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Erika Lemay. L’essenza della perfezione

di Alessandro Serena

Almost Perfect. Il primo (e speriamo non ultimo) libro di Erika Lemay è una robusta e scorrevole guida per chiunque voglia andare alla scoperta di come creare la propria “storia di successo attraverso la passione e il coraggio”. Un curioso e vincente mix di nozioni di training autogeno, di alimentazione, ginnastica, auto motivazione e soprattutto vita vissuta. Dato che tutte le nozioni esposte in maniera chiara, suggestiva e funzionale, sono snocciolate attraverso l’avvincente autobiografia di questa artista davvero fuori dal comune.
Un’artista che nel corso degli anni si è esibita ai livelli più alti, nei maggiori teatri del mondo, in circhi di primaria importanza (dal Cirque du Soleil al Festival di Monte Carlo), eventi prestigiosi di ogni tipo, persino appesa a dei palloni ad elio all’interno di un grande stadio. Davanti a famiglie reali e celebrità come Bill Clinton, Madonna, Prince e tanti altri.
Ben nota anche in Italia oltre che per numerosi eventi speciali per aziende primarie anche per la partecipazione come stella al Gran Gala du Cirque all’anfiteatro D’Annunzio di Pescara e al Vittoriale di Gardone Riviera (con paginone di Repubblica). Per essere stata ospite fissa per un’intera stagione tv da Piero Chiambretti. E per i suoi speech, fra i quali una conferenza all’Università degli Studi di Milano.
Il racconto di Erika inizia dalla fine. Qualche mese prima del Covid, durante un’esibizione per un importante evento, mentre l’artista conta, come d’abitudine, i secondi che la separano dalla figura acrobatica successiva, tutto d’un tratto si rende conto che il braccio sinistro le è completamente uscito dal posto. In maniera nonostante tutto elegante raggiunge il camerino ma la sua mente e il suo corpo sono attraversati da tre chiare sensazioni: “il pubblico si sarà accorto di tutto”, “ho avuto una bella carriera”, “mi ritrovo deforme e forse lo rimarrò per sempre”.

Da questo colpo di scena, tragico ma avvincente, prende il via il racconto di Erika della propria vita e della propria carriera, che in pratica combaciano perfettamente. Gli inizi in una scuola di danza a soli quattro anni, le esperienze nella ginnastica artistica, l’approdo al circo ed in particolare alle discipline aeree.
In 22 capitoli brevi e coinvolgenti come in un romanzo giallo l’artista racconta di trionfi (tanti) e delusioni (rare e sempre formative) che la portano in viaggio per tutto il mondo alla costante ricerca di dare il meglio. Anche se questo costa il sacrificio di un’agenda di vita calcolata al minuto, come calcolate alla frazione di secondo sono le sue performance, frutto di ore e ore di prove quotidiane.
Alcuni passaggi sono vicini a vere e proprie esperienze mistiche. Come quando decide di cimentarsi in una nuova disciplina, il verticalismo, distruggendo del tutto la propria comfort zone. E quando, proprio per questo fine, decide di frequentare per tre mesi una severa scuola cinese. Un percorso iniziatico da grandi pensatori, alla Siddharta, Zarathustra o, per restare più pop, alla Kill Bill.

Il libro scorre inesorabile, proprio come un fiume, tra piccoli particolari come il nastro utilizzato per fissare un microfono a considerazioni generali sulla forza di volontà. È anche questo continuo passaggio dal grande al piccolo, dal dettaglio al globale a rendere la lettura piacevole e stimolante. Con continue riflessioni sulla motivazione, sul lavoro, sull’autostima, sulle fragilità dell’essere umano.
C’è molto da imparare e da godersi anche per persone navigate e con un’esperienza di vita vissuta. Un volume per tutti da leggere con la consapevolezza che il lavoro più duro è stato già fatto, da lei, da Erika.
Un libro che finisce per assumere valori simbolici universali, perché inizia da un mondo che viene distrutto in maniera del tutto inaspettata, proprio come successo per tutti noi con il Covid. Ma che trova poi una ragione ed un modo per continuare ad evolversi.
E verso la fine del volume, dopo aver ricevuto encomi da celebrità di tutto il mondo, saranno le parole gentili ed emozionate di una umile cameriera ucraina a donare di nuovo ad Erika la motivazione di procedere nella creazione di arte. Ancora coincidenze con i grandi fatti del mondo. Di certo c’è tanto bisogno oggi di arte e di speranza. E tanto bisogno di libri come questo.