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Io, animalista convinta, cambiata dall’incontro col Moira Orfei

Alcune fotografie scattate da Paola al circo Moira Orfei

“Ho sempre avuto un’attrazione per il circo e da bambina quando la grande tenda veniva montata in città, mi ritrovavo seduta in prima fila con lo sguardo perso tra giocolieri, clowns e trapezisti”. Inizia così il racconto di Paola Aliprandi. “La vita circense, piena di musica, colori e grande professionalità, un po’ nomade e imprevedibile mi affascinava colmandomi il cuore di grandi emozioni e dando vita alla mia fantasia. Spettacoli unici, veri, ove animali e uomo condividevano fatica e alla fine grandi gioie”. Ma poi Paola si allontanò dal circo maturando una visione dello spettacolo sotto lo chapiteau comune a chi lo considera qualcosa di violento nei confronti di leoni, tigri, rinoceronti ed ogni altra specie che concorre a dar vita allo show.
“Mi dedicai ai viaggi, ad altri interessi e curiosità e forse in fondo non condividevo più il vedere un animale in gabbia, privo di quella libertà tanto difesa e sospirata che ogni essere umano… esige!”
Qualcosa però è intervenuto a mutare l’approccio di Paola Aliprandi al circo. “Su invito di Giovanni Lagorio, un caro amico imperiese, mi recai poco tempo fa di nuovo al circo per realizzare alcune foto. Scoprii uno spettacolo entusiasmante, un vero e grande musical, ove animali e artisti si fondono insieme dando vita ad una serata travolgente”. Bello e avvincente lo spettacolo, ma le emozioni non erano ancora finite. “Lo stupore avvenne dietro alle quinte! Sono da sempre una convinta animalista ed ho potuto constatare una grande cura e attenzioni profonde unite ad un amore sincero verso tutti gli animali notando una reciproca intesa e collaborazione con un rispetto incredibile. È stata una bella scoperta e sono sempre più convinta che il bene non ha limiti e si possono amare gli animali anche in un circo, fuori dal loro habitat naturale, dove viene offerta loro una vita piena di attenzioni”.
Paola Aliprandi è arrivata a questa conclusione: “Bisogna dire che c’è… circo e circo. È da vedere assolutamente il circo di Moira Orfei prima di trarre conclusioni affrettate”. E tanti altri circhi sono da vedere, cara Paola, e la scoperta non sarà molto diversa da quella fatta a contatto col Moira Orfei.

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2 Comments for “Io, animalista convinta, cambiata dall’incontro col Moira Orfei”

  1. […] gli animali e amo anche il circo” ottobre 16, 2010 Dopo la testimonianza della “animalista convinta”, che ha cambiato idea prendendo familiarità col Moira Orfei, e vedendo come sono davvero trattati […]

  2. Posso dire lo stesso del Circo Acquatico Bellucci che ho avuto modo di conoscere. Anche io amo gli animali e possiedo un gattino di nome Pierrot.
    Anche lui vive con me e gli voglio molto bene. Certo non gli ho insegnato cose strane tipo saltare in un cerchio di fuoco o contare i numeri, però vive con me è addomesticato e si trova bene. Siccome è nato in casa e i suoi antenati anche da due o tre generazioni sono abituati a stare in appartamento, è abituato diciamo a questo nuovo habitat. Non scappa, ma non lo costringo a stare con me. Sa dov’è il suo cibo, la sua cuccia, la lettiera, si muove sicuro all’interno di quello che lui considera il suo territorio.
    Lo stesso io penso che sia anche per gli animali del circo, da generazioni nati in cattività. Credo che liberarli e rimetterli per es. nell’Africa Nera o nella Savana, o nelle foreste tropicali, vorrebbe dire consegnarli alla morte certa, invece che dargli un’esistenza felice. A questo punto anche le mucche e le pecore nella stalla dovrebbero essere lasciate libere, non solo di pascolare, ma anche di trovarsi da sole un rifugio in particolare per l’inverno. Io credo sia invece un reciproco aiuto: l’uomo dà all’animale, affetto cibo e un rifugio e in cambio prende il latte, il pellame, le uova, o nel caso del circo un po’ del tempo dell’animale per ammaestrarlo e fargli poi fare gli spettacoli. L’animale del circo, da generazioni vive col circo, è abituato agli spostamenti e agli orari degli spettacoli, non è un trauma per lui salire su un palco, ma sarebbe un trauma forse per lui una vita sedentaria in uno zoo o libera in una savana di cui non sa più affrontare i pericoli. Nel rapporto uomo-animale, si forma un legame affettivo saldo da entrambe le parti e credo che sia inutile giudicare dal’esterno questo legame e scioglierlo arbitrariamente.

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