Si sono svolti ieri a Bologna i funerali di Angelo Bonaccorso, un artista del circo che ha lasciato un segno, insieme alla sua famiglia, nella disciplina del filo molle. Tanti i circensi che si sono ritrovati per l’ultimo saluto a questo signore della pista (in rappresentanza dell’Ente Nazionale Circhi era presente Gaetano Montico), che in Italia ha lavorato sotto diverse insegne e che è scomparso all’età di quasi 99 anni. Originario della Sicilia, Angelo Bonaccorso non nasce nel mondo del circo, ma ci approda dopo avere iniziato la sua carriera come sportivo ed essere passato per il teatro di rivista, a Napoli, dove si fa notare nel periodo prebellico. La sua specialità diventa ben presto il filo oscillante ma si cimenta con successo anche in altre discipline e numeri acrobatici. Sposa Giulia Venditti, che diventa la sua partner, e nascono Maurizio e Salvatore, anche loro avviati alle discipline praticate dal papà.
Il primo circo nel quale Angelo Bonaccorso viene ingaggiato è quello dei Pellegrini, poi lavora – fra gli altri – con i circhi Vassallo, Martini, Canestrelli (condotto da Gilberto e Bruno).
Anche i figli, si diceva, seguono le orme paterne e iniziano molto presto a calcare le scene. Maurizio a 8 anni è già dai Dell’Acqua, il Duo Bonaccorso è un numero di richiamo che si presenta sotto vari tendoni. Maurizio e Salvatore lavorano nei circhi italiani col numero del filo molle e poi iniziano l’avventura internazionale, nel 1973, che li porta in diversi complessi, fra i quali Krone, Sarrasani e Jean Richard, per concludere la loro carriere da Benneweis ma non per scelta. Con loro anche la signora Giulia.
Purtroppo mentre si trovavano in viaggio in Danimarca rimasero coinvolti (papà, mamma e i due figli) in un incidente stradale abbastanza grave che nel 1986 costrinse i Bonaccorso a ritirarsi dalle scene. L’ultima esibizione di Maurizio e Salvatore risale al 1993, a Gradara. I Bonaccorso diventano abbastanza celebri in Italia e fuori per il numero sul filo molle in equilibrio con un dito, inaugurato da Angelo e riproposto – con alcune innovazioni – anche dai figli.
Da molti anni la famiglia si è stabilita a Bologna ed è qui che ieri, insieme a parenti, amici e colleghi, ha dato l’ultimo saluto ad Angelo. Libero, adesso, di rimettersi a fare ciò che in vita aveva tanto amato: la verticale sul filo, teso – ma non troppo – fra una nuvola e l’altra.