Si progettano le auto del futuro, così come i computer e le case. Ma nessuno ha mai pensato a come potrà essere tra cinquanta o cent’anni il circo. Saltimbanchi, equilibristi, acrobati, contorsionisti, domatori, mimi e clown cosa saranno diventati? Cosa potranno inventarsi per stupirci ancora di più? Ma, soprattutto, come sarà il circo del futuro? Una cosa è certa: sarà spettacolare. “In realtà, il circo del futuro esiste già – racconta al Caffè Masha Dimitri, mimo e musicista -. In Francia, ad esempio, sono avanti a noi anni luce, perché lo Stato finanzia questo tipo di arte e con i fondi messi a disposizione si possono creare cose spettacolari. C’è integrazione tra le varie discipline e gli spettacoli sono ricchi di effetti speciali incredibili. Il circo come siamo abituati ad intenderlo noi praticamente non esiste più. Personalmente, però, trovo che il circo sia qualcosa di tipicamente tradizionale. Ed è così che mi piace pensarlo. Ma il problema più importante che vedo è che in Ticino manca totalmente l’idea dell’evoluzione che il circo ha fatto negli ultimi anni”.
E allora, in futuro, molto probabilmente non ci saranno più persone in carne ed ossa ad incantarci con i loro numeri, bensì persone virtuali. Immagini oppure ologrammi. Ma potrebbero anche essere degli “avatar” come nel film di James Cameron: corpi ibridi a metà strada tra gli esseri umani e altre forme di vita. Effetti speciali mozzafiato realizzati al computer, colori, suoni e profumi. Sarà in 4D e mescolerà il classico 3D con l’interazione fisica aggiungendo getti d’acqua se si parla di cascate, spostamenti d’aria se si tratta di vento e scosse alle poltrone nel caso in cui ci sia un terremoto. Oppure sarà ancora più futuristico e sarà già in 5D aggiungendo persino le sensazioni olfattive. Magari si tratterà di un circo senza animali, oppure di un circo fatto di soli animali. Potrebbe essere ecologico, ecocompatibile o ad impatto zero. Circhi che, al termine della loro tournée, compenseranno le emissioni di gas serra associate ai consumi energetici con dei progetti di forestazione.
E ancora, guardando al futuro, potrebbero non essere più itineranti: stabili, come fossero parchi divertimenti. Sì, perché in fondo un parco divertimento come lo svizzero “Alpamare”, o i germanici “Europa Park” e “Legoland” non sono altro che dei grandissimi circhi a cielo aperto dove i numeri sono sostituiti da attrazioni a tema e spettacoli.
D’altronde, si tratta solamente di cambiare l’ambientazione. Inventarsi qualcosa di originale. Niente più tendoni, ma piuttosto strade, teatri di ultima generazione, piattaforme galleggianti in mezzo al lago o al mare, antiche arene trasformate in futuristici spazi grazie all’ausilio degli effetti speciali, parchi naturali con i loro deserti, savane o foreste. Grotte con romantiche stallattiti che si moltiplicano all’infinito. Oppure sotterrenaei romani o medievali ricchi di affreschi. Spettacoli realizzati nel cuore della notte sotto un tetto fatto di stelle cadenti.
“Il circo è diventato teatrale – racconta Tiziana Arnaboldi, coreografa, danzatrice, regista e responsabile ricerca coreografica al Teatrostudio San Materno di Ascona -. Basta pensare ad esempio al ‘Cirque du Soleil’ e a quello che è riuscito a fare del circo Daniele Finzi Pasca con le sue competenze”.
Ma il circo per andare avanti ed evolversi ha bisogno dei suoi spettatori. E allora perché non concentrarsi su di loro? E così, un altro aspetto interessante per l’arte circense che verrà, potrebbe essere proprio quello che riguarda il pubblico. Coinvolgerlo è la parola d’ordine. Il pubblico potrebbe diventare parte integrante della coreografia o dello spettacolo. Oppure, perché no, trasformarsi nello spettacolo stesso.
Tradizionale o futuristico, la vera magia del circo è quella di incantare e far sognare grandi e piccini.
Il caffé