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Walter Nones, il generale dal tappeto rosso

Raffaele De Ritis, regista e storico circense, propone un ritratto di Walter Nones che mette in luce l’importanza di questo “innovatore della classicità”, dall’arena di segatura al teatro di varietà, fino al sodalizio con Moira Orfei che ha rappresentato l’essenza stessa del circo italiano. La storia di un tendone che era “un cielo trapunto di stelle”.

di Raffaele De Ritis

walter-nones-leoneOggi solo le star camminano ancora sui tappeti rossi. Questa è la storia di un signore che come un generale della felicità vi ha guidato milioni di persone, per dar loro gioia. Walter Nones è stato per l’Italia quella figura che, non nata nel circo, si è fusa col mondo della pista con la passione e il distacco che forgiano un innovatore della classicità, nella stretta cerchia di visionari eclettici del secondo Novecento (da Arturo Castilla a Jean Richard o Gerry Cottle) capaci di costruire veri e propri imperi nel proprio Paese, nobilitando un’arte al passo con i tempi e uguagliando la solidità di storie ben più antiche. Walter Nones fu inoltre un acrobata notevole e un domatore di grande scuola classica internazionale; fu coinvolgente tanto sul pubblico quale speaker quanto nel ruolo di “generale” sul proprio esercito fuori pista e nel rapporto con i media, le amministrazioni e nelle battaglie della propria corporazione. Con raro gusto del rischio, fu capace di diversificare il proprio universo con svolte intuitive a ogni epoca; ebbe l’imperativo costante della novità, erede italiano in metodi e stili dell’impresariato di varietà; abile nel costruire con Moira Orfei un
grande mito ben oltre un circo che, caso forse unico al mondo, da 55 anni viaggia ancora senza una vera pausa, con la rara capacità di circuiti costanti.  Fu tra i pionieri italiani dell’internazionalità del nuovo spettacolo di massa, e da tale ruolo si trovò anche precursore nei rapporti tra l’ex-Urss e lo Stato Vaticano.

nones-homeWalter nasce a Trento il 18 Giugno del 1934, primo dei quattro figli di Giuseppe con Adele Medini, artista circense. Il padre Giuseppe Nones, artigiano mobiliere, alternava tale professione con la passione per la palestra, nella grande tradizione ginnastica di Trento. Con tre compagni si era trovato ad esibirsi nel circo di Bernardo Medini, sposandone la settima dei 14 figli (avuti con Adalgisa Caroli), Adele, poi tornando alla propria professione stabile allo scoppio della II Guerra. Walter, con i fratelli Guglielmo e Loredana, viene messo a studiare in un collegio salesiano. Ereditando la passione paterna, inizia ad esibirsi nei saggi scolastici e prende lezioni dal celebre ginnasta-porteur trentino Bruno Marcantoni (che si era anche esibito al Barnum & Bailey nel 1910). Nel 1951 la famiglia di Giuseppe Nones decide di dedicarsi definitivamente alla vita artistica, in due circhi i cui direttori avevano sposato due sorelle della moglie Adele: l’arena di Francesco Forgione da poco aperta in Puglia e l’impresa di Secondo Caveagna al Nord. Walter Nones si appassiona alla giocoleria, praticando anche acrobazia, arti aeree e mano a mano col fratello Guglielmo.
trio-nonesRimane orfano di padre a 18 anni e con il fratellino Giuseppe di cinque anni; con i fratelli Loredana e Guglielmo prende lezioni di danza e crea un trio di ballo acrobatico in un genere molto in voga alla fine degli anni ’50 e adatto al florido mondo del varietà ma anche a circhi importanti come Togni e Palmiri. Il trio passa al cinema-varietà attraverso lo Smeraldo di Milano, per poi approdare alla rivista come attrazione ospite nella compagnia di Wanda Osiris con Ok Fortuna (nel cast il trio Bramieri-Vianello-Durano) nel 1956, approdando il 6 Ottobre in televisione nello special Rascel la Nuit e di seguito nel tour mondiale di Renato Carosone, poi nel circuito internazionale.
Walter assimila con attenzione stili e forme di circhi e dell’intrattenimento di classe dell’“Europa di notte”. Un’esibizione nell’ultima puntata del Mattatore di Vittorio Gassmann, ripresa sotto il tendone di Orlando Orfei il 22 aprile 1959, è l’occasione per i Nones di accettare la proposta di Orlando di una tournée in Kuwait nell’anno successivo.
walter-nones-e-moira-orfei-nozzeL’11 marzo 1961 Walter sposa Moira Orfei a Sanremo, una cerimonia lampo (mentre i Nones sono in tournée in Danimarca e Moira a Cinecittà su due diversi set) tra gli elefanti di Helen Swoboda, in quegli anni con gli Orfei. Questa artista austriaca, dopo la chiusura del proprio Medrano due anni prima, desiderava riaprire un circo col marito Renato Medini. Walter si lancia nel promuovere con loro una società. Il 10 Novembre del 1962 debutta dunque a Viareggio il Circus Hellas; Walter coinvolge nell’impresa i propri fratelli, quelli di Moira (Paolo, Mauro e Dea) e la famiglia Medini-Belley. Dal circo Orfei è scritturato il tedesco Charly Baumann, uno dei più grandi domatori del Novecento, scuola Klant-Hagenbeck, che offrirà a Walter i primi rudimenti del mestiere con un gruppo di cinque giovani leonesse avute da Gualberto Niemen: Walter debutta in gabbia nel marzo 1963 ad Arezzo. In un momento di grande transizione per il circo italiano, con circa 180 imprese dominate da seisette complessi di alta qualità, Walter ha le ambizioni per confronti impegnativi, e nel maggio 1963 si mette in proprio, con un tendone rilevato da Palmiri. Mette a frutto la capacità di osservazione e il gusto maturati nell’esperienza all’estero, sviluppando una forma di circo semplice, intima e moderna con grandi attrazioni.
Moira assicura una maggiore indipendenza dai set per poter varare l’insegna di Moira Orfei, il terzo tendone con questo cognome: con decisione, la pubblicità si impegna ad assicurare la presenza costante della vedette, con il numero di colombe e tre giovani elefantesse acquistate dal gruppo degli Amar. Il circo si distinguerà sempre per la simpatia e il calore del nucleo familiare alternato ad attrazioni inusuali inedite, legate dal decisivo talento di Walter animatore.

