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Alle Giornate di studio i tanti volti dell’arte circense

Servizio e immagini di Stefania Ciocca

Quando si parla di convegni, incontri e conferenze è difficile mantenere l’attenzione viva sino alla fine perché di solito il percorso tende a fare un po’ una discesa. Stavolta, per i cinque anni delle Giornate di Studio sull’Arte Circense, il percorso è stato costante, partito col botto e finito col botto. Se dovessimo farne un grafico sarebbe senza dubbio un cerchio, tondo, perfetto e convergente come il cerchio del circo. Se dell’inizio scoppiettante con David Larible abbiamo già parlato, ancora nulla è stato detto delle giornate a seguire che hanno coinvolto profondamente tutti i partecipanti alle giornate.

Daniel Romilla, Cecilia Zucchetti, Alessandro Serena e Claudio Madia

Daniel Romilla, Cecilia Zucchetti, Alessandro Serena e Claudio Madia

Per le Giornate di Studio numero cinque Alessandro Serena, suo ideatore e conduttore, ha voluto varietà di testimonianze, di generi, di arti e di luoghi. Se senza dubbio a regalare tante emozioni è stato il laboratorio di giocoleria tenuto da Daniel Romila e Alberto Fontanella con l’assistenza di Marco Miglia, la grande novità è stato il cambio di luogo di allenamento, infatti alla tradizionale aula K43 di via Noto si è aggiunta la Piccola Scuola di Circo di Claudio Madia e Camilla Peluso che ha ospitato, nelle mattine di martedì e giovedì, i ragazzi dell’università.
I vantaggi di questo spostamento sono stati molteplici: in primo luogo lo spazio, ben più ampio e consono rispetto a una normale aula, e soprattutto perfetto per l’apprendimento di giocoleria e acrobatica.
Kristian Kristof

Kristian Kristof

L’aspetto ancora più bello è che il solo fatto di allenarsi sotto un vero tendone è un’occasione unica che sa di magia. Infine, date le sorprese predisposte per l’occasione, l’area si è rivelata funzionale anche per lo spettacolo, ospiti infatti in queste due mattinate sono stati anche gli artisti: martedì Kristian Kristof, il celebre gentleman juggler da poco sbarcato a Milano al Moira Orfei, si è esibito davanti ai ragazzi. Niente di patinato, bensì un clima di grande informalità in cui Kristof ha iniziato a raccontare di sé e a far vedere alcuni “attrezzi” del mestiere come i cigar box (del peso di 640 grammi, come ha ricordato) o i cappelli a cilindro, si è fermato a parlare con gli studenti e ha dato prova delle sue capacità. Per giocolare con le palline non c’era che l’imbarazzo della scelta visto che erano ovunque.
Giovedì si sono esibiti i Gandini Juggling, compagnia di origine londinese ma che vanta nel suo organico numerosi giocolieri di varia nazionalità. A Milano per un evento privato i quattro Gandini (tre spagnoli e un’italiana, Cecilia Zucchetti, già allieva della Piccola Scuola di Circo e dell’Università degli Studi di Milano) hanno mostrato cosa si può fare con le clave in una formazione che varia e con persone che non si sono mai viste prima.
Gli acrobati africani Pamoja

Gli acrobati africani Pamoja

Dopo di loro è stato il turno degli africani Pamoja, cinque acrobati africani proprio ora visibili al Circo di Moira Orfei. La loro non è stata una semplice esibizione ma qualcosa di più: con la scusa di doversi riscaldare prima di esibirsi negli esercizi di acrobatica a terra, i Pamoja hanno coinvolto tutti i ragazzi nel riscaldamento. Dopodiché ciascuno dei cinque acrobati ha preso con sé un gruppo di studenti e ha iniziato ad insegnare loro i rudimenti dell’acrobatica e delle piramidi. Nel giro di mezz’ora ciascun gruppo era in grado di proporre tre composizioni diverse che hanno mostrato ai loro compagni, tutto ciò mentre i loro istruttori restavano a guardare divertendosi.
I Pamoja, dopo aver fatto il tifo ciascuno per il proprio gruppo, hanno dato prova delle loro capacità e hanno riscosso davvero grande successo. Gli appuntamenti in università certo non sono stati da meno perché hanno proposto ai ragazzi una rosa di possibilità davvero variegata. Si è parlato infatti di circo sociale con Aldolfo Rassomando e Tommaso Negri di Giocolieri e dintorni, aprendo così il varco su un genere della didattica circense che si può declinare nelle realtà più complesse e nei luoghi geografici più disparati.
Il burlesque spiegato da Janet Fischietto

