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Anche il circo al voto ai tempi di Putin

di Alessandro Serena

David Larible e Leonid Kostjuk in un momento delle prove al Bolshoj
MOSCA – Mentre l’attenzione del circo italiano vi rivolge alla Russia per l’evento eccezionale dello spettacolo dedicato a David Larible al Bolchoj Circus di Mosca, l’attenzione dei cittadini russi è concentrata verso le elezioni presidenziali. La vittoria di Putin, che ottiene un nuovo mandato dopo la “pausa di riflessione” per altro imposta dalla costituzione russa, convince tantissimi ma ha scatenato anche le proteste dell’opposizione che parla di “elezioni illegittime”. Che cosa cambia per il circo russo con il trionfo di Putin?
È bene ricordare che in questa grande nazione il legame fra politica e circo è sempre stato molto importante. Dopo la rivoluzione del 1917, il 26 agosto del 1919 Lenin promulga il decreto sulla nazionalizzazione dei teatri e dei circhi seguendo la proposta del Commissario all’Istruzione e alla Cultura, Anatolij Vasileviic Lunaciarsky. Dal 1921 la direzione artistica è assunta dall’italiano William Truzzi, nel 1927 viene inaugurata la Scuola delle Arti del Circo e del Varietà, inoltre nascono altri istituti minori sparsi per tutto il territorio e si diffondono i centri amatoriali, destinati a fornire linfa vitale al movimento. In pochi anni si assiste a una sensibile inversione di tendenza, che permette il diffondersi della fama del circo sovietico: i quindici circhi nazionali diventano ottantasei in un arco assai breve di tempo. Nel 1946, contestualmente agli inizi della guerra fredda, si fonda il prezioso Studio per la Formazione e la Preparazione di Artisti, Numeri e Spettacoli di Circo, meglio noto come “lo Studio”, un laboratorio d’arte circense d’avanguardia dove sperimentare le potenzialità tecniche e creative di ogni disciplina.
Nikita Khrushchev (Photo by Keystone/Getty Images)
Nel 1959 è addirittura il leader comunista Nikita Khrushchev a convocare la “Prima Conferenza Nazionale sullo stato dell’Arte del Clown” al seguito della quale il Circo di Stato conferma gli importanti mezzi a disposizione dei clowns per sostenerne l’attività, in un paese che pure vanta già alcuni notevoli artisti.
Negli anni Ottanta l’economia dell’Unione Sovietica comincia a manifestarsi palesemente critica e il contrasto tra lo splendore circense e la situazione interna comincia a risultare stridente. Con l’avvento di Gorbaciov la situazione pare migliorare. Se il sistema socialista reca, certo, gravi conseguenze alle realtà economiche e sociali dell’URSS, lo stesso non si può dire in merito a settori quali la danza, lo sport e le arti circensi. Il crollo del sistema prima e dell’Unione Sovietica poi, determina scompensi in molte strutture: già sotto Gorbaciov numerose cooperative circensi accomodate alla meglio erano nate e scomparse con pari rapidità, non essendo in grado di sopravvivere alle leggi del mercato, ancora poco usuali alla realtà russa.
Due artisti simbolo del circo russo odierno, i fratelli Zapachny (foto tratta da http://circ.ru/)
Dopo il fallito golpe dell’agosto 1991, l’Unione Sovietica si dissolve, il Soyuzgoscyrk si trasforma in Rosgoscyrk e l’enorme patrimonio artistico e animale del circo sovietico si riduce a soli seimila artisti e circa settemila animali.
Attualmente sono oltre duecento le persone che lavorano al Rosgoscyrk, rimasto nella vecchia sede di Mosca. La struttura è divisa in dipartimenti, uno per l’Asia, uno per Africa e Australia e uno per America ed Europa. Esistono, inoltre, un dipartimento artistico e un ulteriore settore dedicato alle tournées interne.
Il concetto di Circo di Stato è cambiato negli ultimi anni con i mutamenti sociali ed economici. Ma il Bolchoj Circus dove si esibirà il nostro David Larible resta il più ampio ed imponente di Mosca con i suoi 3.300 posti a sedere ed una attenta strategia artistica e di marketing. È stato di recente ristrutturato per fare in modo che pur non perdendo la sua maestosità diventi più caldo per il pubblico che ne affolla le tribune, cosa che succede spesso.
Foto tratta da http://circ.ru/
Ricordiamo che esistono alcuni edifici che negli anni hanno acquisito un’importanza tale da diventare di fatto delle strutture autonome. Sono i circhi di San Pietroburgo, Izevsk, Kazan e, appunto, il nuovo Circo di Mosca. Questi complessi non dipendono dalla struttura centrale, pur essendo comunque sostenute dal Ministero della Cultura. Godono inoltre di un forte appoggio da parte delle rispettive municipalità.
Solo per quanto riguarda il Bolchoj Circus ci sono due produzioni di circo durante l’anno oltre ad uno speciale spettacolo natalizio per un totale di circa 250 repliche e 600 mila spettatori.
Riguardo alle elezioni, Tatiana Petrovna, moglie del direttore artistico Leonid Kostyuk e a sua volta una delle responsabili delle creazioni del grande circo, sembra prediligere Putin, ma la sua speranza è che chiunque vinca le elezioni riesca a stabilizzare la situazione economica del paese per potere poi concentrarsi sulla cultura. Che ha bisogno anche qui di un sostegno forte e determinato.