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Denise Errani, un’emigrata di lusso

di Alessandro Serena

La troviamo indaffarata a gestire il bar di uno dei più importanti circhi classici d’Europa (e del mondo), il Knie, che da alcuni anni è diventato la sua casa, visto il rapporto d’amore che è sbocciato fra il figlio maggiore Maycol e la discendente della dinastia svizzera Geraldine.

Denise Errani da giovane nel circo di famiglia
Denise Errani da giovane nel circo di famiglia

Raccontaci un po’ delle tue radici.
Sono ben intrecciate con quelle del circo italiano. Infatti mia mamma Luisa è una Caroli, famiglia che, con i Medini, credo sia la più diffusa fra quelle italiane, grazie ad una discendenza vastissima. Mio papà Nevio Oscar Biasini era “toni” e giocoliere, mia mamma Luisa Caroli faceva in prevalenza le pertiche. Il suo nucleo famigliare di origine era composto da tre fratelli e una sorella che facevano pertiche e tavolo scivolato, portando a casa contratti piuttosto buoni. Come spesso accadeva in quegli anni si sono conosciuti nel corso di una società fra le famiglie. Era una modalità piuttosto consueta: per attaccare una piazza importante o per affrontare una stagione impegnativa due o più famiglie univano le forze e riuscivano ad attraversare momenti duri in maniera meno faticosa.
I miei genitori si volevano molto bene e uno dei risultati fu che il nostro nucleo famigliare divenne piuttosto ampio con fino a sette fra fratelli e sorelle. Dapprima arrivarono solo femmine, ben quattro. Quando già papà e mamma erano rassegnati arrivò il primo maschio, Massimiliano, seguito poi da Alessandro e Denis. Con tutti tengo anche oggi contatti piuttosto stretti anche se la vita ci ha portati lontani.

errani-deniseCom’era la vita nel circo in quegli anni?
Come nella migliore tradizione del circo dell’epoca facevamo un po’ di tutto, erano anni in cui i circhi italiani erano pieni di ottimi generici. Continuavamo l’uso della “società” anche se mio padre era più contento a fare impresa da solo, nonostante le difficoltà. Poteva decidere più liberamente il da farsi.
Fra i tanti episodi una società che ricordo con piacere fu quella con Cleto Niemen per la famosa Estate Romana. Era un evento di grande impatto che cambiò in maniera piuttosto profonda l’approccio culturale delle città verso i loro abitanti. Alla fine degli anni Settanta, in piena austerity e minaccia terroristica, avere la città che si colorava di eventi era davvero una festa popolare, dove il circo, per altro, giocava la sua parte. Ci portavano a fare il numero delle biciclette in tutta Roma, fra vicoli e monumenti prestigiosi, fu davvero divertente.

denise-errani-caroliLa tua storia si intreccia con quella di tuo marito Nevio Errani.
Quando guardo indietro non mi pare possibile che siano passati così tanti anni. Mio papà Oscar era molto amico del compianto Guido Errani, patriarca della famiglia e papà di Nevio, e spesso con i miei fratelli eravamo ingaggiati da loro. Nei primi anni ’80 ci scritturarono per la tournée in Grecia, a quei tempi una meta prediletta per i circhi italiani. Lì si concretizzò una simpatia ed un interesse che erano già nell’aria e diventarono il grande amore della nostra vita. Devo dire che, mentre dal punto di vista sentimentale fu per me una rivoluzione, dal punto di vista professionale le cose non cambiarono molto. Ero gia una ragazza tuttofare, diventai una donna factotum! Il Circo Errani, con le sue varie insegne, era già un complesso di dimensioni interessanti e destinato ad essere per un periodo di ottimo livello. Io facevo tutto quello che era necessario. Oltre che continuare ad esibirmi in pista in vari numeri, guidavo gli autoarticolati, montavo e smontavo il circo in quasi ogni sua parte. Avevo anche compiti di organizzazione, ovvero ero spesso incaricata di assolvere quelle pratiche che sono normali nella vita di un’impresa circense: l’allacciamento luce, la SIAE, le pratiche relative alla piazza, etc.
Dal punto di vista artistico amo ricordare il numero dei globi, oggi ormai quasi del tutto scomparso. Noi l’avevamo riesumato e per molto tempo fu il nostro cavallo di battaglia al Circo Errani. Lasciami dire che, pur non essendo un numero che richiede grande tecnica, era un bel colpo d’occhio con tre belle ragazze e la pista piena di attrezzi e movimenti fluidi.

