di Nicola Campostori
Un circo per tutti è il progetto dell’Ente Nazionale Circhi sostenuto dal Ministero della Cultura che nel 2024 ha creato un network tra realtà circensi italiane volto alla realizzazione di attività di circo sociale destinate alle persone fragili e con disabilità. Una serie di spettacoli, esibizioni, workshop pratici, incontri con gli artisti, visite agli ospedali pediatrici e mostre affiancata a attività di sensibilizzazione quali la creazione di numeri circensi ispirati al tema della disabilità.
Il circo è sempre stato un mondo inclusivo. Nel corso della storia ha accolto al suo interno le persone considerate “diverse”: gli emarginati, gli stranieri, i non conformi agli standard sociali dando a ciascuno un suo ruolo, un senso, oltre che un impiego. Questa forma d’arte ha coltivato nel tempo una sensibilità particolare nei confronti delle persone svantaggiate. Il fenomeno del cosiddetto “circo sociale” può essere considerato come la precisazione e l’affinamento di istanze che hanno sempre innervato lo spettacolo popolare. Sin dalla sua nascita, l’Ente Nazionale Circhi si è adoperata affinché questi ideali venissero concretizzati nel lavoro di ogni giorno, adoperandosi nella realizzazione di eventi destinati ai meno fortunati, agli esclusi, alle periferie. Non è un caso che, proprio grazie all’ENC, l’Italia è stata la prima nazione occidentale a riconoscere il valore sociale del circo, con la legge 337 del 1968.
Tra le sue attività di circo sociale svolte nel 2024 spicca Un circo per tutti. Sostenuta dal Ministero della Cultura nell’ambito dei progetti speciali, si è composta di una serie di iniziative che hanno creato una rete tra alcune tra le principali realtà italiane. Il Circo Lidia Togni, diretto da Vinicio Canestrelli, ha fatto visita al reparto pediatrico dell’Ospedale Annunziata di Cosenza (in collaborazione con i volontari dell’Associazione Circoncolo) portando i propri artisti tra le corsie, donando momenti di spensieratezza ai bambini e alle bambine ricoverate; questo complesso e il Circo Rony Roller, gestito dalla famiglia Vassallo in partnership con Stefano Orfei Nones, hanno aperto le porte del loro tendone alle persone con disabilità, offrendo spettacoli gratuiti e proponendo visite al backstage e al parco animali e laboratori di discipline circensi appositamente pensati per l’occasione e incentrati su un modello innovativo di pedagogia basato sulla circomotricità, disciplina formativa che impegna e sviluppa le capacità psicomotorie a fini ricreativi e salutari. Un circo per tutti ha coinvolto anche compagini di teatro-circo e rinomati festival del settore. Durante la loro permanenza al Fringe di Edimburgo, i Black Blues Brothers, gruppo di acrobati kenioti della compagnia Mosaico Errante provenienti dal trust di circo sociale Sarakasi, hanno incontrato i bambini e le bambine del Royal Hospital for Children and Young People, un evento che ha portato allegria ai piccoli degenti, oltre che un messaggio di speranza: non bisogna mai smettere di credere nelle proprie possibilità. Per la sua quarta edizione, il Salieri Circus Award ha previsto posti gratuiti per la sezione provinciale di Verona dell’Ente Nazionale Sordi e per quella dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, ha predisposto audiodescrizioni dal vivo degli spettacoli per i non vedenti e interpreti in lingua dei segni per i sordi e ha organizzato incontri con gli artisti in gara prima dello show. In questo modo l’accessibilità è andata di pari passo con una fruizione più consapevole.
Nell’elaborazione delle proprie attività, Un circo per tutti si è avvalso delle competenze dell’Accademia d’Arte Circense di Verona che, oltre a coadiuvare la progettazione dei percorsi ludico-formativi offerti dal progetto, ha lavorato coi propri allievi nella creazione di numeri circensi ispirati al tema della disabilità: in questo modo si è promossa una campagna di sensibilizzazione sul tema, rivolta principalmente ai giovani, che ha permesso agli spettatori di assistere a performance legate all’argomento e di scoprire le realtà quotidiane e concrete che stanno dietro gli slogan, e agli artisti di affrontare per la prima volta la disabilità non come un ostacolo ma come una fonte inedita di creatività. L’intenzione del progetto è stata quella di allargare il concetto di circo sociale, includendo anche attività non direttamente collegate alla pratica delle discipline circensi ma che concorrono ugualmente al benessere di chi le fruisce. In quest’ottica, l’allestimento di una mostra di poster di grandi artisti circensi contemporanei alla Casa di Riposo dello Spettacolo Viaggiante di Scandicci è stato coerente con gli obiettivi del circo sociale, offrendo agli ospiti dell’istituto un prodotto culturale che ha alleviato la loro situazione di emarginazione col potere inclusivo dell’esperienza artistica.
Data la sua grande valenza, Un circo per tutti è stato presentato come esempio di buone pratiche per il circo sociale ai principali stakeholder del settore e in contesti accademici attenti alle politiche culturali nell’ambito dello spettacolo dal vivo. L’ENC ha illustrato il progetto ai convegni organizzati dall’European Circus Association al Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo e alle Giornate di Studio sull’Arte Circense dell’Università degli Studi di Milano dove operatori, giornalisti, docenti e studenti di beni culturali hanno potuto anche assistere all’esibizione di Silke Pan, verticalista e acrobata svizzera che dopo aver perso l’uso delle gambe a causa di un incidente è diventata campionessa di paratriathlon prima di riprendere la sua attività di artista circense; la sua performance in università, di fronte ai giovani studenti di beni culturali, ha rappresentato un emozionante momento di riflessione sul circo come mezzo di riscatto personale.
Un circo per tutti si è configurato come la formalizzazione dell’esperienze pregresse dell’Ente Nazionale Circhi nel campo del circo sociale ed in particolare del lavoro svolto in collaborazione con la Fondazione Terzo Pilastro. Naturale evoluzione della Fondazione Mediterraneo creata nei primi anni Duemila dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, questo ente è attivo in diversi paesi del mondo per la promozione, la realizzazione e la diffusione di iniziative di valore sociale, culturale, formativo ed artistico. Il valore di Un circo per tutti non si esaurisce nelle attività del 2024: per come è stato pensato, esso sarà replicabile nel corso degli anni e nei contesti più disparati. Il tipo di percorsi attivato dal progetto potrà essere agilmente inserito nelle stagioni future dei tendoni italiani e nelle attività degli istituti di sostegno a persone in difficoltà, arricchendosi di nuove partnership con altri chapiteau e associazioni. Oltre a consolidare i rapporti tra lo spettacolo popolare e il mondo del volontariato, Un circo per tutti ha gettato le basi per lo sviluppo in autonomia del settore, fornendo un esempio alle singole compagnie che sia da stimolo per la realizzazione di esperienze analoghe, moltiplicando e rafforzando la rete del circo sociale in Italia.