Dopo la positiva esperienza di Metamorfosi, “festival di confine tra teatro e circo”, e Urban Rabbits (regia di Árpád Schilling) presentato da Cnac, una delle più importanti scuole francesi di nouveau cirque, l’Auditorium Parco della musica di Roma torna ad ospitare un evento in linea con questi nuovi accenti che attraversano e trasformano l’antica arte della pista, e lo fa attraverso il festival del circo contemporaneo Apripista.
Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma con la direzione artistica dell’ormai più che rodato Gigi Cristoforetti, comincia domenica 1 maggio e vedrà la presenza di otto compagnie per tredici spettacoli distribuiti nell’arco di un mese. “Raccolgono le dimensioni contrastanti, piene di gioventù, di sensibilità e di bellezza del circo contemporaneo, capace di slittare dal virtuosismo più limpido alla consapevolezza della fragilità, dal racconto fisico delle emozioni più semplici alla volontà di affermare con forza un nuovo concetto sociale di arte”, dicono gli organizzatori.
“Gli artisti di circo contemporaneo si raccontano e raccontano il mondo d’oggi, i destini di quest’arte e quelli delle generazioni più giovani, nomadi e irrequiete per cultura e necessità. E lo fanno con un corpo dal virtuosismo straordinario, ma senza nasconderne i cortocircuiti o i deficit, così umani e normali. Sfruttando in pieno le scritture della danza e del teatro, e integrandole con le tecnologie più recenti”.
Questo il programma.
Si inizia l’1 e il 2 maggio: Antoine Rigot e i Colporteur con Sur la route che illumina un diverso virtuosismo originato dalla caduta e dal limite, e recupera proprio su queste basi poesia ed emozione. La splendida struttura in tubi d’acciaio diviene lo spazio magico di una danza a due, singolare e toccante.
Il secondo appuntamento, il 2 e 3 maggio, Cinématique di Adrien Mondot, si colloca immediatamente agli antipodi: lo spettatore precipita in una trama visiva illusionistica e affascinante, che ricrea spazi e prospettive visionarie nelle quali i corpi veri degli interpreti possono precipitare. Effetti speciali virtuali e tridimensionali, mescolati alla forza dello spettacolo dal vivo.
Piccole esplorazioni di una giocoleria più surreale che virtuosistica: così i De Fracto sono appena emersi sulla scena europea, e il sorprendente Circuits fermés apre la “serata mix” del festival (7 e 8 maggio) che prosegue con Mathieu Desseigne, uno dei danzatori più fedeli di Alain Platel, che con La strategie de l’échec evoca figure misteriose tra l’acrobazia e l’hip-hop.
Vincent de Lavenère è un grande giocoliere, decisamente affascinato dal rapporto tra musica e scena, tra partitura di suoni e di palline. I suoi spettacoli sono raffinati e sorprendenti, senza alcun ricorso all’effetto. Le chant des balles è il suo primo spettacolo, e rappresenta ancora oggi il vertice della sua originale vena espressiva, virtuosa e poetica al tempo stesso. Vincent de Lavenère, all’Auditorium il 21 maggio, realizzerà il giorno prima, nei giardini dell’Ambasciata di Francia di Palazzo Farnese, la performance “Girouette pour Jardin”.
La contorsionista Angela Laurier è probabilmente il personaggio più curioso presente nel festival. Si dedica da anni al racconto delle proprie vicende, coinvolgendo anche un fratello, malato mentale. J’aimerais Pouvoir Rire, in scena il 22 maggio, è concreto e visionario al tempo stesso, e accosta una storia familiare vista con ironia e commozione, ad immagini di abbagliante valore espressivo.
Pierre Rigal è certamente uno degli artisti più dotati della sua generazione, e la sua originalità risiede in un uso dello spazio e del corpo sempre sorprendente. Press in particolare, previsto il 28 e 29 maggio, mette l’interprete alla prova dentro uno spazio che diviene infinitamente piccolo: una metafora della condizione contemporanea, ma soprattutto un’abbagliante invenzione scenotecnica e acrobatica.
Gran finale, il 31 maggio con replica l’1 giugno, con un’altra sterzata verso dimensioni espressive differenti: Circa, dell’omonima compagnia australiana, è un’impressionante suite di movimento acrobatico ininterrotto. Punteggiato da immagini di forte suggestione poetica e da atmosfere spesso ironiche, capaci di raccontarci anche rapporti di coppia o di amicizia. Un finale che ci riporta ancora una volta al cuore del significato del circo contemporaneo, veramente capace di esprimere senso ed estetiche della contemporaneità.
Info: 06 80241281 – www.auditorium.com