Con una lettera al presidente della Repubblica Ellenica, Karolos Papoulias, al primo ministro Lucas Papademos e a tutti i componenti la Commissione per la Produzione ed il Commercio, che lo scorso 31 gennaio ha adottato una normativa che vieta l’utilizzo degli animali in ogni genere di spettacolo, il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, mette in guardia le autorità da una decisione che isola ancora di più la Grecia nel contesto europeo. “La vostra decisione si pone in contrasto con la tendenza prevalente nella Comunità Europea, e in tutte le grandi democrazie del mondo, che è quella di regolamentare e non vietare la presenza degli animali. L’ammaestramento degli animali è alla base dello sviluppo della civiltà occidentale, che ha avuto la sua culla proprio nella cultura ellenica, e non può essere cancellato con un colpo di spugna solo per fare un favore alle potenti lobby animaliste che sempre più spesso utilizzano vere e proprie armi di pressione verso i Governi allo scopo di raggiungere i loro obiettivi. Uomo e animale devono poter continuare ad interagire, come avviene da secoli, assicurando che ciò avvenga nel rispetto e nella salvaguardia delle normative finalizzate a tutelare le specie animali”.
Buccioni mette anche l’accento “sul paradosso” della normativa greca, “che se da un lato bandisce ogni animale dagli spettacoli, dall’altro lascia libero campo all’impiego degli animali nell’allevamento, nella caccia, nella pesca e in quegli sport che non sono certo più rispettosi degli animali di quanto lo siano i circhi”. Assurdo, prosegue, “che il divieto venga adottato da un Paese che non ha circhi nazionali, ed è dunque difficile non pensare che la normativa in questione serva anzitutto ad ingraziarsi l’animalismo più ottuso, anche se per scopi al momento non chiari”.
Il presidente Enc spiega che “etologi, veterinari, studiosi ed esperti di comportamento animale, da tempo sostengono che non c’è incompatibilità fra benessere degli animali e il loro impiego negli spettacoli equestri”, chiarisce che “l’addestramento moderno – non a caso definito “in dolcezza” – non prevede “imposizioni”, perché è basato sul rispetto e la collaborazione fra uomo e animale”, e ribadisce che “gli animali presenti attualmente nei circhi sono nati in cattività da più generazioni e non vengono importati dai paesi d’origine”.
Buccioni parla poi di “errate valutazioni” che sono alla base di un provvedimento che “mina la millenaria espressione dell’arte circense, ma anche la sua cultura, identità e storia, che hanno ispirato uomini di cultura, di cinema, insieme a pittori, scrittori, musicisti ed ogni vera forma di espressione artistica”.
“Verranno fatte approfondite verifiche giuridiche circa la legittimità di tale provvedimento, anche in relazione al principio della salvaguardia della libera circolazione delle imprese all’interno della Ue”, conclude il presidente Enc. “Attueremo ogni iniziativa, anche in collaborazione con organizzazioni del settore su scala europea e mondiale, per far si che la millenaria espressione artistica e culturale costituita dal circo, abbia la libertà di esistere anche sul territorio della Grecia”.