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Circo Medrano, pura eccellenza

Il Circo Medrano è pura tradizione e lo è per eccellenza. In quanto circo tradizionale vede nel suo programma un susseguirsi di numeri di vario genere che rispettano le tradizioni più pure della pista, quelle che hanno reso il circo ciò che è oggi, alle quali si aggiungono le acquisizioni più recenti. Nel primo weekend di dicembre il Medrano ha visitato la città di Cremona per la prima volta: la permanenza è durata una settimana, forse poco perchè si avvii un buon passaparola, ma sicuramente sufficiente per richiamare gli animalisti che, ovvi e scontati come la nebbia da queste parti, presenziano davanti al circo.

Braian e Ingrid nel passo a due (il servizio fotografico è di Stefania Ciocca)

A dispetto di ciò e rispettando la pura tradizione hanno un ruolo di spicco proprio i numeri con gli animali, i cavalli in particolare: non a caso Braian Casartelli e la sorella Ingrid ripropongono tutt’ora il celebre passo a due, sulla musica di Frank Sinatra e dai richiami alla bicromia in bianco e nero, che è valso loro un oro a Montecarlo. Il numero ha vinto nel 2007 e anche oggi non si rimane certo indifferenti, il fascino è tutt’altro che svanito, sebbene i Casartelli siano al lavoro per preparare delle novità in vista del debutto sulla piazza natalizia di Roma.

Cavalli in libertà

I cavalli, questa volta in libertà, aprono la scena del circo Medrano: un numeroso gruppo di cavalli bianchi vengono guidati da Braian Casartelli all’interno delle pista dando prova di grazia e abilità. Anche in questo numero i colori e l’atmosfera ricreata non sono certo lasciati al caso: Il rosso e il bianco dominano e i richiami non sono solo in pista ma anche nello spazio aereo poichè poco dopo l’inizio dell’esibizione dall’alto, nascoste entro delle sorte di campane di tessuto, calano quattro acrobate che si esibiscono ai tessuti aerei contemporaneamente all’esibizione dei cavalli. E in seguito i tessuti contribuiscono a ricreare disegni e incroci intorno alla pista. Di nuovo i cavalli, guidati dai Casartelli, occupano la pista con un tradizionale ma sempre coinvolgente numero di alta scuola dai ritmi latini.

Jason Peters

Sempre gli animali protagonisti, questa volta esotici, guidati ancora una volta da Braian e dalla moglie: tre elefanti africani, due eleganti giraffe, i dromedari, e poi lama, watussi, struzzi e un canguro. Tutti si esibiscono, anche solo per un giro di pista, mettendo in mostra se stessi e l’armonia creatasi con l’ambiente che li circonda. Non mancano le simpatiche e abili otarie e non mancano naturalmente gli animali feroci accompagnati in pista dal domatore inglese Jason Peters: per chi conosce i felini, non solo quelli feroci, non risulta difficile ravvisare nei leoni e nelle leonesse la classica flemma e l’essere sornione tipico di questi animali dolci, testardi, alle volte malmostosi ma sempre e comunque bellissimi. Jason in pista propone anche un classico di questa disciplina quando mette la sua testa nelle fauci di un leone.

Otto e Vladi

A intervallare i singoli numeri, senza però far calare il ritmo, c’è la coppia comica formata dai clown Otto e Vladi, l’uno con un bizzarro e marcato trucco femminile, l’altro un tradizionale rosso. Si dice che il clown che ha più esperienza sulle spalle ha anche più frecce al suo arco e nel caso di Otto e Vladi che vantano decennale esperienza, non si può che confermare tale assunto.
I virtuosismi ben si amalgamano in questo susseguirsi di numeri: oltre alle quattro acrobate ai tessuti aerei che compaiono all’inizio in contemporanea al numero di cavalli in libertà, si possono ammirare il classico trapezio washinghton che non cessa mai di suscitare ammirazione, la giocoleria di Willy Colombaioni (unico giocoliere in pista al Medrano) che non può che richiamare applausi. E poi i Crazy Riders, cinque ragazzi brasiliani, che giocando con le suggestioni delle gare motociclistiche, ripropongono un numero che entrerà nella tradizione del circo, quello del globo della morte… che affascina sicuramente e che non lascia indifferenti, soprattutto quando a girare nella sfera con le moto sono tutti e cinque i ragazzi contemporaneamente. Infine una troupe di artisti romeni propone un altro esercizio della tradizione circense: i salti alla bascula. La troupe, composta da sei uomini e tre donne, non manca di stupire grazie a salti che portano le artiste ad arrivare in cima ad una piramide composta da quattro uomini.

I Crazy Riders nel globo della morte

La parata finale in un certo senso si discosta dalla tradizione per riproporre in realtà dei valori solidi propri della famiglia Casartelli e delle famiglie circensi in generale: dall’alto cala una grande sfera a forma di mondo e sulle note della celebre We are the World, We are th Children di Michael Jackson sfilano in pista tutti gli artisti che accompagnano per mano (o portano in braccio!) i bambini del circo.
Sicuramente la meraviglia è una caratteristica tipica del circo che contagia chiunque vi si avvicini senza scontati pregiudizi. Ma forse le caratteristiche più lampanti sono proprio le sensazioni: per quanti pregiudizi ad oggi possano avvolgere l’immagine stereotipata del circo è solo accendendovi che si può sentire il ruggito di un leone o il barrire di un elefante, si possono avvertire i profumi del circo, dai pop corn all’odore della segatura. La segatura che, se si sta abbastanza vicini alla pista, si può anche toccare. E poi ci sono gli ovvi stimoli visivi e uditivi che uno spettacolo non può mancare di suscitare con i suoi ritmi, i suoi bagliori, i chiaroscuri che rendono tutto tanto magico.
Stefania Ciocca

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