Marco Zita è scomparso nella notte fra il 4 e 5 agosto nella sua casa al mare a Lavinio. È stato il più importante produttore italiano di spettacoli circensi televisivi dell’ultimo quarto di secolo.
Sin da giovane appassionato di tutto ciò che riguarda le tecniche della ripresa e del montaggio televisivo, si distingue ben presto creando una propria compagnia di produzione che si occupa dapprincipio di spot e promo realizzati per il terzo polo, ovvero per l’allora Tele Monte Carlo.
Nei primi anni ’90 l’incontro con Sergio Valzania, allora autore e curatore di innovativi programmi televisivi e in seguito fra i massimi (e più efficienti) dirigenti Rai, soprattutto grande sostenitore dell’efficacia del Circo in TV, che gli suggerisce la creazione di varie società di produzione, da lui sempre presiedute e dirette, che si occuperanno delle più importanti produzioni televisive su spettacoli circensi in Italia degli ultimi 25 anni, raccogliendo l’eredità di quelle di Walter Nones, immediatamente precedenti e per un breve periodo rivali.
Inizia con operazioni di relativa facilità basate su montaggi di produzioni pre-esistenti ma ben presto comincia ad impegnarsi in iniziative imprenditoriali dall’architettura innovativa e da allora il suo archivio di produzioni televisive diventa il più importante database mondiale a cavallo fra i secoli. Si muove in maniera rigorosamente ispirata da motivi commerciali, ma riuscendo sempre a raccontare in maniera piuttosto precisa il circo del suo tempo.
La presenza ferma e importante in patria, fra il sostegno ad uno degli eventi più importanti di quegli anni, il Festival di Verona, e la decisione di riprendere spettacoli in tour, come il Circo Cinese importato da Walter Nones, si alterna con scelte rischiose ma ben portate a termine come quella di realizzare una serie di otto puntate speciali dedicate al Circo di Mosca e realizzate al Bolchoj allora diretto da Leonid Kostjuk. Produzione che rimane unica nel suo genere e che resta un ritratto preciso del livello dell’arte circense nel corso della transizione dall’Unione Sovietica alla Russia.
È lui, in seguito, a rendere un piacevole appuntamento televisivo per gli spettatori italiani i vari festival del mondo, da Parigi a Budapest, da Massy a Stoccolma. Senza dimenticare il Festival per eccellenza, Monte Carlo, di cui cura la produzione esecutiva delle edizioni italiane per lustri, sempre con ottimo successo.
Laureato con lode in materie umanistiche, persona colta, erudita, profonda, dalle vaste conoscenze letterarie, con frequentazioni sia dei classici greci e latini che di sperimentatori dei nostri giorni. Allo stesso tempo capace di un umorismo immediato, alla portata di tutti, ma alla bisogna con riferimenti alti. Gaudente innamorato dei vari e vasti piaceri della vita ma allo stesso tempo concreto, lavoratore, sul punto. Sempre aggiornato sugli ultimi sviluppi del linguaggio radiotelevisivo e delle più avanzate tecniche di ripresa e di montaggio. Capace di padroneggiare con disinvoltura tre o quattro lingue.
Dotato di un carisma magnetico che stimola un nutrito gruppo di esperti e validi collaboratori a seguirlo con impeto in innumerevoli avventure produttive indimenticabili in Italia, Francia, Svezia, Ungheria, Russia, e molti altri paesi ancora. Paola Portone, Antonello Tonelli, Francesca Lombardi, Carla Pettini, il fratello Maurizio Zita. E compagni di viaggio di lungo corso, interni alla Rai, come Antonietta Durante, Annamaria Catricalà e, fino all’ultimo, Emanuela Andreani.
Per un certo periodo diventa agente esclusivo di Marco Baldini (super dj noto anche per il lavoro di fiancheggiamento di Fiorello) che convince a presentare uno dei più curiosi esperimenti di circo televisivo, quel Fiesta in Venice che porterà in laguna decine di protagonisti del circo contemporaneo.
Crea poi Circo Massimo che diventerà il format di circo televisivo più di successo degli ultimi decenni in Italia e nel mondo. Avvalendosi anche della collaborazione di importanti famiglie di circo italiane fa arrivare da noi attrazioni internazionali in Italia per la prima, e spesso unica, volta. Una straordinaria testimonianza del panorama circense mondiale con le sue almeno quattro puntate all’anno (ovvero almeno 70 numeri, ma a volte furono il doppio) per quasi due lustri. Coinvolgendo personaggi tv del calibro di Fabrizio Frizzi, Filippa Lagerbach, Belen Rodriguez, Laura Freddi e molti altri. Riesce a volte a dare spazio (seppure con molti limiti) anche ad istanze storiche e istituzionali.
È fra i primi a riproporre in patria il neo profeta David Larible, reduce dai freschi successi monegaschi e americani, affiancandolo alla giovane Lara Orfei e poi alla sua celebre mamma Moira. E poi i più importanti artisti della penisola, quasi nessuno escluso, Flavio Togni, Stefano Orfei (anche co-conduttore), Mario Bellucci, ed è bene fermarsi qui per non dimenticare nessuno, perché sono legioni. Fra le poche assenze quella della famiglia Casartelli De Rocchi con la quale però era spesso stato in trattativa. Dà grande spazio ai giovani e alle nuove realtà, con spirito sinceramente generoso. Contribuisce di certo in maniera importante a diffondere l’immagine del circo classico nel mondo.
Di carattere impetuoso, finisce per conoscere tutti i più importanti personaggi circensi italiani degli ultimi decenni, entrando con loro in un colloquio fitto e a volte proficuo ma mai banale o scontato.
Era rimasto lucido, durante i primi attacchi degli animalisti degli anni 2000, conservando sempre ampio spazio per i numeri di animali, seppure esigesse lui stesso le massime cure e cautele.
Attinge anche fra esperti di circo per le sue produzioni, Raffaele De Ritis e il sottoscritto, in quanto a consulenza e progettazione artistica e, per la parte tecnica Tommy Cardarelli, la famiglia Errani e infine quella di Gaetano Montico.
A qualche scelta sbagliata fa seguire o precedere molte più intuizioni geniali sempre ben realizzate che spalancano nuovi percorsi e linguaggi.
Con lui scompare un pezzo di storia del circo in tv che affonda le proprie radici negli spettacoli di Billy Smart e che, con grande probabilità, non tornerà mai più, sostituita e fagocitata da reality e talent di varie fogge.
Il presidente dell’Ente Nazionale Circhi Antonio Buccioni, i consiglieri, tutti gli associati, i redattori e collaboratori della rivista Circo e di questo sito porgono le loro condoglianze alla giovane figlia Caterina, agli amici e ai parenti.
Si uniscono al saluto delle centinaia di artisti circensi di ogni parte del pianeta ripresi e mandati in onda in tutto il mondo di fronte, con ogni probabilità, a un numero di spettatori che, negli anni, potrebbe essere arrivato a centinaia di milioni. Se da ognuno di loro arrivasse un sospiro non ci sarebbero nuvole in cielo stasera.
Alessandro Serena