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Esce l’autobiografia di “monsieur Loyal”

“Hai finito di fare il clown?” Chissà quante volte il piccolo Serge avrà sentito questo rimprovero dai suoi genitori. I quali, però, se ne sono dovuti fare una ragione. Non solo il loro figlio voleva fare il clown, ma era affascinato dall’universo del circo sin dall’età di cinque anni. Una vocazione precoce, che lui stesso paragona alla fede religiosa. Inizia così la presentazione dell’editore francese Calmann-Lévy al volume autobiografico che Sergio, all’anagrafe Serge Drouard, ha appena pubblicato: Loyal mais jusqu’où? Lo rivedremo fra pochi giorni sulla pista del Festival di Massy, ma Sergio ne ha calpestate di piste di segatura, ed oggi si gode la celebrità intervistato da tutti i media francesi. Monsieur Loyal è un vero e proprio personaggio, al quale non manca nulla: si è formato nel teatro e nel cabaret, è stato l’animatore del music-hall Paradis Latin di Parigi, ma l’impronta indelebile che l’accompagna da una vita è, appunto, quella di uno dei simboli più noti del mondo circense, il monsieur loyal, il ringmaster di classe.

Il costume di Monsieur Loyal donato da Sergio al Museo di Alain Frére

E’ stato presentatore in celebri circhi mondiali, dalla metà degli anni 70 è stato l’annunciatore ufficiale del Festival di Montecarlo, chiamato dal principe Ranieri, e da quel momento è diventato un volto pubblico assai noto anche nel mondo dello spettacolo, dove ha stretto amicizia con Alain Delon, Jean Richard e tanti altri, compresa Line Renaud, la famosa cantante e attrice francese che fra l’altro firma la prefazione al libro di Sergio.
Dall’età di quindici anni entra al Circo d’Hiver della famiglia Bouglione e non da subito per indossare l’elegante frac rosso e nero, ma comincia come ragazzo di pista e di gabbia e anche clown.
Ha lasciato la pista lo scorso febbraio, guadagnandosi pagine e pagine di stampa francese (Libération ha scritto un lunghissimo servizio-intervista), ma non riesce a tenersi del tutto lontano dal circo. L’autobiografia contiene ricordi, rivelazioni, giudizi taglienti, la memoria di momenti di divertimento ma anche tragici, l’incrollabile amicizia con la famiglia Bouglione.

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