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Buccioni al sindaco di Crema: “Inaccettabile il suo disprezzo per il Circo, ci vedremo in tribunale”

Il sindaco di Crema si chiama Stefania Bonaldi. Sul suo sito si presenta come una che sa ascoltare ma con noi non ha dimostrato di saperlo fare. Gli ho scritto una lettera l’1 ottobre 2013 e sto ancora aspettando una risposta. Non di saluti, ma perché sta calpestando i nostri diritti.
Si è presentata alle elezioni comunali con un programma elettorale nel quale ha anche inserito il tema di “Crema città che ama gli animali” dove ha parlato di canile comunale, cura degli animali domestici, ma nessun riferimento alla messa al bando dei circhi con animali. Invece dal momento del suo insediamento ha dichiarato guerra ai circhi.

Il sindaco di Crema
Il sindaco di Crema
Ritengo faccia parte di quella categoria di sindaci (pochi per fortuna) che si comportanto un po’ da Podestà: “reucci” che amano dettare legge, senza sapere, forse, che nell’ordinamento giuridico italiano esiste la gerarchia delle fonti del diritto e in una materia normata dallo Stato il Comune non può sostituirsi al legislatore.
Non è una critica gratuita e cercherò brevemente di spiegarne la ragione.

Nella lettera che ho inviato al sindaco Bonaldi nel 2013, ho dettagliatamente elencato i motivi per i quali il Comune di Crema non può vietare i circhi con animali. Ho citato la normativa vigente e le sentenze dei Tar. La lettera era anche indirizzata al prefetto competente territorialmente, il quale subito prese posizione e scrisse anche al sindaco per evidenziare i “rilievi” mossi dall’Ente Nazionale Circhi al divieto introdotto dall’Amministrazione comunale. Stefania Bonaldi non indietreggiò nemmeno davanti all’intervento del prefetto e rispose che il Comune intendeva ribadire il divieto introdotto con una ordinanza sindacale del 27 giugno 2013 (assunto senza nemmeno consultare e informare l’associazione di Categoria dei circhi).
E’ un divieto illegittimo che fa polpette della giurisprudenza costante e consolidata in materia, ribadita a partire dal 1994 e fino all’ultima sentenza del Tar Emilia Romagna che risale a circa due settimane fa e che torna a riaffermare che “dalla legislazione italiana non è dato evincere divieti assoluti di impiego negli spettacoli circensi di animali appartenenti a particolari specie”.

Crema non fa parte della Repubblica italiana? Probabilmente se dovesse pagare di tasca propria le spese legali che il Comune dovrà affrontare a breve, quando sarà chiamato davanti al Tar competente per rispondere di quel divieto, il sindaco ci penserebbe due volte prima di fare il braccio di ferro. Ma siccome sono i cittadini a pagare, il sindaco può permettersi di fare la voce grossa, peraltro ai danni di attività dello spettacolo itinerante che invece a fatica e con immensi sacrifici possono permettersi di sperperare denaro in carte bollate, visto che guadagnarlo è faticoso.

Ultimamente il Comune di Crema ha passato il limite. Nel contestare ad un circo affissioni che sarebbero avvenute in modo non regolamentare (e chi sbaglia paga, ovviamente) ha debordato in giudizi gratuiti che tradiscono disprezzo e quasi odio per il circo. Un dirigente del Comune di Crema ha fatto sapere per iscritto ad un circo che su quel territorio non è ben accetta nemmeno la pubblicità fatta dal circo che pure si è attendato in un comune confinante. Non vogliono che il nome del circo venga associato a Crema. Ha sostenuto che “la presenza del Circo sul territorio comunale di Crema sarebbe oggetto di non apprezzamento da parte degli stessi cittadini, estremamente sensibili al profilo del rispetto degli animali tenuti in cattività”.
Altri, in un passato che noi ci auguriamo non debba più tornare, hanno preteso porsi come interpreti assoluti e indiscussi del popolo, ma come sia andata a finire lo sappiamo. A meno che il sindaco o qualche suo dirigente non riesca a dimostrare di disporre di tutte le firme dei cittadini di Crema che si dicono contrari al circo con animali, quanto è stato scritto in quella lettera non è altro che una manifestazione di autoritarismo e discriminazione. Così come l’atteggiamento tenuto fino ad oggi dal sindaco. Invito lui e chi a lui deve ubbidire, a volersi sciacquare la bocca ogni volta che, d’ora in poi, dovrà pronunciare la parola Circo.

Per quanto mi riguarda penso che il sindaco di Crema non sia altro che un esempio di come le istituzioni pubbliche possano essere in balia di rappresentanti lontani anni luce dal sentire popolare. Anzi, spero che il sindaco voglia raccogliere la sfida che le lancio pubblicamente: autorizzi un circo con animali e poi vedremo se la popolazione deciderà di assistere agli spettacoli oppure no. Prima di questa “prova” non si permetta più, per cortesia, di interpretare il sentire dei cittadini di Crema.
Lei che tiene anche a far sapere di avere avuto una “formazione cristiana” forse non dovrebbe chiudere le orecchie davanti alle parole di Papa Francesco: “Il circo crea bellezza e fa bene all’anima” (Udienza generale di mercoledì 7 gennaio 2015). E per quanto riguarda il divieto, col quale ha costretto bambini e adulti a privarsi dello spettacolo più antico del mondo, celebrato da registi, scrittori, poeti, letterati, papi e capi di Stato (le dicono niente i nomi di Fellini, Chaplin, Totò, Giovanni Paolo II, Ernest Hemingway, Enzo Biagi, Antoine de Saint-Exupéry e tanti altri da riempire un libro?), ci vedremo presto in Tribunale.

Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi