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Cani e cavalli lavorano dappertutto per gratificare gli esseri umani, ma nei circhi no?

Dall’onorevole Carlo Giovanardi riceviamo e pubblichiamo.

Fine anno in Val di Fassa: impianti di risalita aperti, alberghi e ristoranti pieni, giornate di tempo sereno e soleggiato.

Passeggiando per i dintorni, mi è capitato di poter fotografare alcuni begli esempi di collaborazione fra uomini ed animali:

papà e mamme che utilizzano i loro husky per trascinare le slitte dei figli, sontuose carrozze trainate da splendidi cavalli per la gioia dei turisti, cavalieri e cavalli a spasso per i boschi.

Ecco come famiglie, imprese e amministrazioni comunali, rendono più ricca e coinvolgente l’offerta turistica di quelle località.

Vorrei a questo punto che il ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli, spiegasse a me e agli italiani, i motivi per i quali i fanatici “talebani” animalisti pretendono, con il suo consenso, di togliere gli animali dai circhi (compresi i cavalli, che costituiscono di gran lunga la specie animale più presente nei circhi italiani), dove il benessere animale è ogni giorno monitorato con grande attenzione, mentre milioni di italiani possono legittimamente convivere con gli animali facendoli lavorare.

Carlo Giovanardi