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Duel Reality. A Edimburgo il circo racconta Shakespeare

di Tommaso Pizzolon

Al Fringe di Edimburgo, il più grande festival del mondo, il circo è presente in molti spettacoli. A volte viene utilizzato in maniera pretestuosa, ma non in questo caso. La compagnia canadese The 7 fingers si gioca le proprie migliori carte unendo un’ottima messa in scena ad una notevole capacità tecnica per una produzione di circo teatro ai massimi livelli.

Il complesso canadese, uno dei gruppi nati dopo il successo del Soleil ma con personalità propria, già frequentatore abituale della manifestazione, famoso per Passagers, ha deciso di mettere letteralmente in campo il suo nuovo spettacolo Duel Reality. È proprio un terreno di gioco, infatti, a dare spazio a questa stupenda rivisitazione di Romeo e Giulietta riproposta in salsa moderna, con l’aggiunta di un pizzico di adrenalina. Gli artisti utilizzano il pretesto della competitività tipicamente sportiva per mettere in scena la celebre rivalità tra Capuleti e Montecchi. Lo spettatore si trova di fronte ad uno show molto intelligente, che utilizza il recitato per disarticolare la trama del grande classico shakespeariano e i numeri circensi per dare corpo ad un dramma che alterna commovente passione a momenti di sorprendente estasi.

Al pubblico viene inizialmente chiesto di dividersi fornendo a ciascun spettatore un nastrino rosso o blu. Due vere e proprie tifoserie che a turno esulteranno per una casata o per l’altra in questa sfida combattuta da abilissimi giocolieri, acrobati capaci di salti mozzafiato e tanto altro ancora. Tra le performance più applaudite il numero degli hula hoop, in una versione inedita con anche salti nei cerchi, e quello del diabolo. Del resto si tratta di uno dei pochi casi nei quali lo spirito competitivo finisce per far tirare fuori le parti migliori degli artisti. Le linee che delimitano l’area di gioco diventano così confini tra avversari e alleati, tra agonismo e cooperazione, tra recita e pubblico. Nel corso dello spettacolo gli attori riescono a rompere tali barriere.

Grazie ad una scenografia molto semplice, alla capacità recitativa, e ad una regia molto furba che permette una continuità fluida della messinscena, l’antagonismo diventa percepibile nell’aria. La sensazione è quella di appartenere ad una delle due famiglie e di essere completamente immersi all’interno della recita. Romeo e Giulietta finiscono per giurarsi eterno amore sul trapezio.

Se in questa partita dalle regole indefinite nessuna delle due squadre può dirsi sconfitta, in definitiva è il pubblico a vincere, portandosi a casa il ricordo di uno spettacolo davvero coinvolgente.

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