E così il 26 aprile 1968, Enc e Anesv chiamarono a raccolta tutti gli associati, da nord a sud d’Italia, e insieme le autorità che avevano reso attuabile il sogno di una normativa di settore.
Il raduno si svolse ad Ancona ed ebbe la forma di un convegno nazionale dei delegati regionali Anesv ed Enc con show finale, nel senso che venne organizzato anche un grande spettacolo circense con animali e artisti e un pubblico straboccante. Partecipò il ministro Achille Corona, che diventò il festeggiato numero uno, ma in prima fila ci furono anche Italo Gemini e Franco Bruno per l’Agis, dirigenti ministeriali e autorità varie. “Lei resterà nella memoria dei viaggianti – disse il presidente Anesv Camillo Bruno, rivolto al ministro – come il “Caro Ministro” che ha dato ad essi una legge fatta tutta per loro, che forse avrà ancora bisogno di essere perfezionata, ma che sta alla base di quanto la categoria desiderava e di quanto potrà sperare nell’avvenire”.
Ma davvero importante fu anche l’intervento del ministro Corona: “E’ la prima volta che in Italia lo Stato interviene nel settore e, soprattutto, interviene in maniera organica”, Spiegò che la legge 337 vuole “assicurare allo spettacolo viaggiante e ai circhi equestri una funzione all’interno del mondo dello spettacolo e, attraverso di esso, nel mondo generale della società italiana”. E Corona sottolineò molto bene anche un altro concetto, che dal governo centrale fino agli enti locali, in molti oggi dovrebbero rileggere con attenzione: approvando la legge 337 – disse il ministro – “lo Stato ha cercato di ispirarsi a criteri di utilità pubblica e di giustizia sociale, e per questo ha voluto aiutare il settore. Quando vi sono attività che non interessano solo settorialmente, ma che interessano vaste categorie della popolazione, lo Stato non deve trascurarle, non deve lasciare che si perdano lungo il cammino, ma ha il dovere di aiutarle e di porle in condizione di lavorare, perché il loro lavoro interessa tutta la società”. Aggiunse: “Voi siete il punto di incontro, il vero punto di contatto della gente che vuole serenità, quella serenità che voi date agli altri e che avevate il diritto di ricevere, almeno in una certa misura, dallo Stato. Voi offrite una forma di svago che ha anche un’altra caratteristica, e non se ne dolgano le altre categorie dello spettacolo: quella di puntare essenzialmente sulla fantasia, sul rischio, sul coraggio umano, che sono virtù che un popolo non può trascurare”. Motivi più che validi – proseguì il ministro – per giustificare l’attribuzione della funzione sociale riconosciuta dalla legge allo spettacolo viaggiante e ai circhi.
Raccontano le cronache pubblicate su Lo Spettacolo Viaggiante, che le parole del ministro Corona furono salutate da un applauso interminabile e al termine gli fu consegnata una targa con questa dicitura: “I circhi equestri e gli spettacoli viaggianti, con memore riconoscenza offrono al ministro Achille Corona, che tenacemente operò per l’approvazione della loro legge. Ancona 26 aprile 1968”.
Gli articoli precedenti:
Verso l’assemblea generale ENC: Ercole Togni
Verso l’assemblea generale ENC: circhi e arene negli anni 50