Mai come in questo periodo, forse, si è scritto di animali che fanno parlare di sé nell’ambito umano e non nell’ambito della natura originaria. Qualche nome? Joey, cavallo che ha avuto l’onore di lavorare nel film War Horse sotto la direzione di Steven Spielberg; due cani di razza Jack Russell impiegati in altrettanti film, The artist e Beginners; una scimmia cappuccina in Una notte da leoni 2; per non dire della elefantessa Rosie, protagonista di Come l’acqua per gli elefanti di cui già si è parlato a suo tempo anche in sede di “Circolando”. Ma è forse ancora più significativo quanto si legge in altra pagina del quotidiano che ci dà queste notizie. La fonte è il Centro di riabilitazione Vittorio di Capua di Milano che si fonda sulla cultura del cavallo. Durante le feste di Natale, gli addetti ai lavori avevano previsto l’allestimento di un Presepe di quelli tradizionali, con presenza di pastori. I giovanissimi ospiti, però, non si sono mostrati di questo parere e hanno voluto che, a raggiungere la capanna del Bambinello, fossero soltanto statue di cavalli e altri animali presenti nei magazzini del centro.
Scelta blasfema? Solo un imbecille potrebbe dir così. Scelta di grande fantasia, invece. Gli animali sono stati giudicati dai bambini la compagnia che il Bambinello, nei suoi primi giorni di vita, avrebbe potuto gradire meglio. E io sarei pronto a giurare che con quella scelta ci hanno azzeccato in pieno. Oh, per carità, Gesù non escludeva nessuno. Si accomodassero pure anche i ricchi Magi, venuti dall’oriente a dorso di cammello seguendo le indicazioni della Cometa. Ma senza fretta, con comodo e in seconda fila. Tanto a provvedere al riscaldamento c’erano già il bue, l’asinello e altri animali avvezzi a stare con l’uomo.
E adesso, vi sembra ardimentoso trasferire un discorso così denso di religione e poesia al mondo del circo? A me, francamente, no. Dopo Natale ho portato tre miei nipoti, Giulio, Elena, Miriam (la quarta, Bianca, ha soli 3 mesi ma verrà presto il suo turno) al Circo sull’Acqua dei Togni, e ancora una volta mi sono trovato a riflettere che, se in quello spettacolo non avessi incontrato cavalli, elefanti, tigri e altri animali non avrei potuto riscontrare in loro, ma anche in me stesso, l’entusiasmo primordiale che soltanto il circo ti può offrire. Sì, vabbè, c’è sempre qualcuno privo di senso del ridicolo che deve guastarti la festa per chiedere, con il tono che usavano un tempo i pretoriani di Nerone, che siano ricondotti alla savana originaria animali che, se davvero vi fossero ricondotti, si getterebbero al suolo chiedendo pietà. Il mio invito è che facciano un bel viaggio nella savana, quella vera, e poi mandino una cartolina ai felini del circo Togni, che proprio in Africa trascorreranno i prossimi mesi. Sarà uno scambio di opinioni di alto livello culturale.
Ruggero Leonardi