Tutto esaurito al circo Rony Roller. Con un pubblico eccezionale che ha potuto assistere ad uno spettacolo gratuito. Circa 2 mila fra senzatetto, profughi e un gruppo di carcerati, ieri sono stati invitati da papa Francesco al circo della famiglia di Alberto Vassallo. Un gesto di solidarietà e accoglienza reso possibile grazie alla collaborazione fra il Rony Roller e la Elemosineria Apostolica, che ha anche permesso a medici e infermieri mandati dai Servizi Sanitari Vaticani con il camper mobile e le ambulanze dell’Autoparco Vaticano di effettuare visite mediche a quanti ne hanno fatto richiesta. Un camper voluto da papa Francesco, che da settembre gira per la Capitale per curare tutte le persone che vivono ai margini.
“E’ bellissimo dare la possibilità di assistere a questa magia a persone disagiate, che altrimenti non potrebbero. Per noi artisti è una grande soddisfazione, anzi ci sentiamo più appagati rispetto ad un pubblico normale. Noi non vogliamo insegnare niente se non far divertire con quella sensazione di tornare bambini”, è stato il commento di Rony Vassallo.
Uno spettacolo di due ore, con spuntino finale, per chi non potrebbe permetterselo e che ha fatto tornare il sorriso sul volto dei presenti.
La notizia ha avuto un’eco mediatica eccezionale e tutta la stampa se ne è occupata. “Sugli spalti 2000 persone: senzatetto, rifugiati di ogni età e detenuti che per un giorno si lasciano trasportare dalla gioia del circo, con uno zucchero filato in mano”, spiega il servizio della Radio Vaticana, che riporta alcune impressioni del pubblico: “Sono davvero emozionato, è la prima volta in assoluto che entro in quello che è per me un tendone meraviglioso pieno di sogni”. Un altro: “Vorrei ringraziare Papa Francesco per la possibilità di entrare qui. Questo regalo non è solo per me, ma per le tantissime persone che sono con me oggi”. Ancora: “Il circo è un ricordo da bambini, no? Mi divertivo tantissimo e sono felice di essere di nuovo qui. La cosa che sicuramente preferisco del circo è l’eleganza con cui si muovono gli artisti, che sono portatori di bellezza”. E poi: “Praticamente è tutto fantastico, ci sono persone, acrobati, che fanno delle cose mai viste. E’ uno spettacolo meraviglioso”. Uno degli spettatori ha detto che “la vita è tutta un circo”, le acrobazie per queste persone che spesso non hanno né un pasto sicuro né una casa, saranno forse più facili dopo questa esperienza”.
E’ Daniela Vassallo ad esternare il valore che il circo attribuisce ad un fatto come questo: “E’ straordinariamente semplice, perché chi e cosa più del circo potrebbe esprimere questo senso di appartenenza, di tolleranza totale, di convivenza, di messaggio multirazziale, multireligioso. Quindi ciò che può sembrare straordinario, alla fin fine è semplicissimo, perché dentro ai cancelli di un circo, dentro alle transenne di un circo, ci sono sempre molte nazionalità, molte persone, molte mentalità, miliardi di storie. Per noi c’è l’emozione, perché comunque è un evento molto emozionante, che ci fa stare bene con noi stessi, ma allo stesso tempo è anche semplice. Siamo, infatti, proprio culturalmente abituati all’apertura totale agli esseri umani, fermo restando anche il discorso della fede. Siamo, infatti, una famiglia molto religiosa”.
L’apertura agli ultimi non è un’eccezione al circo: “Spesso nei paesi ospitiamo ragazzi di case famiglia, disabili, persone che non hanno la possibilità economica, anziani”.
Ad aprire lo spettacolo è stato uno dei senzatetto, che ha eseguito una canzone dedicata a papa Francesco: è un cantautore spagnolo, che insieme alla figlia fa uso del servizio docce e barberia inaugurato sotto il colonnato di piazza San Pietro. Una canzone che è stata “una preghiera d’inizio e insieme un ringraziamento al Santo Padre per questo nuovo gesto di vicinanza a ciascuno di loro”.
La sintesi migliore l’ha fatta il Vaticano, spiegando il significato dello spettacolo al Rony Roller: “Questo dono offerto dagli artisti del circo, che con costanza, impegno e tanti sacrifici riescono a creare e a donare bellezza a se stessi e agli altri potrà diventare anche per i nostri fratelli più poveri un incoraggiamento a superare le asprezze e le difficoltà della vita che tante volte sembrano troppo grandi e insuperabili”. Il papa l’aveva già spiegato incontrando gli artisti del circo: “La gente che fa spettacolo nel circo crea bellezza, sono creatori di bellezza. E questo fa bene all’anima. Quanto bisogno abbiamo di bellezza!”.
C’è un particolare che merita di essere riportato, per spiegare fino in fondo quel che è accaduto ieri a Roma e anche cos’è la chiesa di papa Francesco: per trasportare i clochard allo spettacolo sono stati impiegati i mezzi dell’autoparco vaticano, quelli che normalmente vengono utilizzati da sacerdoti, vescovi e cardinali in servizio nella Curia romana.
Ovviamente allo spettacolo era presente anche il presidente Enc, Antonio Buccioni, che ha accolto e salutato il pubblico e le autorità ecclesiali che sono intervenute. Questo il suo commento: “Motivo serio di soddisfazione è constatare come la chiesa abbia nel profondo del cuore il circo e condivida la nostra stessa visione, ovvero lo consideri il vero spettacolo del popolo. Piccolo motivo di soddisfazione personale è invece che 30 secondi dopo la mia elezione alla presidenza dell’Ente Nazionale Circo, nel 2011, dissi che avremmo dovuto ulteriormente rinsaldare i rapporti con la chiesa cattolica: se posso dirlo, mi felicito con me stesso”.
Il circo è grato a papa Francesco anche per questo: perché ha permesso alla gente del viaggio di vivere un’esperienza indimenticabile e di andare alla radice di un’arte che è condivisione del bello e che trova la sua ragion d’essere nel donare il sorriso agli altri. Specialmente a chi ne ha più bisogno.