di Nicola Campostori
Il verticalismo è una delle discipline circensi nelle quali si può più ammirare la forza fisica e l’eleganza dei movimenti. Christopher Togni ne è uno dei principali esponenti nel nostro paese. Nicola Campostori ripercorre le tappe della sua carriera, dall’Accademia di Verona fino ai principali circhi internazionali e all’avventura in Russia ai tempi del coronavirus.
Nel buio, parte una musica solenne. I fari illuminano un corpo statuario, che con movimenti lenti prende possesso di una pedana dalla quale spuntano due aste. In un tripudio di esaltazione muscolare, assistiamo ad una serie di piegamenti sulle braccia, equilibrismi su un braccio, sollevamenti reggendosi su una sola mano. Ci pare di osservare qualcosa di antico, capace ancora oggi di lasciarci ammaliati. Il suggestivo mistero persiste fino al finale quando questo adone prestato all’arte, dopo essersi messo in verticale su quelle che assomigliano a mattonelle, le fa cadere precipitando in maniera perfetta e senza perdere la stabilità e il bilanciamento. Christopher Togni è uno dei più forti verticalisti italiani. Porta nel nome, o meglio nel cognome, il marchio di una delle dinastie più importanti della storia del circo. Simply the Best, si chiama lo show con cui l’American Circus di famiglia ha voluto segnare il passaggio di testimone da una generazione all’altra, ed in effetti guardando le performance di Christopher non si può non essere d’accordo con quel titolo. Come spesso accade quando si parla di talenti tricolori, tutto inizia all’Accademia d’Arte Circense di Verona. Lì Christopher trova insegnanti d’eccezione: viene formato in acrobatica da Aslam (Abdessalam Attou) fino a che, all’età di 14 anni, scegli di specializzarsi nel verticalismo dopo aver visto un video dell’artista bulgaro Encho Keryazov al Festival di Monte Carlo.
Da quel momento è allievo di Lachezar “Cesare” Yankov fino a che nel 2013 inizia a lavorare con la propria casata, per poi passare in diversi tendoni di rilievo e contesti prestigiosi, dal Circus Flic-Flac all’Europa Park, passando per il Roncalli’s Apollo Varieté e per il Circo Mágico dei fratelli González, visto da 150.000 spettatori nella sola Madrid. Al XVI Festival di Latina è il più premiato fra gli italiani, con 4 riconoscimenti: il premio speciale Procirkus, quello del Circo Ringling, ma soprattutto il premio dell’Ente Nazionale Circhi e la medaglia del Presidente della Repubblica. Una delle esperienze più particolari della sua carriera è stata quella con Fantastika, lo show scritto e diretto da Antonio Giarola per il celebre Nikulin di Mosca, tempio del circo russo. Previsto per il 2020, il debutto è stato a lungo ostacolato dal Covid-19; dopo tanta pazienza, lo spettacolo è finalmente andato in scena e Christopher si è trovato ad esibirsi di fronte a ex artisti sovietici di grande calibro, un’emozione forte ma anche uno stimolo a dare sempre il 100%. Il lavoro con la famiglia non è cessato. Uno degli ultimi esiti è Il Regno del Cavallo.
Nata da un’idea di Flavio e Daniele (zii di Christopher) e diretta da Bruno (suo cugino), questa produzione si ispirava a Zingaro ma con l’ambizione di essere più popolare del corrispettivo francese, affiancando raffinati numeri con i cavalli a performance acrobatiche come quella di Christopher, per il cui numero è stata realizzata una musica originale (composta da Mario Stendardi) che accompagnava ogni suo movimento. Un’esibizione definita “perfetta e magnetica” da Circusfans. Per questo show, Christopher si è occupato anche della creazione del manifesto, mettendo a frutto il suo studio da progettista grafico. Oggi, questo ragazzo di 28 anni ha appena concluso l’ingaggio al Teatro Schuhbecks di Monaco di Baviera e si sta preparando per i lavori estivi. Nonostante abbia già calcato molti palchi e arene rilevanti, la voglia di ottenere nuovi traguardi in tutto il mondo non è diminuita. Al circo, e in casa Togni, funziona così: sempre avanti, in equilibrio.