Era celebre la passione di Karol Wojtyla per gli artisti di strada, in particolare per quei clown dal naso rosso che (negli spettacolini improvvisati durante le udienze) riuscivano sempre a strappargli fragorose risate. Anche Benedetto XVI ha accolto il mondo del circo in Vaticano e ne ha elogiato i valori. Ottomila lavoratori dello spettacolo viaggiante (circensi, fieranti, bande musicali e gruppi folcloristici) sono stati ricevuti ieri nell’aula Paolo VI. Tra majorettes, pagliacci, saltimbanchi e contorsionisti, hanno salutato il Pontefice anche due cuccioli di tigre e don Silvio, un prete prestigiatore, meglio noto come mago Sales. Giovani ginnasti si sono esibiti davanti al Papa e ai presuli intervenuti al colorato evento. Esprimendo il rallegramento della Chiesa «per l’impegno e la fedeltà alle tradizioni», Joseph Ratzinger ha ricordato l’importanza di una «nuova evangelizzazione» per chi fa l’artista di strada. «Nel vostro ambiente – ha detto loro il Papa – si conserva vivo il dialogo tra le generazioni, il senso dell’amicizia, il gusto del lavoro di squadra. Accoglienza e ospitalità vi sono proprie, così come l’attenzione a dare risposta ai desideri più autentici, soprattutto delle giovani generazioni». Inoltre, «i vostri mestieri richiedono rinuncia e sacrificio, responsabilità e perseveranza, coraggio e generosità: virtù che la società odierna non sempre apprezza, ma che hanno contribuito a formare, nella vostra grande famiglia, intere generazioni».
La Stampa