Denise con Guido
Denise con Guido

Comincia poi un’altra fase della vita, quella di mamma.
So di non essere particolarmente originale, ma da quando sono diventata mamma la mia vita è cambiata. Da quel momento i miei figli vengono prima di qualsiasi altra cosa. Sono tutta la mia vita. Inoltre, ma anche in questo non sono originale, sono convinta di avere avuto la fortuna di avere tre ragazzi speciali: Maycol, Guido e Wioris. Ovviamente abbiamo cercato io e mio marito di farli crescere bene. E abbiamo avuto una buona intuizione quando abbiamo scelto l’Accademia d’Arte Circense per la loro formazione.

Insieme a Maycol
Insieme a Maycol

L’Accademia d’Arte Circense è stata un’esperienza importante per Maycol e Guido.
Fondamentale! E’ stata una decisione maturata negli anni ma poi abbracciata con entusiasmo. Avevamo un importante collaboratore nel dottor Moressa, il cui figlio Marco era iscritto all’Accademia. Ci eravamo così convinti di tentare anche noi quell’esperienza e abbiamo fatto un viaggio fino a Cesenatico con i ragazzi. Devo dire che il più entusiasta era Guido. Era fuori di sé! Bisogna capire che sin da piccolissimo la sua più grande passione erano sempre state le prove in pista. Quando era arrivato in Accademia e aveva visto tutti quegli attrezzi ben disposti, tutti quei ragazzi e ragazze impegnati nelle prove, con tutti quegli insegnanti di cui si capiva subito il livello… non stava più nella pelle per iscriversi. E bisogna aggiungere che fra lui e il signor Palmiri si instaurò subito un legame particolare, infatti, pur essendo Guido ai tempi non certo un ragazzetto tranquillo, evidentemente lasciava intuire la grande passione per la materia, così da far passare sopra a certe sue piccole marachelle. Maycol invece era già un “ometto” anche in quanto alle attitudini e allo spirito di corpo.
Del resto anche mio marito Nevio aveva da sempre un ottimo rapporto con il signor Palmiri, anche grazie al suo ruolo di consigliere o comunque di attivo componente dell’Ente Nazionale Circhi. Insomma quella dell’Accademia non poteva essere una scelta migliore. Se pensiamo poi che proprio lì i ragazzi incontrarono il grande maestro Eugenio Larible, il cerchio si chiude. Noi avevamo già avuto un altro straordinario insegnante in casa, Antonio Randols. E così i ragazzi hanno potuto avere una formazione davvero completa.

E con Wioris
E con Wioris

Certo devo confessare che dal punto di vista della mamma è stata un’esperienza anche molto sofferta, come ben sanno tutte le mamme che lasciano i figli lontani. Pur nella consapevolezza che si tratta di una scelta fatta nel loro interesse, avere i bambini non al proprio fianco è straziante. Mi sottoponevo volentieri a qualsiasi tipo di lungo viaggio per potere stare con loro anche solo poche ore.
Ben presto ci fu una ricaduta positiva anche nella qualità dei nostri spettacoli. Era un ottimo periodo con anche i miei nipoti Priscilla e Elvis che stavano crescendo bene e con tutte le forze di casa riuscivamo a mettere insieme degli spettacoli che, permettetemi di dirlo, facevano bella figura. Per esempio puntavamo molto sulle pantomime come Mowgli e il libro della giungla o La carica dei 101 o altro del genere. Maycol era appassionatissimo degli animali e mandava gli elefanti da piccolissimo: era una vera e propria attrazione. Per quanto mi riguarda i compiti aumentavano, anche se condivisi da tutte le donne del gruppo famigliare, c’era sempre qualcosa da fare. Pensare alla mensa, ai costumi, e tanto altro ancora.

fratelli-errani-clown-oro-montecarloIl trionfo dell’Oro a Monte Carlo visto da una mamma?
Partecipare a Monte Carlo è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Devo confessare che eravamo tutti molto emozionati. Qualche mese prima i ragazzi erano stati invitati al Festival di Wuqiao, in Cina, dove ero andata ad accompagnarli. Un viaggio affascinante dal punto di vista turistico e umano, ma dal punto di vista artistico il numero non funzionò, forse per il fuso orario, per la stanchezza, non lo so. Eravamo consapevoli del buon livello della tecnica, ma a quel punto ci eravamo un po’ intimoriti in vista dell’appuntamento più importante del principato. Ma le tappe di avvicinamento non furono semplicissime. Ricordo che eravamo a Brescia per le feste di Natale e che Guido aveva preso una brutta influenza. Io ero molto preoccupata e mio marito Nevio ad un certo punto era sul punto di rinunciare all’invito a Monte Carlo, passammo un brutto momento. Poi dal momento in cui mettemmo piede nel principato vivemmo una vera e propria favola. La standing ovation della seconda serata ci colse del tutto impreparati. La sera della comunicazione delle decisioni della giuria è rimasta impressa nella mia memoria, quando è stato letto il verdetto dei giurati siamo saltati tutti in piedi. E devo dire che ho sentito un grande affetto proveniente da tutti gli addetti ai lavori, gli italiani in particolare. Fu un anno straordinario per l’Italia, con anche l’Argento per Stefano Orfei Nones e il Bronzo per Wiler Nicolodi.