nones-giovanni-paolo-iiDal 1968, con lo slogan “Festival Mondiale del Circo”, Walter inizia ad imporsi a Roma e Milano, sostituendo nel circuito italiano il modello impostato da Palmiri.
L’Autunno 1969 è il momento in cui parte la corsa alla novità dei circhi italiani. Il 15 Novembre, per Walter e Moira è pronta a Reggio Emilia l’anteprima del Circo sul Giaccio: se altri circhi europei avevano affiancato la pista normale scritturando una rivista
sul ghiaccio, questa è una produzione autentica, ed il primo team creativo in Italia di professionalità esterne dedicate al circo (con il coreografo John Wertz, i costumi di Sebastiano Soldati, grande firma dell’operetta italiana e delle riviste di Macario, le scene del
pittore Beppe Domenici). Con un tendone poi portato fino a 74 metri, resta il più completo esperimento al mondo del genere, visitando anche la Germania (1973). Nel Maggio 1974, anticipando la tendenza dei grandi circhi italiani alla frammentazione, Walter divide l’impresa del circo normale da quella del ghiaccio, affidata alla sorella Loredana, inizialmente come Follie sul Ghiaccio con Alighiero Noschese, e nel 1975 in Spagna e Portogallo in combinazione col Circo Ruso di Angel Cristo. Le due imprese di Walter e Loredana si imporranno anche in molti paesi dell’area balcanico-mediterranea (Grecia, Bulgaria, Turchia, Jugoslavia, Ungheria, Israele, Libia), e resta purtroppo celebre per la tragica tournée in Persia, colta dalla rivoluzione del 1977. Dalla disavventura Walter saprà riprendersi con straordinaria tenacia, anzi gettando le basi di quello che da metà anni ’80 sarà considerato come un vero impero.

moiraNel 1980 iniziano col celebre impresario Leo Watcher i contatti con l’Unione Sovietica; dall’estate 1981 Walter porta in rassegne e teatri il gruppo folcloristico Piatniskij, preludio a un’iniziativa clamorosa: il 27 Gennaio 1982 debutta al Palasport di Torino il Circo di Mosca, assente dall’Italia da tredici anni e con un programma fortissimo. La tournée è presa come un atto spregiudicato di Walter che, isolato per anni dal circuito circense italiano, con sicura aggressività imprenditoriale inizia a muoversi su criteri propri, senza temere la concorrenza diretta con i giganti dell’epoca. Nel 1980 viene chiusa l’unità circense del ghiaccio, ma con nuovi progetti in cantiere. Entrato nel nascente circuito di spettacolo dei palasport, Walter dal 1983 al 1988 diventa l’esclusivista italiano di Holiday on Ice, che dal secondo anno affida a un secondo tendone: prima come Tenda Palasport, poi come Palanones, l’imponente impianto diretto da Loredana diverrà un punto di riferimento precursore delle alternative di spazi nelle metropoli italiane. Nel frattempo il circo classico diventa palestra per la nuova generazione di nipoti e figli mentre Walter, affiancato dal fratello Giuseppe, evidenzia elevatissime ambizioni nel costruire nuovi numeri di animali, con sistemi di stabulazione avveniristici e il coinvolgimento di alcuni dei più grandi addestratori dell’epoca: Gunther Schmidt, Bernd Jostmann, Henri Wagneur, Diana Antoine, Charles Knie, Gaston Bosman e il leggendario Jean Michon, col cui aiuto il gruppo di tigri darà al nucleo Orfei-Nones nel 1987 il primo oro italiano a Monte Carlo (seguito nel 1989 da un argento).
È l’apice del prestigio: un mese dopo il trionfo, Walter porta un nuovo circo di Mosca, questa volta sotto il tendone (con un programma di levatura eccezionale) e subito dopo il coro dell’Armata Rossa; nell’Autunno 1987 a Modena il circo classico diventa Moira più Mosca: evento rarissimo, i russi concedono una combinazione dei loro numeri con un’impresa occidentale per la terza volta al mondo (due anni dopo Knie e Williams). La fortunata combinazione si rinnoverà fino al 2003. Il Palanones ospita poi nel 1989 il Circo Cinese di André Heller e nel 1990-91 il Circo di Mosca sul Ghiaccio.

