NAPOLI – E’ provato Attilio Bellucci, general manager del circo Bellucci che per giorni è rimasto bloccato in Tunisia a causa della rivolta. ”E’ stato come rientrare in paradiso”, ha detto appena è salito sulla nave della compagnia Tirrenia che la notte scorsa è arrivata al porto di Napoli.
Stamattina lo sbarco. E i ricordi, ”tanti e bruttissimi”. La paura di morire c’è stata, ammette: ”Abbiamo avuto paura di morire quando abbiamo visto la gente morire, quando abbiamo visto sparare, quando abbiamo visto camion investire le persone”. Scene di guerra, dice, ”in un paese dove non è mai volata una mosca, dove ci sentivamo in una botte di ferro”. Ed invece ”non è andata cosi”.
”Ci sono stati dei giorni in cui tutti potevano fare tutto – racconta Attilio Bellucci – hanno sparato lacrimogeni per giorni e giorni. E poi, gente che provava a rubare nel nostro circo, la polizia ne ha arrestati 18. E poi, ancora, la paura che se la prendessero con noi italiani quando tra le mille voci si è diffusa anche quella che Ben Ali si fosse rifugiato in Italia”.
”Momenti infiniti”, Bellucci li descrive così, scanditi anche dalla mancanza di cibo per i circa 50 animali ”e perfino del latte per una nostra piccola bimba di tre mesi che poi ci ha fornito l’ambasciata”.
E’ dallo scorso 10 gennaio che il circo- 100 persone, 50 animali – è rimasto bloccato in Tunisia. ”Ad un certo punto la polizia aveva avuto l’ordine di sparare se qualcuno avesse attaccato il nostro circo. Poi, l’annuncio dell’Ambasciata, ‘state tranquilli, abbiamo pensato a voi’ – conclude Bellucci – non finiremo mai di ringraziare il ministro degli Esteri che ci ha aiutato. Ora? Ora si ricomincia a lavorare, vicino Roma. Il circo ha tante spese, non si può restare fermi. Ora si ricomincia, sperando che la normalità possa riuscire a cancellare la paura”.
Ansa