Vediamo con Julio Revolledo Cárdenas perché la presenza degli animali è uno dei capisaldi che definiscono l’identità del circo.
“Anzitutto dobbiamo riconoscere che le rappresentazioni dell’arte circense sono le più antiche e precedono il teatro, la danza, la coreografia, la pittura, la scultura, eccetera. Il circo si sviluppò sin dalle origini utilizzando gli animali. Dal momento stesso in cui l’essere umano iniziò l’arduo compito di spostarsi da un punto ad un altro, lo ha sempre fatto accompagnato dalle sue bestie che gli sono servite per lo sviluppo personale e per la propria attività di espansione e di colonizzazione. E’ chiaro che questa attività non fu solo una relazione di vantaggio ma che nel corso della interrelazione quotidiana l’uomo ha sviluppato un grande rispetto e una grande cura per questi esseri che lo accompagnano nei suoi compiti al punto da stabilire con essi una relazione affettiva”.
E’ vero che negli ultimi decenni il circo è cambiato, come dimostrano il successo del Cirque du Soleil, del Cirque Eloise ed altri: “Si tratta di proposte nuove, tuttavia adatte ad un pubblico adulto con pretese artistiche specifiche, abituato a leggere immagini e, in generale, con una formazione teatrale e in grado di pagare l’elevato prezzo del biglietto. Il circo tradizionale invece basa il suo lavoro sui pagliacci e sugli animali, ha un pubblico prevalentemente familiare, di tutte le età ed è uno spettacolo più democratico perché è alla portata di tutte le tasche. Proibire l’uso degli animali implica la perdita dell’ultimo elemento di divertimento che rimane ai settori poveri della nostra popolazione, o per lo meno, a quelli con meno risorse, e significa anche vietare uno spazio dove la famiglia si integra e si diverte insieme”.
Julio Revolledo Cárdenas è convinto che “uomo e animale nello scenario o nella pista di un circo rappresentano attività che mostrano l’enorme possibilità di sublimazione di entrambi nell’arte, l’animale e l’uomo (anche lui in realtà animale) hanno entrambi la possibilità di creare uno spettacolo che meravigli e sorprenda la gente, basato su un lavoro di formazione costante, persistente e responsabile.
Fortunatamente in Messico dove abbiamo molti circhi con animali, il nostro Centro ha stipulato accordi con alcuni di essi affinché, quando passano dalla città di Puebla, i nostri alunni interessati alle tecniche di formazione degli animali possano accedere a questo sapere millenario, basato sul rispetto e sulla cura dell’animale, sul riconoscimento dei suoi diritti (corretta cura e pulizia, alimentazione opportuna e adeguata, uso di premi ma non di castighi per il suo addestramento), che arricchisce la formazione scenica scolastica”.
In questo contesto ciò che lo Stato, le autorità e le organizzazioni devono garantire è il benessere dell’animale in qualunque luogo esso venga impiegato senza arrivare all’estremo del divieto che non si sposa con la mentalità di nazioni che si pregiano di un alto livello di sviluppo”.
Il circo divenne nel corso degli anni il più Grande Spettacolo del Mondo, avendo la capacità di attrarre grandi e piccini, gente di tutte le età; con il suo discorso narrativo unì la forza degli esseri umani, la magia, i corpi volanti nello spazio, bellissimi animali provenienti da terre straniere, lo spirito avventuriero dei suoi protagonisti, belle donne esecutrici di esercizi incredibili, tende favolose, corpi che si contorcono, saltano o restano in equilibrio sospesi a grandi altezze su un filo, strepitose bande, tutto per creare un’atmosfera incomparabile che fa volare la fantasia degli innumerevoli spettatori”.
Risulta illogico supporre che dei nuovi gruppi, ipoteticamente “difensori dei diritti degli animali” sappiano di più di coloro che hanno combattuto con essi nel corso della propria esistenza. Considerato che questo e altri saperi empirici non sono stati riconosciuti alla gente del circo, oggi la Universidad Mesoamericana de Puebla è impegnata nell’invertire questo processo e nel riconoscere in maniera ufficiale i saperi del circo, organizzandoli e teorizzandoli per dare corpo a una professione, partendo dalle necessità che il mercato del lavoro sta esprimendo in merito a ciò che si conosce come industria culturale circense. Pertanto, in qualità d’istituzione universitaria, riteniamo che solamente alla gente del circo spetti prendere decisioni in merito alla questione dell’eredità di un’attività che gestisce da secoli, posto che noi riteniamo che il diritto si fondi sul tempo”.
Julio Alberto Revolledo Cárdenas è ancora più esplicito: “Gli organi di governo, così come diversi gruppi sociali, possono aiutare la gente del circo in questo compito, esigendo per esempio la corretta gestione degli animali.
Tuttavia, proibire una delle discipline più importanti della sua attività significa limitare la sua anima, fare scomparire l’arte circense e il meglio della sua espressività. Sembrerebbe che oggi le nuove generazioni vogliano cancellare tutte le attività tradizionali che l’uomo ha sviluppato nel passato, posizioni che attengono più ad una filosofia maoista di ricostruzione sociale a partire dalle sue ceneri. Non esiste un’attività dell’uomo che non abbia una corrispondenza nel consumo. Cioè se il popolo non desiderasse vedere animali negli spettacoli circensi smetterebbe semplicemente di vederli e questa attività scomparirebbe perché è impossibile fare vivere qualcosa senza la corrispondente domanda, è molto semplice. Pertanto risulta improprio che si voglia regolare, da parte dello Stato o delle organizzazioni civili, una manifestazione artistica il cui uso è frutto di una scelta libera e sovrana di una società o di un popolo nel suo insieme.
Il circo è l’ultimo spazio libero che esiste sulla faccia della terra. Oggi siamo circondati da una cinematografia e da una televisione concepiti soprattutto per gli adulti dove si usano un linguaggio eccessivo e immagini che distorcono le menti dei bambini; con una legge che vieti gli animali nei circhi annienteremmo l’ultima fortezza del divertimento familiare e soprattutto infantile”.
La conclusione non lascia spazi a dubbi: “Invito ad analizzare quello che è successo soprattutto in quelle nazioni dove si sono adottati strumenti legislativi atti a vietare l’uso degli animali nei circhi. Si arriverà alla conclusione che ciò che si è ucciso è stata la società circense e il circo come spazio di divertimento per la famiglia. Vale a dire tali normative non solo fanno scomparire gli animali dai circhi, ma distruggono tutta l’attività circense concepita per fare divertire la gente e buttando all’aria il lavoro di migliaia di persone che sanno fare solo ciò che hanno imparato dai loro genitori per tradizione.
In qualità di Centro Messicano di Sviluppo delle Arti Circensi e come amanti della diversità nelle attività circensi ci battiamo affinché esista un circo con animali ben trattati come base per un futuro prospero e diversificato di questa arte”.