Nel frattempo l’universo di Walter culmina con l’esperienza della televisione: un rapporto tra un circense e una rete la cui intensità resta rara nella storia del circo mondiale. Il 14 Ottobre 1989 debutta su Canale 5 Sabato al Circo, la prima di cinque edizioni (alcune con altri titoli, fino al 1993), che rinnova il format del varietà circense, ospitando centinaia tra le massime attrazioni mondiali pur in una cornice leggera e commerciale.
Seguiranno le riprese di altri spettacoli circensi, ma soprattutto la prodigiosa serie del Gran Premio del Circo, la cui prima edizione (a Milano, dall’8 al 10 Gennaio 1993) è capace di creare in poche settimane un progetto allora superiore al Festival di Monte Carlo. Nel 2002 Walter torna per alcuni anni in gabbia con le tigri, sorprendendo con lo smalto di sempre, mentre instancabile supervisiona la carriera di Stefano con i felini, le sempre nuove produzioni del circo e l’organizzazione delle tournée fino agli ultimi giorni di vita.

walter-nones-e-figli-home-pageSognatore con i piedi per terra, Walter è stato precursore italiano di un sistema dello spettacolo di massa internazionale prima che si imponesse il musical. Ma la sua passione restò il circo, dalla cui pista presentava al microfono il proprio tendone come un “cielo trapunto di stelle”: e ne ha regalate tante al pubblico italiano. Ricordarle oggi aiuta a capire la statura di Walter Nones. La sua intuizione fu principalmente per le attrazioni inusuali: il tuffatore Zobonov, il cannone e il bolide volante dei Raluy, i forzuti Massis o Sharif, lo yogi Klemendor e i vari dislocatori, le prime “bolas” con i Huincas, i motociclisti Fassmont, i maghi Li Chang o Borsuk, i trasformisti Sudarchikovi (i primi visti in occidente), il rigurgitatore Jukov.
L’insolito anche con gli animali: Karah Kawak con i coccodrilli, il canguro boxeur Skippy, la scuola dei cani di Ermakov, i pappagalli di Alessio, le mulette di Hoppe e di Regazzoni, gli squali. E poi le grandi stelle del firmamento mondiale: gli Alexis, Jean Lemoine, Hug Forgie, Bartschelly, Don Martinez, i Randols, i Barlay, Pendakovi, Dobritch, i Diavoli Bianchi, i Guerrero, Crazy Wilson, i clown Munoz, Buby Ernestos, Di Lello. Sotto lo stesso cielo, Walter accolse con Moira i più grandi cognomi del circo italiano: Jarz, Nicolodi, Martini, Pellegrini, Caroli, Sali, Vulcanelli, Jasters, Merzari, Rossi, Folco, Gottani, Macaggi, Cristiani, Perris, Bizzarro, Huesca, i giovani Nones-Orfei. Ma le stelle più brillanti restano i figli di Walter: Stefano con Brigitta, Lara col marito Mihail e i figli Walter e Moira junior., ai quali un sapiente maestro ha aperto la via del successo. Ma il regno di Walter, generale modesto e generoso, ha avuto un solo imperatore: il pubblico. Accolto sempre su quel tappeto rosso da personale in livrea lungo un tunnel di neon tra fiori e bandiere, il pubblico delle iniziative di Walter oggi sfiora forse il numero impensabile di cinquanta milioni.
Walter Nones li ha guardati uno per uno negli occhi varcare i cancelli, discreto ed elegante, quasi confuso come uno di loro, generando per essi ogni sera il sapore importante di una prima: sovrani nel loro percorso alla scoperta di quel cielo trapunto di
stelle, che oggi resiste grazie all’amore dei figli.

L’articolo compare su “Circo” ottobre 2016.

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