Gli anni Settanta rappresentano nel dopoguerra uno dei periodi più luminoso per il circo italiano dal punto di vista delle imprese, anche se nella loro seconda metà verranno funestati da due lutti gravissimi e forse in qualche modo simbolici della fine di un’epoca.
Le attrazioni più forti scritturate in grande quantità e assemblate in kolossal ispirati alla rivista, ospitati in chapiteaux enormi con tecnostrutture d’avanguardia che sono affollati in ogni ordine di posto. Lo stivale tricolore è meta del peregrinaggio di operatori ed appassionati di tutto il mondo che vengono a rendere omaggio alla maestosità dell’arte e dell’azienda circense nostrana.
Sono gli anni in cui si affermano definitivamente alcuni marchi che sono entrati nella storia dello spettacolo popolare. In cui numerose famiglie di risonanza leggendaria furoreggiano per tutta la penisola, ma anche in cui molti altri nomi, magari meno noti, ottengono comunque risultati eclatanti.
Sono di recente finiti i regni di Palmiri (prima) e Orlando Orfei (dal 1968 in Brasile), ma ne stanno nascendo molti altri. Impossibile qui ricordare tutti, ma doverosa una breve sintesi.
Per le due famiglie più note in Italia, Orfei e Togni, si tratta del periodo più ricco nel quale i complessi operanti sono numerosi e di gran qualità. Moira Orfei sta entrando nel mito anche grazie al successo del Circo sul Ghiaccio (idea del marito Walter Nones). Ma anche i tre fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei presentano spettacoli da capogiro con la loro celebre trilogia del Circo delle mille e una notte, Circorama e Circo delle amazzoni. Ma girano anche Miranda e Amedeo Orfei.
In quanto ai Togni, il Jumbo di Livio, il Cesare e soprattutto il colossale Circo Americano che sbanca grandi palazzi dello sport nelle maggiori capitali europee.
I Casartelli mietono successi con molti marchi e rilanciano il brand Medrano. Poi l’Embell Riva della famiglia Bellucci–Riva che in quel periodo sta assurgendo alla sua migliore dimensione. Il Circo Città di Roma dei Bizzarro. Il Circo di Berlino dei Vulcanelli. E moltissimi altri.
Un momento di grande splendore che viene, come accennato sopra, funestato da due gravi lutti. Nel 1976 scompare Darix Togni, il Gladiatore, uno dei personaggi del Novecento più amati dal pubblico italiano. E nel 1978 scompare Leonida Casartelli, che aveva affermato la figura dell’imprenditore circense conquistando grazie alla sua dinamicità e intraprendenza un ruolo centrale non solo a livello nazionale ma mondiale. La scomparsa di questi due enormi figure è come se segnasse l’apice del successo che continuerà di inerzia ancora per alcuni anni per essere poi destinato ad interrompere il trend positivo per iniziarne uno negativo di cui ancora non si vede la fine.
Alessandro Serena