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Circhi e animali: “L’odio di classe della Lav”

Una lunga missiva indirizzata a Sergio Romano, per la rubrica “lettere al Corriere”, è stata spedita al quotidiano di via Solferino dal presidente del Club Amici del Circo, Francesco Mocellin. Ecco il testo:

Francesco Mocellin

“In queste settimane la potente organizzazione animalista “Lega Antivivisezione” ha promosso una campagna volta ad ottenere il divieto dell’impiego di animali nei circhi, con un diffuso ritorno mediatico, arrivando persino ad accedere alle scuole primarie per poter propagandare l’iniziativa senza alcun contraddittorio.
Per quanto non ci si trovi di fronte ad un fatto nuovo nella sostanza, credo che una riflessione sia dovuta. Tanta energia spesa in avversione all’addestramento degli animali (quasi una sorta di traslazione dell’odio di classe che tanti danni ha fatto solo qualche decennio fa) pare francamente insensata.
E’ insensata sotto il profilo pratico visto che gli animali coinvolti nella “campagna di liberazione” non arrivano a un miglialio di esemplari mettendo insieme tutti quelli presenti nei circhi italiani, specie domestiche incluse.
E’ insensata sotto il profilo etico perché non è dato comprendere il motivo razionale per cui, in un mondo che vede milioni di animali utilizzati in ogni modo, proprio il circo debba essere il bersaglio principale.
L’argomento forte caro agli animalisti è quello dell’impiego di esemplari strappati alla natura per il mero divertimento dell’uomo.
In realtà, sono decenni che nessun animale presente nei circhi del mondo occidentale viene prelevato e importato dai paesi d’origine visto che la riproduzione in cattività all’interno degli stessi complessi circensi è ormai un dato costante. Tant’è che oggi risulta ormai priva di significato la distinzione tra animali domestici ed esotici. Il fatto, poi, che gli esemplari vengano addestrati per fini di spettacolo, ovviamente, non è circostanza che attiene al benessere degli animali ma semmai al punto di vista di noi umani. Ciò che conta è il rapporto che si instaura tra l’uomo e il soggetto addestrato e le modalità con cui ciò si esplica. Lo stile e la sostanza dei numeri con animali nei circhi, parchi e varietà di tutto il mondo è assai mutato nel corso degli ultimi decenni: non tenerne conto sarebbe un errore oltre che una chiara ingiustizia. D’altronde, dovessero sparire gli animali dai circhi non cesserebbe di certo la pratica dell’addestramento in tutte le sue forme.
Crediamo sia tempo di uscire del circuito vizioso degli argomenti esclamativi per compiere un passo deciso verso l’effettivo welfare degli animali in cattività”.