Casa dolce Casa ha tagliato il traguardo delle 100 repliche
Servizio e fotografie di Stefania Ciocca
Cento strade per arrivare nella propria Casa Dolce Casa. Ebbene si, lo spettacolo nato nell’estate del 2011 e promosso dalla Commissione Europea giunge, due anni dopo, alla sua centesima replica.Una cifra tonda che porta ad un naturale tempo di bilanci. Iniziato ispirandosi al sapore dei Balcani e ottenendo un quarto posto tra le oltre cinquecento proposte presentate per il Bando Cultura 2007-2013 della CE, il progetto ha visto coinvolti gli autori Marcello Chiarenza e Alessandro Serena e il compositore Carlo Cialdo Capelli. I tre hanno lavorato a questo spettacolo che ha mosso i suoi primi passi in Ungheria, in Polonia e in Italia, paesi di provenienza degli artisti che durante questo lungo percorso hanno fatto parte della compagnia Karakasa Circus.
Il viaggio è stato lungo, faticoso, soddisfacente, ricco di incontri e, perché no, con anche un pizzico di malinconia. Ha debuttato a dicembre del 2011 a Bagnacavallo, nella piazza che per cinque anni ha ospitato il Circo della Pace, partner insieme ad Accademia Perduta (di Ruggero Sintoni) e Circo e dintorni in questa avventura.


In effetti “voltarsi indietro e considerare tutti i teatri, i festival e le piazze che abbiamo visitato fa un certo effetto”, dice colui che ha ideato e prodotto lo spettacolo, Alessandro Serena, e continua: “Ci tengo a ricordare che il collante dello spettacolo sono state la poesia e le invenzioni del regista Marcello Chiarenza, che ancora una volta, dopo i grandi successi del passato come Ombra di Luna e Creature, hanno affascinato il pubblico di tutta Europa”.
La replica numero cento arriva in una sera d’estate sul litorale veneto ad aprire un nuovo festival di arte di strada chiamato Acronautj. Piazza Milano di Jesolo che ospita Casa Dolce Casa è affollata da un pubblico misto, di ogni età, di ogni nazione.
Questo piccolo microcosmo che si trova a Jesolo ben rappresenta ciò che l’esperienza di Casa Dolce Casa è stata: il palco nella piazza unisce i due luoghi principali che hanno visto gli artisti esibirsi, sia nelle principali piazze italiane, sia in prestigiosi teatri. Anche l’occasione del festival Acronautj getta una luce sui festival frequentati. Un po’ di nomi: Teatro dell’Arte di Milano, Teatro Vittoria di Roma, Teatro Sociale di Bergamo, Teatro Gustavo Modena di Genova. E poi Festival Umore Azoka di Leioa, Festival Zomer di Anversa, Festival FETA di Danzica, Funambolika a Pescara, Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini, i festival francesi Cirque en Corps di Marsiglia il Janvier dans les étoiles di La-Seine-sur-Mer.
Il pubblico di ogni fascia d’età e provenienza: lo spettacolo è stato visto da italiani, spagnoli, polacchi, francesi, belgi, romeni, ungheresi, bambini, giovani e anziani. E infatti la locandina celebrativa recita: “100 repliche, 6 nazioni, 80 città, 70.000 spettatori, 30 piazze, 20 teatri, 10 festival, 5 tendoni, 1 circo stabile, 1 stalla, 100 kg di coriandoli, 1.000.000 di applausi e di risate”.

Su quel tappeto erboso e sotto quei piumini si sono avvicendati attori di diversa provenienza davanti a un pubblico di altrettanto diversa provenienza e forse, parole di Carlo Rossi, sta davvero in questo, “nel più bel ricordo, ovvero quello delle persone incontrate. Ci sono stati sorrisi e difficoltà, come in tutte le produzioni itineranti e che vedono la partecipazione di tante persone, ma i rapporti umani, le situazioni vissute e i luoghi visitati hanno sicuramente arricchito ciascuno di noi”.
Al termine dello spettacolo del 18 sera una cena ha festeggiato queste 100 repliche, una grande torta, un momento di condivisione come 100 altri che, assieme alle fatiche, ripaga anche l’animo di quei 100 posti, di quelle 100 serate passate insieme prima, durante e dopo lo spettacolo.
Dai palchi enormi ai palchi piccoli, dal tendone alla piazza, da est a ovest e da nord a sud. L’importante è sentirsi a casa. Casa dolce casa.
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