Denise ha oggi la responsabilità dei punti ristoro del circo Knie
Denise ha oggi la responsabilità dei punti ristoro del circo Knie

È stato fondamentale il tour del 2005 con Knie.
Chi avrebbe immaginato che ci avrebbe cambiato la vita? Dopo il Clown d’Oro a Monte Carlo per i ragazzi si erano aperte porte prima inimmaginabili. Le migliori case facevano a gara per contrattarli con gli icariani. Ricordo che in questo periodo ci furono anche tante riflessioni e considerazioni in famiglia. Lasciare andare i ragazzi per la loro strada significava per forza rinunciare a qualcosa nella nostra impresa famigliare. Per un po’ cercammo di alternare le cose, ma poi capimmo che era giusto lasciargli percorrere il proprio cammino. Ma anche così non potevamo pensare a come sarebbero andate le cose. La cosa più bella è stato l’amore nato fra Maycol e Geraldine Knie. Magari all’inizio fra molte difficoltà ma poi diventato molto solido. Questo ha “costretto” i ragazzi a formare ogni anno nuovi numeri, perché Knie è noto per proporre ogni anno uno spettacolo completamente diverso. Così si sono dovuti cimentare in filferrismo, trampolino, banchina, acrobazia a cavallo e ovviamente varie versioni degli icariani, ed altre sorprese sono in arrivo. Certo si tratta di un lavoro duro. Lo scorso anno Wioris ha avuto un duro infortunio a legamenti e menisco. Piangevo dalla disperazione. Ora sta meglio e sta già provando il numero per la prossima stagione di bascula coreana. Soprattutto Maycol ha assunto con responsabilità il proprio ruolo, ha lavorato duro con gli animali esotici e i cavalli oltre ad occuparsi di moltissimi aspetti della conduzione tecnica.

I fratelli Errani
I fratelli Errani

Per voi genitori invece com’è stato l’impatto?
Per me e mio marito è stato più difficile e lungo integrarsi nel complesso svizzero. Non ci volevamo decidere. Abbiamo per qualche tempo tentato di tenere i piedi in due scarpe. Poi abbiamo deciso di dedicarci anima e corpo a questa avventura e devo dire che ci troviamo benissimo. Nevio ha messo a disposizione la sua lunga esperienza di uomo di circo ed è molto impegnato soprattutto negli spostamenti, mentre nelle piazze lunghe si annoia e quando può scappa in Italia a visitare parenti e colleghi. Io da qualche tempo sono fra i responsabili del punto ristoro del circo. Devo dire che qui tutto è speciale. È un complesso ammirato in tutto il mondo. Eppure la prima cosa che ho apprezzato è la grande semplicità della famiglia Knie. Freddy è un vero signore, questa è una cosa risaputa, mentre è meno noto che sia anche un grande cuoco. Ci sfidiamo ai fornelli e si tratta di belle battaglie, lui adora la cucina italiana. Del resto qui c’è sempre stata simpatia verso gli italiani, infatti c’è una bella colonia insediata da anni.
Certo il concetto di impresa circense qui è del tutto diverso. C’è un’organizzazione perfetta, proprio “svizzera”. Se ci mettiamo poi un naturale talento artistico impreziosito da secoli di esperienza il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Vedere come le istituzioni pubbliche accolgono il circo in Svizzera fa un po’ male al cuore per un italiano, dato che da noi c’è stato un allontanamento progressivo nel tempo. Ma bisogna dire che la famiglia Knie ha fatto di tutto negli anni per meritarsi questo atteggiamento sia da parte dei comuni che da istituzioni come l’Ente Protezione Animali.

Chanel Knie Errani
Chanel Knie Errani

Nostalgia dell’Italia?
Sicuro sia io che mio marito amiamo tantissimo il nostro paese e non appena possibile, nonostante i molti problemi, scappiamo oltre confine a trovare colleghi, amici e persone care. Lo stesso fanno i miei figli. Però devo dire che il prossimo 4 marzo la più giovane artista dello spettacolo, la mia nipotina Chanel Knie Errani compirà quattro anni. Ecco, di fronte al suo sorriso mi si apre il cuore e tutta la nostalgia scompare.

L’intervista compare su Circo gennaio 2015