Steven Spielberg, il più grande fomentatore di fantasie cinematografiche che ci abbia concesso il passaggio fra fine Novecento al nuovo Millennio, adesso punta sul cavallo. L’ultimo film da lui diretto, che sarà distribuito in tutte le sale dalla Disney (a gennaio), si intitola infatti War Horse e rende omaggio a maestri cui tutti noi dobbiamo gratitudine quali John Ford e Akira Kurosawa. Mentre leggo questa notizia, so che non molto lontano dalla mia abitazione milanese, e precisamente in piazzale Cuoco dove il Circo Darix Togni ha piazzato lo chapiteau, il fascinoso animale ripropone la sua leggenda quotidiana. Mi riferisco a un cavallo, dal niveo mantello come si pretende nelle favole, che si muove in esibizioni d’alta scuola attorno alla pista accompagnato da musica messicana. In tempi in cui un cosiddetto Governo, mai eletto dal popolo italiano, ne pensa una al giorno su come impiombarci di tasse, l’arte dello spettacolo riesce ancora a condurci con la fantasia a tempi in cui il cavallo assurgeva a monumento del più puro romanticismo. Riprendo in mano per l’ennesima volta la Meravigliosa storia del circo di Henry Thetard e leggo: “Moins leger, l’oiseau se berce dans l’espace, / moins beau, le papillon etende son aile d’or, / alors que, t’elençant ta gracieuse audace / mesure ton essor! “(Meno lieve l’uccello si culla nello spazio/ meno bella la farfalla distende l’ala d’oro/ di te quando, dispiegando la tua graziosa audacia / ti libri in volo”). Versi discutibili, ispirazione ottima. Erano i tempi delle “Taglioni equestri”, come le definiva Balzac in omaggio alla avvenente danzatrice Giuseppina Taglioni. Erano tempi, per verità, in cui capitava anche che si confondesse la capacità di stare a cavallo con la capacità di seduzione, e non era ben chiaro quanto gli applausi andassero all’arte e quanto all’estetica offerta dalla signora. Ma quel che interessa, in questa sede, è che della “bellezza” del cavallo ancora – o forse più che mai – abbiamo urgente bisogno. Fra tanti animali che ci violentano le tasche, un animale che ancora ci invita a sorvolare le nuvole è quasi un miraggio.
Ruggero Leonardi