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Boreal, la favola d’inverno

Se andare al circo è sempre una bella esperienza adatta a tutta la famiglia, specialmente se di buon circo si tratta, andare a vedere uno spettacolo della famiglia Zoppis aggiunge l’emozione di ritrovarsi in una favola. E in questi giorni di freddo pungente non c’è favola migliore di Boreal, che con la regia di Abel Martin è un intreccio sognante di fantasia e di buon circo, in cui ci si sente accompagnati in uno spettacolo che è una favola d’inverno, di quell’inverno popolato di personaggi magici e colorati che regalano alla stagione fredda quell’alone sognante che piace sempre un po’ a tutti.
Nostri compagni di viaggio in questa avventura sono due bambini, che con il loro abbigliamento alla Oliver Twist dell’800 inglese, ci riportano con la fantasia ad atmosfere che ci sono gia familiari. Trovata un’antica mappa, si dà il via ad un lungo viaggio alla ricerca dell’aurora boreale. Lasciatisi alle spalle l’allegro villaggio in cui questa favola ha inizio, i due bambini si avventurano in un viaggio in cui il confine tra sogno e realtà sembra sfumare tra l’atmosfera di musiche che spingono verso i buoni sentimenti delle ambientazioni invernali-natalizie, le fantasie dei costumi e l’abilità degli artisti in pista. Ecco i presupposti per un viaggio ricco di incontri fantastici. Guida in questa avventura, un po’ aiutante dei personaggi che abitano questo modo invernale, un po’ raccordo nel susseguirsi del racconto ma specialmente anima comica dello spettacolo, è un soldatino che assomiglia molto al già noto soldatino giocattolo della favola che tutti conosciamo, ma che ne è l’esatta caricatura comica: una carica di allegria pari ad un vero battaglione al completo, e da solo basta a catturare la simpatia e la complicità del pubblico.
Il repertorio di numeri circensi messo in scena è molto vario e particolarmente adatto al tema dello spettacolo, numeri aerei, hula hop, pattinaggio, equilibrismo in una palla di neve, giocoleria. E non potevano mancare in questo racconto dei magnifici animali che si muovono con la grazia del corpo di ballo del Circo Boreal, ed ecco in pista cammelli, un cavallo che sembra proprio quello di una giostra, pinguini, renne, e anche un graziosissimo orso bianco. Come in ogni loro spettacolo, anche per quanto riguarda Boreal la famiglia Zoppis ha voluto aggiungere quell’elemento in più che dona maggior rilievo alla favola; e se nello spettacolo acquatico ci avevano già stupiti con una pista che all’improvviso si alzava, rivelando una piscina nascosta, adesso ci sorprendono di nuovo. La pista infatti, costruita dallo stesso Ivan Zoppis, prima si trasforma nella mappa che ci condurrà alla scoperta del luogo in cui nasce l’aurora boreale, e poi diventa girevole, ponendo lo spettatore faccia a faccia con un grandissimo carillon animato da creature da favola e animali fantastici. E quando termina anche questa avventura, con tutti i personaggi di Boreal per un ultimo saluto corale in pista, come sempre, quando una favola giunge al termine, si resta a metà tra la delusione perché è finita e l’emozione che ci aveva rapito l’attenzione ancora viva e lontana da tutto ciò che è reale. E adesso, attendendo che il pubblico defluisca verso l’esterno, c’è il tempo per lanciare uno sguardo tutto attorno, la struttura è completamente nuova, voluta appositamente per portare in scena questa favola d’inverno. E fa piacere ascoltare Heidi Faggioni, portavoce della Zoppis Circus Production, mentre uscendo dal mondo delle favole e tornando a malincuore al mondo della realtà, racconta che le tribune su cui ci troviamo, nuove anch’esse, sono state volute in alluminio, anziché in ferro come si usa tradizionalmente. Ciò perché in questa maniera la struttura pesa circa un terzo di quello che invece peserebbe se fosse in ferro, con conseguente risparmio di carburante per il trasporto e assegnando una meritata stella verde alla famiglia Zoppis.
Silvia Ottaviano

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