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Tutto quello che avreste voluto sapere sul circo ma non avete mai osato chiedere

di Simonetta Purpura

Simonetta Purpura ormai trasformata in... pirata
All’università mi avevano detto: “Dovranno essere 150 ore. Tutte tue, per questa esperienza di osservazione sul campo e ricerca tesi”. Io ho cercato di farmene bastare 480.
Arrivata al circo mercoledì 7 marzo, sono tornata alla mia vita normale lunedì 26 marzo. Solo per dovere e trattenendo qualche lacrima. “Sappi che non lo dico a tutti. Ma consideraci come una famiglia. Torna quando vuoi”, mi ha detto Loredana salutandomi.
Che dire?! In questo spazio di mondo ho lasciato un pezzo di me e ho imparato che la vita dà la possibilità di fare talmente tante cose e di conoscere talmente tante storie, che non vale proprio la pena di stare a pensare che, per essere serena e ricca, debba essere una vita comune. Ho guadagnato 480 ore nuove, 20 docce scomode, 20 notti ad ascoltare gli operai cantare a squarciagola canzoni assurde, 10 pranzi e 10 cene in una tavola circense, 20 notti di divertimenti diversi, 1 grigliata con musica e risate, circa 7 partecipazioni attive agli spettacoli, e le proprietà magnetiche per continuare ad essere attratta da questo mondo.
Prima tappa: ansia, allegria, emozione. Arrivata a San Severo non riesco a contattare Sandy, la chiamo diverse volte. Nessuna risposta. Una valigia piena e l’ansia dell’inaspettato mi rendono già pentita della mia strana scelta di raggiungere un circo.
Decido comunque di prendere un taxi e di tentare. All’orizzonte finalmente un tendone blu. Oggi non va in scena nessuno spettacolo e non vedo neanche nessuno in giro. Busso alla porta della prima roulotte e mi apre un’elegante signora: Loredana Bellucci, la mamma di Sandy che mi indica dove posso trovarla.
Non mi aveva risposto perché dormiva, ma mi accoglie con un sorriso, mi invita a togliere le scarpe, mi offre un caffè. Mi sento meglio, ma poi la sera ancora di più.
I giorni scorrono e io cerco di inserirmi, di raccontarmi e di ascoltare. Non conosco tutta la famiglia, alcuni solo di vista. Mi dedico a capire dove sono, a cercare di rendermi utile, a cercare di immedesimarmi pensando di riflettere la fantasia dello spettacolo del circo anche nelle cose alle quali devo adattarmi, immaginandole meglio di quello che effettivamente sono. Mi sbalordisco di me stessa, ma il tempo di farlo e sono già parte del gruppo, mi mancano solo spaccate e numeri aerei!
Guadagno 6 scomode docce, assisto a 9 spettacoli, pranzo in cameretta con la mia “coinquilina”, ceno sempre fuori con Sandy, indimenticabili cugini giostrai e stravaganti inarrestabili amici.
Cena nel bilico di Loredana Bellucci
Quando arriva il famoso martedì del viaggio, lasciare questa piazza mi dispiace. Loro sono abituati a cambiare sede e affrontano lo spostamento considerandolo normale, io invece, lo sento come un distacco forte perché è la piazza in cui sono arrivata, in cui ho assistito ai primi spettacoli, in cui ho festeggiato il compleanno, in cui ho conosciuto delle persone meravigliose, in cui mi sono svegliata per la prima volta circense.
Seconda tappa: conoscenza, spettacolo. A Termoli il mio rapporto con la famiglia si intensifica notevolmente. Conosco tutti e smetto di pranzare in “cameretta”: ricevo sempre un invito. E’ una piazza con meno amici e cugini, meno divertente ma molto utile per farmi volere bene e “farmi coccolare” da mille racconti. In più, oltre al volantinaggio come nella scorsa piazza, qui mi occupo della cassa e partecipo allo spettacolo: l’esperienza si fa forte. Mi sento davvero a mio agio.
Provo il dover essere pronti in tempo per la performance. L’emozione di vedere tanta gente in coda alle casse e di immaginarla entusiasta. Scopro il piacere del travestimento e del trucco, e la tensione per l’entrata in scena da pirata.
Grigliata e musica: al circo si sa come prendere la vita
Vivo il passaggio dallo stato di ansia a quello di tranquillità e divertimento nel fare
spettacolo. E infine, che non dimenticherò mai il viaggio con Sandy per raggiungere la prossima piazza: giorno di sole, prima volta su un camion, strada percorsa sulla costa alla velocità d’infinite parole e racconti di vita. La terza piazza è già sicuramente felicità.
Terza tappa: Chieti. Mi sembra quasi stupido trovarmi ad apprezzare talmente tanto le piccole cose, rendermi conto del piacere della vita e dello stare insieme. Non manca mai la mia pazza voglia di shopping e di lussi… ma questo mondo ti fa spesso dimenticare l’esistenza di queste cose. E’ come se la condivisione e le ore insieme soddisfacessero tutte le voglie e tutti i desideri. Mi sento piena di gioia. E’ una sensazione bellissima. Mi rendo conto ancor di più che le difficoltà esistono dappertutto, quindi anche qui al circo, ma quello che credo manchi è lo stress. Almeno quando è insostenibile.
E nel post spettacolo il divertimento è per chi di solito fa divertire il pubblico
In questa piazza tengo in mano un serpente e giro tra il pubblico per farlo accarezzare. Ho una nuova “cameretta” che condivido inizialmente con Cristina (la ragazza che fa il numero della sirena) e poi con gli squali, dai quali mi separa una parete, e che a volte, nel silenzio della notte, sento muovere. In questa piazza Sandy mi invita ad andare a dormire una sera a casa! Io stento a crederci e poi scopro che è una casa normale e ben arredata ma quasi mai davvero vissuta; l’indomani, però, la vivo io con una fresca lunga doccia! Non riesco a trattenermi dal farla!
A lezione di cucina con Dante Baldini
In questa piazza imparo delle ottime ricette di cucina che saranno il souvenir per i miei genitori che, se “preoccupati per il mio entusiasmo” mi hanno comunque tanto apprezzata.
Questa è la mia ultima piazza e la fine di questo viaggio. Ma il circo fa sognare, pensare e progettare, anche in qualità di “fermi”, tante idee per non smettere di collaborare e mantenere un legame con questo vivace spazio di vita che fa amare la vita.
Le puntate precedenti: la prima, la seconda, la terza, la quarta.