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A Fossano full immersion nel circo contemporaneo

La seconda giornata a Fossano è inaugurata da una discussione sul circo contemporaneo, sulla sua nascita ed evoluzione, sul suo significato e caratteristiche, con un parallelismo con la storia dell’opera lirica, anch’essa giunta, nella sua evoluzione, ad essere opera totale in cui tutti gli elementi contribuiscono alla creazione di un movimento. Il dibattito si anima intorno a temi importanti, come quello del finanziamento pubblico. Raffaele de Ritis ricorda il ruolo centrale dell’Italia come luogo di nascita di esperienze culturali che trovano successo nel resto del mondo grazie a chi ha saputo dirigere le proprie politiche culturali al sostegno dell’innovazione, piuttosto che alla conservazione delle forme d’arte ormai consolidate e capaci di camminare sulle proprie gambe. Si discute inoltre della pericolosa deriva che può assumere il finanziamento pubblico laddove, come commenta Alessandro Serena, rischia di interrompere quel rapporto diretto con il pubblico non più protagonista attivo che determina il successo del tuo spettacolo, non più tuo “datore di lavoro”. Oggi gli artisti rischiano di perseguire l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei programmatori culturali dei festival e dei circuiti e di dimenticarsi la piazza e il pubblico. Aggiunge Raffaele de Ritis che “il rischio è una spinta fondamentale, anche se comunque va tutelata la componente creativa”. Beppe Rosso interviene anch’esso sul rischio di autoreferenzialità in cui incappa l’artista, ricordando la necessità di raccontare il proprio tempo affinché questo non rimanga un paese di vecchi e sulla fondamentale importanza della drammaturgia anche nel circo contemporaneo, laddove l’artista rappresenta l’eroe che con i suoi strumenti alleati affronta il vuoto e i limiti fisici, suoi antagonisti. Interviene poi Libor Kasick, cantante d’opera, direttore di Uffo, centro ricreativo in Repubblica Ceca, il quale ritorna sul parallelismo tra il circo contemporaneo e la lirica, i quali hanno in comune, oltre alla caratteristica di essere opere complesse, quella di influire sull’uomo. Conclude la mattinata l’intervento di Daniela Formento, che si occupa della programmazione culturale della regione Piemonte, la quale sottolinea la necessità di un dialogo tra le realtà culturali del territorio e gli interlocutori pubblici, affinchè si sviluppino delle vere e proprie strategie finalizzate a valorizzare e a incrementare la cultura come risorsa economica e sociale.

La Compagnia Madame Rebinè in Il paziente

Nel pomeriggio entusiasma il pubblico lo spettacolo Shake Shake Shake della compagnia Paki Paya, un trio spagnolo con residenza in Belgio: in scena un buffo playboy che cerca di conquistare una ragazza del pubblico attraverso piccole gag e numeri circensi, coinvolgendola e rendendola protagonista del proprio spettacolo, fino alla sorpresa finale che vola in alto nel cielo conquistando definitivamente il gradimento del pubblico. A seguire sotto lo chapiteau di piazza Castello la compagnia Madame Rebinè mette in scena Il paziente, uno spettacolo che utilizza il linguaggio della comicità, la giocoleria, il trapezio, il travestitismo, la voce, il canto, le video proiezioni per raccontare con poesia la malattia, la fragilità, la debolezza umana. In un corpo malato nascono fiori, ci si innamora, si ride. Attorno ad un corpo malato ci si sente serenamente malati, giocosamente forti, liberamente fragili. Uno spettacolo che sfida il grande tabù della sofferenza e della morte con una delicatezza ed un’umanità accolti e compresi dal pubblico. E mentre per le strade di Fossano “lievitano” i Mattacchioni Volanti e si aggirano Faber Teater e Fadunito, le vie della città si riempiono di famiglie e ragazzi accorsi alla chiamata con il circo e l’arte di strada. Nello chapiteau di piazza Diaz va in scena una delle compagnie più gradite e riconosciute nei circuiti culturali: i Sublimanti Corporation. Nel loro File_tone portano in pista la follia e l’inquietudine del nostro tempo, dando vita ad uno spettacolo liberatorio, inquietante, grottesco, lirico in alcuni momenti, intensissimo. Uno spettacolo che arriva alla pancia di chi lo guarda, uno spettacolo che tortura, ma libera allo stesso tempo, riuscendo ad emozionare e a sconvolgere, a muovere. In piazza Castello sulle note rock di Jeremy Manche va in scena intanto la compagnia BAM con lo spettacolo Willygood che racconta la scoperta e l’incontro dei suoi protagonisti attraverso il circo e la danza. E poi ancora, a seguire, in serata tocca a Learning, beginning to loose, della compagnia Atempo Circ. Uno spettacolo capace di mettere in discussione il limite, il desiderio, il fallimento, attraverso un’espressività corporea intensa e di grande impatto. La danza e le tecniche circensi riescono a comunicare e a dar forma ad un’esibizione carnale, sanguinea, urlata e muta allo stesso tempo. La nottata prosegue al cabaret del Cirko Vertigo nel cortile della scuola Calvino. Un presentatore e tanti artisti si alternano sul grande palco, esibendosi ognuno nella propria specialità. Una giornata intensa quella di sabato, che ha offerto l’occasione di vedere produzioni artistiche tutte di altissimo livello.
Valentina Maggio

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