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Barbara Cavedo: la dottoressa che parla ai leoni

“Nata da circensi, Barbara Cavedo ha scelto di diventare il veterinario di tigri e giraffe. I suoi pazienti si spostano di continuo. Ma, quando un animale sta male, lei sale su un aereo e lo raggiunge. Perché, dice, ha il circo nel sangue”. Così Repubblica Sera (l’edizione serale del quotidiano digitale e che si può leggere solo abbonandosi) sintetizza il personaggio Barbara Cavedo in un lungo, documentato e interessante servizio realizzato da Amalia Matteucci e pubblicato il 4 febbraio.
“La via più facile sarebbe stata aprire uno studio veterinario per prendersi cura degli animali, che sono da sempre la sua passione. Ma Barbara Cavedo, 46 anni, figlia di circensi, di stare ferma in un posto non ne voleva proprio sapere. Così, dopo aver conseguito la laurea in veterinaria a Bologna, ha deciso di diventare la dottoressa degli animali del circo”, è l’incipit dell’articolo. E’ il racconto di una passione che nasce e si sviluppa a contatto con gli animali, quella raccolta da Amalia Matteucci, nonostante un incidente abbastanza serio che coinvolse Barbara all’età di 12 anni. Nonostante tutto, Barbara Cavedo dice: “Ho deciso da bambina che avrei curato gli animali e l’incidente ha rafforzato quella convinzione. La mia invalidità, poi, non ha in nessun modo compromesso il mio lavoro né le mie passioni. Eseguo interventi medici e operazioni e sono riuscita a ottenere la patente di equitazione per partecipare alle gare sia a livello nazionale che internazionale”.
L’intervista passa in rassegna diverse problematiche anche relative alla professione di Barbara Cavedo: dai corsi di aggiornamento al numero dei veterinari che in Italia svolgono la loro attività a contatto con i circhi ed hanno quindi maturato una esperienza specifica: “Siamo meno di dieci. Stiamo cercando di costruire una rete che ci permetta, in assenza di organizzazioni istituzionali, di coprire l’intero territorio nazionale. Personalmente mi occupo di 20 circhi in cui, periodicamente, eseguo analisi e controlli su tutti gli animali. Poi ci sono le chiamate più o meno urgenti a cui fare fronte”, spiega la dottoressa. Non manca una domanda sul dibattito in corso fra animali si e animali no negli spettacoli. “Penso che spesso si parli senza conoscere la realtà”, risponde Barbara Cavedo. “Negli ultimi 13 anni, ovvero dal 2000, periodo in cui vennero pubblicate le linee guida del servizio Cites del ministero dell’Ambiente, sulla detenzione degli animali nei circhi e nelle mostre viaggianti, la situazione degli animali nei circhi, è notevolmente migliorata. Il fatto che ci sia qualcosa di scritto che detta la procedura per mettersi in regola, ha aiutato certamente la categoria. Molte strutture circensi, da allora, hanno investito notevoli somme di denaro, tempo e personale addetto, per allinearsi a questi criteri. Purtroppo, però, come succede anche in altri settori, non tutti si sono adeguati o non hanno potuto, ed alcuni hanno continuato a schivare questi accorgimenti. A causa di questi pochi, tutta la categoria, viene etichettata come colpevole di maltrattamento”. E da conoscitrice del settore, dice la sua anche sugli organi di controllo: “Molti organi di Stato come Asl, Prefetture, Comuni, spesso non sono preparati ad affrontare il rilascio di documentazione (oltretutto obbligatoria), per la detenzione di animali e per la regolarizzazione sanitaria per il trasporto. Servirebbe qualcosa di più mirato, compresi dei corsi di aggiornamento da parte delle istituzioni, per agevolare il rilascio di tali documenti. Noi veterinari seguiamo anche questa parte e la situazione sta lentamente migliorando, ma ci vuole impegno costante”. Molti altri i temi affrontati nell’intervista, che occupa otto pagine. Tutte da leggere.

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