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“Empreintes”: tradizione e innovazione da Gruss

L’impressionante chapiteau del circo nazionale Alexis Gruss è visibile ben prima di avvicinarsi al Bois de Boulogne, il più grande bosco suburbano di Parigi, nel quale il complesso delle strutture viaggianti della famiglia è immerso. Dal 2009 il tendone è stabilmente ancorato in questo spazio aperto ai limiti della capitale francese, dove vengono presentate le produzioni invernali in attesa di rientrare, dopo marzo, nel quartier generale di Piolenc, in Provenza.
La trentottesima creazione del circo Gruss si chiama “Empreintes”, e ricalca sin dal nome lo stretto legame con la tradizione e con un sapere circensi che guardando con fierezza al passato, rimarcando, proprio come delle impronte, un cammino lunghissimo fatto non solo di stelle del circo, ma di un vero metodo di ricostruzione dello spettacolo circense basato sulla relazione strettissima fra uomo e cavallo.
Alexis Gruss, classe 1944, è una vera leggenda vivente del circo, considerato unanimamente l’iniziatore di quell’esperienza che oggi conosciamo come Cirque à l’ancienne, (dal nome del suo primo spettacolo, del 1974), basata sulla metodologia, sui tempi, sull’estetica degli spettacoli all’antica. L’arte equestre viene non solo recuperata ma soprattutto ripensata per fungere da perno intorno al quale costruire lo spettacolo circense contemporaneo. Fin dai primi spettacoli degli anni Settanta, Alexis Gruss si è imposto come il vero erede di una tradizione illustre che rimonta le sue origini ai padri del circo moderno, come Astely e Franconi.
Il riconoscimento internazionale non tardò per lui ad arrivare, e già nel 1977 il circo Gruss è invitato a rappresentare in occasione dell’inaugurazione del nuovissimo Centre Pompidou nel cuore di Parigi. Seguono festival di arti circensi di livello mondiale, e qualche apparizione in prestigiosissimi festival di teatro, come la Biennale di Venezia o il Festival d’Avignon.

Charles e Alexandres
Pur sbilanciandosi coraggiosamente verso le forme del nouveau cirque, alle quali è dedicata tutta la seconda parte dello spettacolo, Empreintes non poteva che essere una celebrazione dell’arte equestre. La prima parte è infatti un trionfo di esercizi equestri delle stelle di famiglia, che si esibiscono magistralmente in corse con cavalli in totale libertà, volteggi, cadute a terra, doppia posta a sei cavalli, alta scuola, caroselli, piramidi e altre mirabili figure. Tutto sotto la direzione rigorosa di nonno Alexis, vero punto di riferimento in pista. Marsina rossa e cilindro nero, sostenuto da un’eleganza e da una presenza scenica impeccabili, è lui a dirigere i cavalli, modera attentamente il ritmo, descrive le traiettorie, costruisce coreografie equestri. Capiamo subito che il suo rapporto con questi animali va al di la della semplice complicità; qui si tratta di una vera e propria simbiosi oltre che di amore. Alexis carezza e bacia ripetutamente i suoi pupilli, e loro gli regalano impennate e figure mozzafiato.
In famiglia i Gruss non hanno mai smesso di cercare la grandezza dei movimenti, la bellezza delle immagini, la finezza dei gesti, i loro meravigliosi cavalli, (di cui ricordiamo i magnifici Traits russi e i Postier bretoni). Sempre incredibile e di sicuro effetto comico è il classico numero dell’elefante barbiere, dove un bel esemplare di femmina entra in pista, si accomoda sul suo sgabello e inizia a fare barba e capelli al malcapitato servo di scena chiamato apposta. Alla fine del servizio il risciacquo è dei più divertenti: dopo essersi riempito la proboscide il pachiderma la svuota sul cliente!
Lo spettacolo poggia saldamente sulla tradizione, tuttavia è nella seconda parte, dopo l’intervallo, che la famiglia si diverte a sperimentare il nuovo circo, e lo fa in modo teatrale, quasi naif. Qui tutto si gioca senza presunzioni, senza volgarità. I Gruss mantengono la serenità di chi si diverte a farsi beffe delle abitudini dell’anziano nonno Alexis, che infatti guarda questa parte dello spettacolo dall’ombra delle quinte, mentre le generazioni di figli e nipoti sono alle prese con la sperimentazione più ardita. Contorsioni e danze serpentine, geometria aerea dei cubi tubulari che volteggiano fra le mani dei piccoli Gruss, una complessa coreografia di passing di clave, e poi ancora i tessuti, gli esercizi sulla scala a pioli… Empreints è insieme tradizione e innovazione.
Ricordiamo allora questi campioni del circo all’antica, che sanno trasmettere una rara immagine di unità famigliare tutta basata sull’amore per la propria arte: il primo, senza dubbio, maître Alexis Gruss, i suoi figli Stephan, Armand, Firmin e Maud Florees (nata Gruss); i nipoti Charles, Alexandre, Louis e Joseph. Ma sarebbe un quadro senza dubbio incompleto se non ricordassimo la meravigliosa Gipsy, sposa di Alexis, nata Bouglione, magnifica funambola, giocoliera, cavallerizza e trapezista. Entra in scena con eleganza ed esperienza, forte di una presenza scenica impressionante, ci regala ancora delle pregevoli figure al trotto. A chiudere questo splendido ritratto è un gradito amico di famiglia, il bravo Francesco Fratellini, alla sua terza stagione alle dipendenze del circo nazionale, e che (ri)monta un numero comico a cavallo secondo lo stile del compianto padre, Tino Fratellini, vedette del Cirque à l’ancienne. Completano la troupe Tony Florees Nathalie Gruss, Anna Micheletty e Sarah Florees. Una troupe di altissimo livello che sa tenere il ritmo per oltre due ore, specialmente da quando Stephan ne ha preso la direzione con la complicità dei suoi e della coreografia di Sandrine Diard, così come del maestro d’orchestra Sylvain Rolland, le luci di Arthur Oudin, Antony Etienne, Nicolas Miroslaw.
Fra i tanti orgogli di famiglia c’è spazio per un pizzico di nostalgia. Infatti è ai suoi genitori che si ispira Alexis Gruss: lo notiamo quando, fra una quadriga e una piramide, una voce fuori campo ci racconta le origini e le glorie della dinastia: Maud e André Gruss, genitori di Alexis, morti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altra nel dicembre 2003. Lei discendeva dalla famiglia Poisson, dinastia di grandi mostratori di animali attiva nelle fiere del XVIII e del XIX secolo. Lui fu un formidabile augusto, trombettista virtuoso, acrobata, cavallerizzo e cascatore eccentrico. Stephan, che ha concepito Empreintes, spiega bene il suo progetto nel libro di sala. Si ricorda di quando suo nonno raccontava del circo Medrano, dove potevano esserci tre troupes di cavellerizzi nello stesso spettacolo, e ognuna con la sua storia, la sua tradizione, le sue maniere, le sue specialità, le sue prodezze specifiche.
Alla fine dello spettacolo grandi e piccoli sono felici. In chiusura tutta la famiglia sfila davanti al suo pubblico in una parata gioiosa dove sono presenti tre generazioni di artisti circensi. La famiglia Gruss, modello di unità e gentilezza, non punta mai al mero sensazionalismo, ma risulta fine e intelligente nelle sue creazioni e nel modo di presentarle al pubblico. È umile ma orgogliosa, come la disciplina dalla quale nasce questo movimento magico che ci porta verso un regno dove siamo sempre ammirati e stupiti. Il tutto nella semplicità di questa immensa famiglia di artisti.
Filippo Ferraresi