Tutti ricordano bene la cosiddetta operazione “Golden Circus” scattata nel novembre 2015, con una plateale serie di arresti – rigorosamente mandati in onda su tutti i TG nazionali – di gente del circo.
Si procedeva nei confronti degli imputati per un reato veramente grave: favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina. L’accusa, in parole povere, era quella per cui i circensi avrebbero partecipato ad un’organizzazione per far entrare illegalmente dei “clandestini” in Italia.
Peccato che, all’epoca, non si sia considerato cosa invece dica la normativa in proposito: che i lavoratori dello spettacolo non soggiacciono ai limiti imposti dai flussi migratori e, quindi, artisti, tecnici e operai possono essere assunti legalmente.
Ebbene, dopo sette anni di processo e circa undici ore di camera di consiglio la Corte di Assise di Palermo ha riconosciuto la fondatezza della tesi difensiva e ha pronunciato in favore dei circensi il verdetto di assoluzione con la formula più ampia: “perché il fatto non sussiste”.
Esprime soddisfazione personale e professionale l’avv. Benedetto Valerio, oltre ad un sentimento di sollievo per il suo assistito Davide Rossi, la cui vicenda giudiziaria dinanzi alla Corte di Assise di Palermo si è risolta nel migliore dei modi: ASSOLUZIONE CON FORMULA PIENA!
Ci si dovrebbe aspettare ora (come si conviene ad un Paese civile) che i mass-media dessero a questa notizia lo stesso risalto che strombazzarono quando furono eseguiti i fermi in tutta Italia, con tanto di servizi Tv e titoloni sui giornali.
Ma, realisticamente, chi ha partecipato e si è impegnato nel processo per questo risultato, sa di poter trarre un grande sospiro di sollievo, godere di questo risultato e dell’energia positiva che ne viene e… tuffarsi nello studio del prossimo caso da seguire.