Un grande sogno Egidio Palmiri l’ha coronato nel 1988. Un altro sta uscendo dal mondo onirico e, forse entro un anno, si materializzerà a Verona. Un terzo ha preso forma proprio in questi giorni di fine anno scolastico e gliel’ha regalato una giovanissima promessa del circo ma anche dello studio. Difficile dire quale dei tre sogni dia più soddisfazione a Palmiri, che all’età di 88 anni (li compirà a luglio) continua a mettere in agenda obiettivi da centrare.
Cominciamo dall’ultimo dei tre sogni. Palmiri non ha mai fatto mistero di aver fondato l’Accademia d’Arte Circense con due finalità principali: formare i giovani all’arte della pista – ma lui direbbe alle discipline classiche del circo, quelle intramontabili e legate all’immaginario dello chapiteau – e permettere di far studiare chi, costretto al nomadismo, e dunque a spostarsi continuamente da una piazza all’altra, di libri e quaderni poteva solo vederne le copertine. Per chi vive cambiando tanto frequentemente città, lo studio era un optional. A Palmiri tutto questo non andava proprio bene. L’ignoranza tarpa le ali anche dei migliori artisti. Se non si è capaci di maneggiare la matematica, l’italiano e le scienze, se non conoscono la storia, la geografia e la lingua inglese, quali speranza di riuscita nella vita avranno mai i ragazzi del circo del terzo millennio?
Ecco perché l’Accademia ha mosso i suoi primi passi addirittura dotandosi di insegnanti interni, poi – anche per facilitare l’integrazione degli allievi con i loro coetanei – Palmiri fece la scelta di far frequentare a clown, acrobati e giocolieri in erba, le scuole pubbliche. Dagli anni in cui la sede si trovava a Cesenatico, per aiutarli nei compiti pomeridiani chiamò insegnanti diplomati. Segno che ha sempre creduto in ciò che, chi gli è stato intorno, l’ha spesso sentito ripetere: “Non faremmo un buon servizio a questi ragazzi se, oltre alle discipline del circo, non li metteremo in condizione di essere preparati culturalmente, con un bagaglio scolastico all’altezza dei tempi che viviamo, anche perché saranno loro i direttori dei circhi di domani”.
Inutile negare che non tutti i bravi artisti sono letterati e piccoli Einstein, ma le soddisfazioni non mancano. Una è arrivata al termine dell’anno scolastico appena concluso, e non si tratta di una mosca bianca. Davio Anceschi Togni (nipote di Flavio, figlio della sorella Silvana e di Valerio Anceschi) ha terminato la quinta elementare all’Istituto Comprensivo “Golosine” di Verona con una pagella da guinness. Il voto più basso è 9, ed è uno solo, il resto sono dieci e dieci e lode. La soddisfazione si stampa sul volto di Palmiri davanti a performance come queste, forse più che davanti ad un bel numero acrobatico. E sì che di numeri capaci di ben figurare in tutto il mondo, dall’Accademia ne sono usciti parecchi grazie ai circa cento allievi diplomati dall’inizio ad oggi, come dimostra il nutrito palmarès. C’è una persona all’interno dell’Accademia che con dedizione, cuore e intelligenza mette in pratica il “Palmiri pensiero” sulla preparazione scolastica degli allievi: la signora Ivana Cipollina. Lo si deve al suo lavoro nascosto ma determinante, se le pagelle danno soddisfazione, e non è sempre facile mettere d’accordo studio e palestra.
Il primo sogno, si diceva, il fondatore della scuola del circo italiana – che ha aperto la strada a una miriade di palestre dell’arte circense oggi attive da nord a sud – l’ha agguantato quando è riuscito a far partire i corsi in via Germania, sempre a Verona, alla fine degli anni Ottanta. Un sogno a lungo inseguito e nel quale in pochi credevano si sarebbe potuto realizzare. Adesso ne ha un altro a portata di mano: la sede stabile della nuova Accademia.
“Entro metà luglio si dovrebbe sbloccare la situazione”, annuncia Palmiri. E’ una storia intricata solo da raccontare, ma sostanzialmente i problemi hanno a che fare con i proprietari dell’area sulla quale dovrà sorgere la cittadella del circo, e non con i permessi del Comune.
“L’amministrazione comunale a guida Tosi, e in particolare grazie all’impegno del vicesindaco, avvocato Vito Giacino, ci ha messo in condizione di intervenire già dalla fine dello scorso anno”, spiega Palmiri. “E se si sblocca entro un mese, come spero, la nuova Accademia sarà pronta per l’anno accademico 2012-13”. E che Accademia! Una scuola del circo così sarà la prima in Italia, ma anche sulla scena internazionale non è facile trovarne un’altra. “Rispetto al progetto già elaborato, sono state inserite alcune modifiche, a partire dalla struttura centrale: quasi tutta in legno, la si potrebbe definire un palazzetto dello sport per come l’abbiamo pensata”. E a quel punto il grande sogno del presidente Palmiri sarà davvero coronato.