Il burlesque spiegato da Janet Fischietto

Si è parlato di varietà e di atmosfere anni ’20 con la splendida Janet Fischietto, artista di burlesque già affermata nel panorama italiano e internazionale. Janet, conosciuta anche come The Circus Lady o Tatto Queen, non porta in scena semplici esibizioni di burlesque ma fa un lavoro di studio, ricerca e cesellatura tutto ispirato alle atmosfere retrò al sapore del circo di una volta. Ciò che ne risulta sono piccoli capolavori curati nel minimo dettaglio che in un attimo danno corpo ad un immaginario, come la sua ultima performance tutta giocata con un numero di trapezio delizioso. Si è parlato di arte circense declinata alla maniera più contemporanea grazie ai Freakclown, un duo di clown assolutamente innovativo e irriverente, il cui motto è combattere i luoghi comuni che soffocano la figura del clown.
In questo filone si possono inserire anche i Pic con il loro ideatore Moriss, animatori i primi e fondatore il secondo del famoso Milano Clown Festival che ogni carnevale anima tutto il quartiere Isola di Milano. al-completo-in-piazzaSi è anche parlato di fotografia, ovvero di come il circo può essere un’ispirazione non solo per gli artisti che fanno performance, ma anche per gli artisti visuali che, come diceva David Larible, dal circo prendono ciò di cui hanno bisogno. Ma essendo artisti poi lo ripropongono secondo la propria visione, e così mentre Enrico Battaglia e Carmen Mitrotta, imbattutisi per caso nel Circo Togni, hanno esplorato, vissuto e messo in scena il mondo del circo di tradizione, Francesca Todde ha esplorato il mondo più metafisico del Teatro del Centauro, ha viaggiato con queste versioni contemporanee ma archetipiche di uomini che vogliono essere un tutt’uno con il cavallo e con loro ha percorso un lunghissimo viaggio, una transumanza di uomini e animali che è terminata a Marsiglia, capitale della cultura europea nel 2013. Sullo stesso filone si può collocare il docufilm del cronista Nevio Casadio che ha esplorato l’immaginario felliniano (quello vissuto ma anche quello creato) in Viva Fellini!, documentario trasmesso il mese scorso in prima nazionale su Rai Uno.
moira-serenaOvviamente è stato poi il turno della Regina del circo, Moira Orfei, icona dell’omonimo circo che gli studenti hanno potuto visitare accompagnando alla visione dello spettacolo anche un giro nel backstage del tendone e dove hanno calorosamente applaudito gli artisti, con un occhio di riguardo in più per coloro che hanno incontrato di persona, come Kristian Kristof e i Pamoja. Moira Orfei, dopo il suo consueto giro di pista davanti ai fan, si è dedicata ad un’intervista insieme a Maria Vittoria Vittori e Alessandro Serena, presto pubblicata sul sito e sul prossimo numero della rivista Circo. Il giorno successivo è stata omaggiata sia dal Club Amici del Circo, a Milano per il loro raduno annuale, sia dal prof. Paolo Bosisio che al matinée le ha donato un mazzo di fiori. In occasione del raduno annuale Cadec sotto allo chapiteau di Moira Orfei anche il marito di Moira, Walter Nones, è stato omaggiato del libro Corpo animali meraviglie – Le arti circensi a Verona tra Sette e Novecento, ultima fatica del Cedac realizzata da Antonio Giarola (già presente alla prima giornata di studio) e Alessandro Serena.
esibizione-in-piazza-duomoInfine lo spettacolo conclusivo, altra grande novità di questa quinta edizione nonché altro luogo da segnare sulla mappa delle Giornate del Circo. In Piazza del Duomo, proprio sotto la Cattedrale in mezzo alle vie della moda, un’area è stata riservata alle esibizioni grazie al progetto Strad@perta e alla Fnas di Alessio Michelotti, iniziativa che vede gli artisti in grado di esibirsi “a cappello” senza incorrere in sanzioni. Davanti al cerchio spontaneo venuto a formarsi (e mantenuto per due ore e mezza consecutive) si sono avvicendati i ragazzi del laboratorio, i loro istruttori, gli allievi della scuola di circo di Maurizio Accattato (i già premiati Circo Oblak) insieme ad altri studenti dell’università già avviati sulla strada dell’arte, o l’arte di strada che dir si voglia. Clave, clown, magia, palline, diablo, battute e risate all’ombra del Duomo, davanti ad un pubblico spontaneo e omogeneo. Nessuna fine di settimana avrebbe potuto celebrare al meglio questa quinta edizione.

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