Si tengono domattina (ore 11) nella chiesa del cimitero di Bussolengo i funerali di Oscar Caroli. Un volto e un nome ben noti nel mondo del circo italiano. Mentre il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, il consiglio direttivo e tutti gli associati, insieme al presidente dell’Accademia d’Arte Circense (dove Oscar ha lavorato per diversi anni), esprimono a tutti i famigliari un sentito cordoglio, merita ripercorrere brevemente la storia artistica di Caroli.
Caroli, un nome una garanzia. E non si può non partire da qui. Dagli “storici” rappresentanti della famiglia (Berto, Guglielmo, Pierino, Alfredo “Boda”, Arturo, Carlo, Rosalia, Gilda, Maria, Giovanna, Adalgisa, Ernesta, Elvirina e Rina. Da Carlo e la “ferma” Maddalena Bernocchi nacquero cinque figli: Romano, Oscar, Stefano, Nikita e Germano.
In pista Oscar Caroli “è stato bravo in tutto”. Lo ricorda Flavio Togni e a ragion veduta. “E’ stato al circo Americano ininterrottamente dal 1965 all’85 e poi ci è tornato nel 93 per restarci fino al 2003”. Ma in seguito non rimase a spasso. Palmiri lo chiamò all’Accademia d’Arte Circense nella fase del suo ritorno a Verona (2004).
E’ ancora Flavio Togni a parlare: “Oscar arrivò da noi con il fratello Romano col numero dell’aerolite, ma fece anche il giocoliere col fratello Stefano, la sorella “Germanina” e la moglie Licia Miletti. Indimenticabile nella “bicicletta comica”, vestito in frac, ma molto bravo anche coi cavalli in libertà e insieme alla moglie credo sia stata la migliore coppia nel cavallo comico. Lo ricordiamo poi per la corsa delle bighe, quindi parate e quadri coreografici, e per il ruolo, svolto sempre impeccabilmente, di capo sala”. Ma in anni antecedenti Oscar Caroli non si è fatto mancare nemmeno l’esperienza di domatore di leoni, per sette anni con Darix Togni.
Sposò Licia Miletti nel 1963 a Pontedera, lei una delle sette sorelle della famosa troupe (Dora, Jone, Liliana, Wanda, Ilvana e Lisa: celebri nell’equilibrismo sui globi, le corde e altro), figlia di Linda Togni e Francesco Miletti.
I suoi tratti distintivi sono stati l’eleganza e la simpatia che contagiava in pista e fuori.
Gli ultimi anni, colpito dalla malattia, li ha trascorsi in una casa di cura vicino al lago di Bracciano, dove è morto. Lasciando di sé un’ottima memoria.