Ma chi l’ha detto che il paradiso terrestre è la savana, dove gli animali sono liberi di vivere secondo natura? La natura ti sorprende ovunque e te la trovi anche nella Grande Mela. Basta solo saperla vedere. Ma c’è. E gli animali fotografati in mezzo al traffico di New York non sembrano meno naturali di quelli che potresti vedere in un servizio su National Geographic.
Piero Ribelli è originario di Padenghe sul Garda, risiede a New York da 25 anni ed è un famoso e quotato fotografo. Ieri Stefano Lorenzetto gli ha dedicato una delle sue memorabili interviste lenzuolo su Il Giornale ed è davvero molto istruttiva.
Gira l’America con la sua Hasselblad e la realtà sa raccontarla benissimo. Ribelli ha realizzato alcuni lavori che sono dei cult, come la raccolta di volti umani in 50 Main Street. The face of America, praticamente 50 persone individuate secondo la logica del fortuito che vivono in altrettante città degli altrettanti Stati dell’Unione, con un unico comune denominatore: residenti al numero 50 di Main Street. Ha pubblicato anche Jah Pickney, una sorta di celebrazione dell’infanzia, ed ha fotografato di tutto. Ma qui interessa la prospettiva che spalanca sugli animali in cattività Zoo York. An Animal Lover’s View of Manhattan. Nella presentazione del volume si legge che Piero Ribelli ritrae la natura nel contesto più artificiale che si possa immaginare, i grattacieli di Manhattan, e ci fa vedere una incredibile varietà di animali laddove meno te l’aspetti, portando a galla uno dei volti sorprendenti della vita di questa grande metropoli. Sembrano appartenere al “mondo magico di Harry Potter” – si legge ancora nel libro – mentre descrivono l’oggettiva realtà, “la gioia e il carattere che gli animali portano alla vita in città”. Si, perché Zoo York ritrae gli animali nel loro ambiente naturale: Manhattan!”
Paradossi? Macchè! Basta sfogliarlo Zoo York. C’è il maiale maltese, con lo status di animale da compagnia, che con aria disinvolta e naturalissima fa due passi in centro. C’è il falco dalla coda rossa che vive sul palazzo fra la Fifth Avenue e la 74th Street. C’è il topone che se ne sta davanti al microfono con lo stile di Frank Sinatra.
C’è una scimmia cappuccino sulla metropolitana che sembra preoccupata della sosta troppo lunga nella stazione di Bleecker Street di Little Italy, un’iguana verde sul tetto di un’auto della polizia a Waverly Place, e un boa constrictor comodamente adagiato sulla spalla di una giovane a Chinatown. E c’è l’elefante sulla 34th Street. Spiega Piero Ribelli: “Quando un circo si esibisce al Madison Square Garden, il treno che trasporta gli animali ferma nella stazione più vicina, nel Queens. All’una di notte la polizia blocca il traffico e sulle strade si assiste a questo spettacolo biblico, centinaia di animali in processione con i loro domatori, come se fossero diretti verso l’arca di Noè”.
Gli animalisti americani così come quelli di casa nostra, avranno di che lamentarsi per questa immagine, così come per la naturale bellezza di tutti gli animali ritratti da Piero Ribelli nel luogo meno naturale che esista. Ci voleva un fotografo bresciano, amante degli animali, capace di farsi sorprendere, senza frapporre ostacoli ideologici, dalla realtà degli umani e degli animali parecchio esotici che convivono nella giungla urbana, per raccontare il paradiso terrestre che non t’aspetti. Anzi, il paradiso terrestre che in effetti è sempre stato, come insegna la Bibbia: il luogo nel quale uomini e animali convivono pacificamente. Il vezzo di creare fratture cercando di separare quel che il Creatore ha unito sin dal principio, è un’invenzione moderna e niente altro che un paradiso artificiale.