Skip to content Skip to footer

Il giovane figlio di Flavio Togni ha trascorso un mese ricco di soddisfazioni come artista in uno dei circhi stabili più prestigiosi d’Europa, il Krone Bau della signora Christel Sembach-Krone, dove ogni marzo viene presentato uno spettacolo di altissimo livello composto da alcuni dei maggiori artisti in circolazione, oltre che dalle “pietre preziose” di casa Krone. Al quale ha partecipato anche Bruno Togni, classe ’96.

Bruno, com’è stato lavorare in questo tempio delle arti circensi?
È stata un’emozione unica lavorare accanto a stelle come Jana Mandana, Martin Lacey e molti altri. Fra l’altro il pubblico tedesco, oltre ad essere molto competente, è molto caloroso, non smette mai di farti capire che apprezza il tuo lavoro. Insomma è stato un mese indimenticabile.

In questa e nelle altre due fotografie, Bruno Togni da Krone
In questa e nelle altre due fotografie, Bruno Togni da Krone
Ma partiamo da lontano. Come ti sei preparato per questo ingaggio?
Diciamo che negli ultimi anni ho diviso la mia formazione in due parti. Quella realizzata a “casa”, ovvero presso il Circo Americano, sia in tour che al quartier generale. E quella portata avanti all’Accademia d’Arte Circense di Verona, diretta dallo zio Andrea. A casa, al circo, il solo fatto di stare un po’ con mio papà mi ha portato, sin da piccolo, a frequentare gli animali. In particolare i cavalli e gli elefanti, ma in genere un po’ tutti. All’Accademia ho potuto invece sviluppare l’acrobazia, soprattutto salti a terra, e in particolare la mia passione assoluta: la giocoleria.

L’Accademia si è dimostrata importante per la tua formazione?
Ho iniziato a frequentare con assiduità l’Accademia dal 2009, ovvero quando i tour dell’American Circus sono diventati più corti permettendo a me, mia sorella e i miei cugini, di passare più tempo a Verona. Di conseguenza abbiamo potuto accumulare davvero un gran monte ore di prove in Accademia. Un posto stupendo che già di per sé stimola la voglia di provare. In realtà non che questa mi sia mancata, soprattutto per la giocoleria, sono abbastanza appassionato. All’Accademia ho potuto inoltre avere istruttori d’eccezione. Prima il compianto Sergey Nedenko che era davvero un ottimo istruttore, la sua scomparsa ha lasciato tutti col cuore infranto. Poi, seppure per un periodo di tempo assai breve, il mito Alberto Sforzi, uno dei più grandi giocolieri tecnici italiani. Poi è arrivato Nikolai Babakaiev, attuale istruttore di giocoleria, e da allora mi alleno con lui. Tre ottimi istruttori, con stili molto diversi fra loro, ma ugualmente efficaci. L’ultimo, Babakaiev, cura con grande attenzione ogni suo allievo, presta molta attenzione ai particolari, mostra video di artisti di tutto il mondo. Infatti grazie al suo lavoro e a quello dei suoi predecessori, ci sono ora molti bravi giocolieri in Accademia. Devo dire però che ho iniziato il “bouncing” (la giocoleria a palla rimbalzata ndr) come autodidatta, spinto solo da curiosità e enorme passione. Quando alla fine del numero metto la mano sopra il cuore è proprio per far capire che è da lì che arriva tutto.

bruno-togni-da-kroneI figli di una star come Flavio Togni avvertono il peso di questa “eredità”?
Dal punto di vista di noi figli c’è di certo molto orgoglio nel sapere e sentire quanto papà sia stato e sia stimato e apprezzato non solo dagli spettatori di tutto il mondo, ma anche dai suoi colleghi di ogni disciplina. Però il nostro rapporto è più quello di padre e figli, quindi le dinamiche di ogni ragazzo della nostra età. Piuttosto ci tengo a dire che i nostri genitori ci hanno trasmesso un grande senso della famiglia e ci sentiamo molto uniti, per esempio, a nostro nonno Enis che riteniamo un punto di riferimento imprescindibile, e a tutti i famigliari.
In particolare ci sentiamo molto orgogliosi di essere parte di un gruppo di giovani cugini che sta facendo, a costo di molta fatica, abbastanza bene in giro per l’Europa. Siamo tanti, siamo giovani e abbiamo molta passione per il nostro lavoro.

Torniamo all’esperienza tedesca. Come è nata?
Sono stato favorito dal rapporto professionale e di amicizia che da tanti anni esiste fra mio padre e i maggiori responsabili del Krone, ovvero i già citati Jana Mandana e Martin Lacey, oltre al signor Urs Pilz. Infatti ci sono spesso visite reciproche, perciò io ero “seguito” già da qualche tempo. Sono molti gli artisti che vorrebbero lavorare lì e che magari mandano video, lettere, foto, etc. Io sono stato fortunato e ho potuto accelerare i tempi di selezione.

bruno-togni-salto-mortaleIl Krone è un simbolo della proverbiale efficienza tedesca.
Lì ho trovato proprio quello che credevo. Un ambiente di super professionisti dove lavorare è un piacere. Eravamo con le carovane nel piazzale che si trova proprio di fronte al circo stabile, al di là di una strada. Oltre alle stelle di casa c’erano anche altri artisti d’eccezione, fra i quali il Trio Bokafi alla bascula, le tre Queens all’acrobalance, Crazy Wilson al filo alto, Sergey Akimov alle cinghie aeree, Catarina Palma alle verticali, il tutto condito dalla clownerie di Tonito.
Jana ha una grande passione per gli animali, sia i cavalli che gli elefanti. È spesso in pista a provare e io cercavo sempre di essere da quelle parti quando capitava. Martin Lacey, poi, presenta il più grande numero di felini dei nostri giorni con una dolcezza incredibile. Vederlo lavorare, anche dietro le quinte, e constatare di come si occupa dei propri animali è sempre una grande lezione.

Non hai provato nessuna nostalgia per l’Italia?
Al contrario, moltissima! Sono molto affezionato e legato al mio circo, all’Italia e al pubblico italiano. Ogni volta che passo un lungo periodo lontano da casa ne sento la mancanza. Inoltre in marzo il nostro circo si trovava a Genova, una città dove torno sempre molto volentieri. Inizia la primavera, c’è una bella piazza molto ampia (raro in Italia), e un pubblico molto caloroso. Sono stato molto bene dagli amici del Krone ma viva l’Italia.

Alessandro Serena

L’intervista a Bruno Togni è stata pubblicata sulla rivista Circo maggio 2015