo e la presenza scenica. E’ un ritorno nel nostro Paese quello di Avital e Jochen Pöschko che nel 2014 scoprimmo al Festival di Latina con il loro trapezio oscillante: una esibizione che ha suscitato un particolare interesse in quanto rara da vedersi al di fuori di uno chapiteau anche per regioni tecniche e di altezze. Il Duo Ballance ha letteralmente fatto tremare le gradinate del Teatro D’Annunzio scaldando la platea dal primo esercizio all’ultimo del loro repertorio, come già avvenuto nel gennaio scorso a Monte Carlo.

Pochi giorni prima dell’inizio di Funambolika si è diffusa la notizia della prematura e improvvisa scomparsa del grande clown americano Rob Torres annunciato da diversi mesi come guest star di questa edizione della manifestazione pescarese. A Peter Shub è toccato l’arduo compito di colmare la sua assenza. Shub è un gigante della comicità e le sue gag ormai dei grandi classici. Con il suo stile ha impreziosito la serata che inevitabilmente si è conclusa con il commosso ricordo del giovane clown scomparso affidato alla voce, a tratti rotta dall’emozione, di Alessandro Serena a nome di tutta l’organizzazione. Istanti davvero toccanti.

Foto Silvia Mazzotta

Il giorno successivo ha debuttato Cirque Fantastique – Upside Down scritto e diretto da Kai Leclerc con lo stesso Kai affiancato da Valentina Padellini e Mattia Ruggeri, giovani artisti formati presso Cirko Vertigo (che con Funambolika ha collaborato a coprodurre il progetto).
Dopo una carriera trentennale nelle piste più importanti del mondo (dal Circo Roncalli al Cirque du Soleil, da Knie a Ringling-Barnum) con il suo numero unico al mondo di upside down, la celebre camminata sul soffitto a testa in giù, quest’anno Kai Leclerc ha coronato il suo sogno di realizzare un proprio spettacolo in cui porta in scena i suoi grandi classici e diversi numeri nuovi. Kai è un vero e proprio cartoon vivente, vulcanico illusionista e funambolico fantasista in grado di sovvertire il senso comune, camminare a testa in giù a otto metri d’altezza nella celebre performance di sua creazione “Upside Down”, trasformarsi in un pantagruelico tenore tutto pancia, che canta arie napoletane e danza con leggiadria sulle punte come una étoile del balletto classico.

Foto Stefano Celiberti

Arriva in scena uscendo da una gigantesca lettera regolarmente affrancata, giocola con indomabili zampilli d’acqua, propone pesci di varie forme e dimensioni come protagonisti di un surreale serraglio delle meraviglie, presenta un grosso cannone che spara sul pubblico un pericolosissimo pesce spada, crea stupendi anelli di fumo che come proiettili di un’arma innocua o palle di un bowling virtuale, abbattono i bersagli posizionati sulla testa degli spettatori. Kai ha costruito lo spettacolo attorno a sé, al suo personaggio istrionico e stravagante, e soprattutto ha costruito intorno a se una tensostruttura altrettanto surreale e innovativa: uno chapiteau gonfiabile, a metà tra una gigantesca nuvola e una mongolfiera delle meraviglie, una struttura autoportante che non richiede di picchetti, pali o antenne, per di più climatizzata e dotata di aria condizionata diffusa da una nuvola pneumatica che sovrasta la testa degli spettatori comodamente seduti su una gradinata da 260 posti, esaurita per sette repliche consecutive.

Foto Stefano Celiberti

Dunque un’edizione ricca e premiata dal pubblico (quasi 5000 biglietti staccati) che conferma la tenuta di questa manifestazione e genera ottimismo sull’interesse che il pubblico continua a nutrire verse le arti circensi proposte con gusto e originalità.