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Cyrk, il circo di Alessandro Kokocinski in mostra a Milano

Come quando bambino, 2012, tecnica mista su carta antica e tavola, 20x30 cm
Sono rare ai giorni nostri le suggestioni non abusate che l’arte sa dedicare al circo. Ma questa mostra di Alessandro Kokocinski ci fa assaporare la profondità e la bellezza dei grandi che sono stati affascinati dai miti e dai riti del circo e l’hanno reso vivo sulle loro tele: Chagall, Rouault, Goya, Seurat. Forse perché lui il circo l’ha praticato davvero e sa di che materia è fatto.
Ci sono il mondo e l’alterità, il finito e l’infinito, angeli e pulcinelli, la durezza del reale e la leggerezza dell’essere, il riso e il dolore, il gioco e il dramma, la morte e la vita, nei lavori di questo pittore sorprendentemente sfuggente ad ogni catalogazione, forse perché nella sua esistenza si è trovato investito da un universo di materia multiforme che non si sa bene come e da chi sia tenuto insieme.
E dà luce, tecnica mista su pergamena, 2012, 35x25 cm
Non so se è una lagrima, 2012, tecnica mista su pergamena, 25x30 cm
Patriota polacco il padre, sui campi di battaglia e poi in quelli di lavoro forzato della Siberia. Russa la madre. Si conoscono in un campo profughi negli anni immediatamente successivi alla grande guerra. E poi c’è lui, nato a Porto Recanati ma cittadino del mondo, cresciuto fra i Guaranì della foresta amazzonica e dentro un circo vero, girovago e odoroso di segatura, “anti” nell’Argentina e nel Cile sotto il tallone dei regimi militari, e quindi in Italia accolto con tutti gli onori dalla intellighenzia di rango: Alberto Moravia, Carlo Levi, Rafael Alberti per citarne alcuni. Ma sempre oltre i confini delle ideologie e dei recinti chiusi, se è vero che le sue opere colpiscono anche Paolo VI tanto che l’Angelus Dei di Alessandro Kokocinski diventa oggetto di religiosa meditazione nell’anno santo indetto da papa Montini.
pulcinella 2012, tecnica mista su pergamena, 17,5x24,6 cm
Il senso del viaggio deve averlo assorbito in quel circo in cui è vissuto e non lo ha più abbandonato, nemmeno quando il destino l’ha catapultato in estremo Oriente e in tutta Europa dove ha allestito personali di grande successo.
Difficile da raccontare (non basta, anche se è importante, nemmeno dire che è stato discepolo di quel titano della pittura figurativa che porta il nome di Riccardo Tommasi Ferroni), ma semplice – seppure profondo – da incontrare per ciò che scolpisce, disegna e dipinge.
L’occasione si presenta domani alla Galleria Artespressione di Paula Nora Seegy in via della Palla 3 a Milano con l’inaugurazione di Cyrk (vernissage alle ore 18), a cura di Matteo Pacini e proposta in collaborazione con la Selective-Art di Parigi e la Fondazione Alessandro Kokocinski, che si potrà visitare fino al 20 marzo con ingresso libero dal martedì al sabato dalle ore 12 alle 20.
Cyrk alza il sipario sui disegni di Kokocinski realizzati a tecnica mista su libri e carta antica sul tema del circo.
Claudio Monti