Più volte abbiamo criticato i servizi a senso unico de L’Arca di Noè, ogni volta cioè che hanno raccontato con una vena di animalismo spinto e astioso la vita dei circhi. Ma oggi rendiamo ragione di un atteggiamento diverso, che fa onore ad un programma che comunque è nato per informare sugli animali.
Le telecamere de L’Arca di Noè oggi hanno mostrato il circo così com’è, una grande famiglia di uomini e animali che convivono e condividono sentimenti di affetto che è raro trovare altrove. L’occasione, la nascita di due cuccioli al circo Medrano.
“E’ come quando nasce un bambino perché il circo è una grande famiglia e quindi è per noi una grande festa”. Il servizio inizia con queste parole di Braian Casartelli, e poi le immagini scorrono e si fermano sui nuovi arrivati, accolti come tutti i neonati con grande amore e in un clima di festa. “E di feste nella tappa genovese del circo Medrano ce ne sono state due”, spiega il giornalista, “nel giro di una settimana a pochi metri dalla gabbia delle tigri, da quella di un piccolo canguro di pochi mesi e dal recinto degli elefanti, sono nati ben due cuccioli: uno di dromedario e uno di Lama. Quando li filmiamo hanno meno di 15 giorni ma il piccolo Lama già vuole scendere in pista seguendo i suoi genitori”. Lavoro? Macché! “Lo facciamo divertire con la mamma”, dice Braian.
“Ora si tratta di dare un nome ai due cuccioli che, secondo la tradizione del circo, sarà ispirato dalle caratteristiche della città in cui sono nati”, prosegue il servizio. Samp e Doria forse? Si vedrà.
Braian è stato molto bravo anche nel fare capire con semplicità che le nascite nei circhi non sono eventi eccezionali e riflettono l’ottimo stato di salute degli animali: “Siamo abituati alle nascite… Anche la giraffa è nata qui da noi e immaginate che soddisfazione, è una cosa bellissima”. Mentre pronuncia queste parole le giraffe chinano la testa su di lui e sembrano sbaciucchiarlo e coccolarlo e Braian conclude: “Alla faccia di chi dice che vogliamo male agli animali”. Non servono tanti discorsi, basta osservare la realtà. Quella che solo i fanatici prevenuti non riescono – purtroppo – ancora a vedere.