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Il cortometraggio The Butterfly Circus è davvero una bomboniera.
In poco più di 20 minuti questa piccola perla nata nel 2009 riesce a trascinare lo spettatore in un mondo parallelo, passato ma dai valori immortali, e lo restituisce alla realtà con una nuova consapevolezza.
Butterfly Circus è il nome di un piccolo circo che attraversa gli Stati Uniti all’epoca della Grande Depressione portando un po’ di colore, musica e luce nelle aree del paese che maggiormente risentono del periodo buio. Butterfly è un nomen omen, ha in sé il valore di ciò che il film intende comunicare, cioè che in ognuno di noi una splendida farfalla è pronta per spiccare il volo, basta solo saperla conoscere e riconoscere. Nel suo girovagare il Butterfly Circus si imbatte nella concorrenza e nonostante ciò i membri del piccolo circo decidono di fare un giro nel Sideshow dei fenomeni. Lì incontrano “l’uomo a cui persino Dio ha voltato le spalle”, sprovvisto di arti e che viene presentato come un informe scherzo della natura. Mr Mendéz (Eduardo Verasteguì), il direttore del Butterfly Circus, si comporta diversamente da tutti gli astanti e anziché deridere Will (Nick Vuijcic) lo invita a guardare quanto in realtà egli possa essere perfetto. Colto alla sprovvista Will si sente nuovamente preso in giro, ma nella sua corazza che lo chiude al mondo uno spiraglio si è aperto. Will scappa dal Sideshow che lo vedeva ospite e fugge, di nascosto, con il Butterfly Circus. Ma la strada non è ancora in discesa, prima Will deve rendersi conto di essere esattamente come gli altri circensi del Butterfly Circus che, pur nel suo essere così piccolo, offre uno spettacolo di pura magia e fantasia, gli artisti brillano in pista e il pubblico di adulti e bambini rimane affascinato e in adorazione di quegli esseri incredibili.
Will si sente distante anni luce da tutti loro, dalla splendida trapezista, dall’uomo forzuto a cui i bambini chiedono l’autografo, dall’acrobata ottuagenario ma ancora arzillo e atletico. Will si sente uno scherzo della natura, incapace di fare qualsiasi cosa a causa della sua condizione, è naturale che un essere così sia destinato a non fare nulla in un circo. Ma Mr Mendez lascia che Will compia il suo percorso di auto consapevolezza che lo porta a capire che non tutto è così perfetto come sembra e che pensare solamente a ciò che non si possiede è il primo passo verso la sconfitta. Tutti gli artisti del Butterfly Circus prima di essere farfalle hanno affrontato le bastonate della vita, hanno trascorsi di strada, di carcere e violenza. Ma hanno saputo prendersi un riscatto ripartendo da zero. E anche Will riesce a fare della sua debolezza il punto di forza, riuscendo a diventare un punto di riferimento per tanti altri che come lui sono, all’apparenza, sprovvisti di qualcosa.
Il valore da trasmettere è la questione principale per i registi Joshua e Rebekah Weigel, sposati da 15 anni, una coppia creativa che scrive e produce da sé i cortometraggi che poi vengono inviati ai vari Festival mondiali. Per trasmettere con forza il messaggio per il quale tutti in fondo siamo farfalle, i Weigel hanno scelto come protagonista Nick Vujicic, l’attore che impersona Will e che, affetto dalla nascita da una malformazione che lo vede senza arti, crede fermamente in quel significato che il suo personaggio coglie alla fine del cortometraggio. Non per altro Nick è spesso ospite in università, scuole, convegni e conferenze per raccontare la sua storia e trasmettere la sua forza. Il suo messaggio è semplice: “Se cado mi rialzo. E ancora e ancora e ancora”. Di solito nel dirlo dà una prova di cosa significhi quel “e ancora” dal momento che se lui cade rialzarsi gli è particolarmente difficile.

Joshua e Rebekah Weigel
Ma lo fa, e allora davvero la forza dell’animo non conosce limiti, tutto diventa possibile nonostante quello che si è. Anzi, grazie a ciò che si è.
Il cortometraggio ha fatto incetta di premi nel 2010, il più importante dei quali è il Clint Eastwood Filmmaker Award; sul web ha compiuto una lenta ma inarrestabile ascesa e ad oggi è stato visto da 15 milioni di persone nel mondo, la pagina Facebook conta quasi 15 mila contatti e grazie al tam tam e alla collaborazione di più persone nel mondo sono stati creati i sottotitoli in più lingue (il corto è visibile in italiano su youtube http://www.youtube.com/watch?v=IHdxs1WNHMo). Ovunque è stato presentato il film ha riscosso davvero un incredibile successo, proprio perchè riproduce un magico immaginario e perchè, in un’epoca difficile in cui ora più che mai si ha bisogno di credere nelle proprie capacità, questa piccola opera è un faro di speranza. Presto diventerà anche un lungometraggio e c’è davvero da augurarsi che la lunghezza non sciupi ciò che la perfezione della sintesi ha creato.
Stefania Ciocca