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Al Cedac di Verona per scoprire i legami del circo con la cultura contemporanea

In occasione della 10° edizione del World Circus Day, indetta dalla Federation Mondiale du Cirque presieduta dalla Principessa Stéphanie di Monaco, per sabato 20 aprile, il CEDAC – Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi, in collaborazione con il Club Amici del Circo, in rappresentanza del quale ci sarà il Presidente Francesco Mocellin, organizza a partire dalle ore 10, una speciale mattinata, nella sede di via S. Teresa, 12 (Area Ex Magazzini Generali di Verona), per scoprire aspetti inediti del più eclettico, creativo ed iconico spettacolo dal vivo, curiosando tra le sue collezioni documentarie.
Un’occasione per scoprire la centenaria tradizione del circo, i suoi stretti legami con la cultura contemporanea della quale ha segnato la storia dell’intrattenimento, dell’urbanistica, dell’estetica, dell’antropologia, dell’arte, della moda, del design e della letteratura.


Il Cedac

Proprio il settore letterario negli ultimi anni è stato quello che ha prodotto la maggior parte dei titoli disponibili in commercio, tra i quali va ad unirsi la recente pubblicazione di Roberto Bianchin, Ultima turnè, edito da I Antichi Editori Venezia, che verrà presentato dal Presidente del CEDAC Antonio Giarola, alle ore 11 in occasione della speciale apertura sabato 20 aprile, alla presenza dell’autore.

Il Libro
La quiete sonnolenta di una casa di riposo per artisti di varietà addormentata nella campagna, viene turbata dall’arrivo di un bizzarro personaggio. Si tratta di un celebre impresario teatrale, che propone al direttore della casa di riposo di mettere in scena uno spettacolo di varietà alla vecchia maniera con gli artisti ancora in grado di esibirsi. Sarà uno spettacolo talmente vecchio da sembrare nuovissimo, spiega entusiasta l’impresario, dal momento che show di quel tipo non se ne vedono più da oltre mezzo secolo.
Gli artisti, all’inizio, sono perplessi. Siamo troppo vecchi, dicono, da troppi anni siamo lontani dalle scene. Ma piano piano l’idea comincia a solleticare la loro vanità. Il direttore chiama Ricky, presentatore e regista, e questi chiama Oreste, il suo amico pianista, e indicono una selezione per valutare gli artisti. Alla fine scelgono un comico, un giocoliere, un mago, un fachiro, un trapezista, due ballerini, una soubrette, un’equilibrista, un’acrobata, un’indovina, una donna cannone, una donna barbuta. Alla comitiva si aggregherà, da clandestina, una nana.
Dopo cinquantadue giorni di prove estenuanti nel teatrino della casa di riposo, la compagnia, a bordo di un pullmino argentato che monta sul tetto una stella alta più di un metro – dal titolo del loro spettacolo, “Stelle d’argento” – parte per un’avventurosa tournée che li porterà in teatri grandi e piccoli di paesi e città, ma anche nelle piazze, nelle discoteche, sulle spiagge, nei villaggi turistici. 
Il romanzo, che narra con piglio picaresco fatti e misfatti di quest’ultima tournée (anzi turnè, come scritto per errore nei manifesti), è un omaggio a un mondo che non c’è più, quello dell’avanspettacolo, e insieme un viaggio dolceamaro, tra il serio e il faceto, che chiama in causa Cicerone e Seneca, ma anche Svevo e Schopenauer, nel pianeta inquieto e misterioso della vecchiaia. Con un finale inaspettato.
Con la sua penna acrobatica, poetica e brillante, ironica e surreale, l’autore ci consegna un’altra perla della sua giocosa maturità.

L’Autore
Roberto Bianchin. Scrittore, giornalista, musicista e artista di varietà, Roberto Bianchin è uno degli ultimi rarissimi esemplari di veneziani di laguna della prima metà del secolo scorso. Ha pubblicato i romanzi: Il padrone delle nuvole (2017), Premio Gian Antonio Cibotto; Il domatore di Principesse (2016), Premio Locanda del Doge; Acqua Granda (2016), Premio Abbiati; Niente rumba stanotte (2002); Albascura (1998), Premio dei Librai Città di Padova, Finalista Premio Scerbanenco, Premio Tuscania, Premio Cervia. I racconti: Non ricordo più nulla (2009); Il mistero della diga lunata (2007); I palloncini di Maria Smeralda (2002). I saggi: Kociss, passione e morte dell’ultimo bandito veneziano (2013); Punturine, il meglio del meglio di una rubrica di culto (2013); Punturine 2 la vendetta (2015); La Resa (1997), Premio Carlo Goldoni. Le liriche: Canzoniere infame (2017); Calìgo (1995); I Nuovi Baffi (1993). Dal romanzo Acqua Granda è stata tratta l’opera lirica Aquagranda, su libretto dello stesso autore, che ha inaugurato la stagione lirica 2016-2017 del Gran Teatro La Fenice di Venezia. Firma storica del quotidiano La Repubblica, dov’è stato inviato speciale per venticinque anni, ha vinto il premio Aurelio Piva per il miglior cronista nel 1982 e nel 1996. È stato direttore artistico del Teatro Gerolamo di Milano e della Compagnia de Calza «I Antichi», gruppo storico del Carnevale di Venezia. Attualmente è direttore editoriale della rivista di attualità culturali Il Ridotto.

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