di Nicola Campostori
Milano si conferma come una delle città più vivaci nel rapporto col circo. In occasione del carnevale, dal 16 al 19 febbraio si è svolto Circoteatro Ambrosiano, un evento che ha rilanciato lo spettacolo della meraviglia in uno dei palcoscenici storici del capoluogo meneghino, il Teatro Gerolamo, fondato nel 1868.
Ideata dallo scrittore e giornalista Roberto Bianchin, la manifestazione si è configurata come una vera celebrazione del circo tra mostre, show e convegni.
Fulcro dell’iniziativa è stato lo spettacolo Circoteatro Amrbosiano. Il circo prima del circo, messo in scena da Paride Orfei. Sei repliche, tutte sold-out, per uno show che, ricreando l’atmosfera dei circhi-teatro ottocenteschi, ha voluto anche ricordare come, in origine, le performance circensi abitavano proprio nei teatri. Sul palco, a poca distanza dagli spettatori che grazie alla conformità del Gerolamo erano davvero vicini, un cast internazionale: il mimo e clown Paolo Casanova, in arte “Carillon”, dal circo Roncalli, l’acrobata aerea bulgara Snejinka Nedeva, il comico francese Benjamin Delmas dal Cabaret Bizarre di Zurigo, l’antipodista Romy Meggiolaro, il giocoliere Sonny Caveagna, la verticalista Britney Bricherasio, gli acrobati Christian Orfei, Matilde Pasotti, Simone D’Agostino, le contorsioniste Angelica Caforio e Matilde Grossi, la trapezista Federica Solinas e i musicisti Roberto Riccitelli e Nicole Davis.
Accanto allo show si sono svolte diverse attività parallele: prima di ogni esibizione gli insegnanti del Piccolo Circo dei Sogni di Peschiera Borromeo hanno proposto a bambini e ragazzi lezioni di discipline circensi quali acrobatica a terra, globi, filo basso, hula-hoop e giocoleria.
Per l’occasione, la famiglia Orfei ha inoltre messo a disposizione diversi materiali dai propri archivi (costumi, attrezzi, foto e poster) che sono andati a comporre una mostra dal titolo Nando Orfei, un sogno di famiglia, allestita da Gioia Orfei, artista di circo e sorella di Paride e accompagnata da un filmato realizzato dal film-maker Piero Fontana che racconta, anche con immagini inedite, l’avventura di Nando Orfei e dei suoi fratelli Liana e Rinaldo, autori di alcune delle più celebri e spettacolari produzioni circensi del Novecento.
La mattina di venerdì 17 febbraio si è tenuto il convegno Fra Circo & Teatro, in collaborazione con Open Circus, progetto sostenuto dal Ministero della Cultura. Tra gli interventi, quello di Alessandro Serena, docente di storia del circo all’Università degli Studi di Milano, quello del Presidente del Club Amici del Circo e membro dell’European Circus Association Francesco Mocellini, quello del regista Antonio Giarola, direttore artistico dell’International Salieri Circus Award, e quelli dei giornalisti e critici circensi Massimo Malagoli e Davide Vedovelli. Al termine dei lavori è stato presentato il libro Il sogno degli Orfei, scritto da Paride, una sorta di autobiografia famigliare con un ricco apparato di fotografie e documenti rari.
In questa prima edizione di una rassegna cui auguriamo lunga vita, la Direzione Artistica ha assegnato un Premio alla Carriera a Anita Gambarutti, leggendaria figura che ha segnato la storia del circo italiano: equilibrista, acrobata aerea, cavallerizza, addestratrice di tigri, “per le sue qualità di artista versatile di altissimo livello, nonché per le sue grandi doti umane, ha saputo tenere alti per tutta la vita i valori della storia della cultura circense, all’insegna della qualità degli spettacoli, ma anche del rispetto reciproco e della civiltà dei modi e dei comportamenti“, come si legge nelle motivazioni.
CircusNews, media partner dell’evento, ha consegnato poi una targa a Paride Orfei, sottolineando il suo impegno nella divulgazione del circo alle nuove generazioni: “In un mondo del circo in continuo mutamento, Paride ha sempre cercato di mantenere saldi i valori del circo tradizionale, senza tuttavia rimanerne intrappolato, contribuendo con libertà, coraggio e concretezza alla costruzione del circo di domani”.
Una descrizione che si presta bene anche a Circoteatro Ambrosiano, che ha tutte le carte in regola per imporsi come un appuntamento da non perdere negli anni a venire.